Any way the wind blows (Tom Barman, 2003)

Il film parte con dei bei titoli di testa “dinamici”, in cui le scritte interagiscono con ambiente e personaggi, inseriti in un piano sequenza nei tunnel della metropolitana; la sequenza, per quanto diversa a livello di esito finale, ricorda molto da vicino nel concept gli open credits di Once more di Vecchiali.
Poi per un’oretta buona assistiamo ad una sorta di 71 frammenti di una cronologia del caso fiammingo, o se preferite a una specie di America oggi in salsa belga: la pellicola si dipana ottimamente come un tipico film corale, seguendo in parallelo le vicende di una moltitudine di personaggi che si incrociano nella brulicante ed operosa città di Anversa.
Poi il punto di svolta: tutti i personaggi (e le vicende legate a ciascuno di essi) convergono in una festa privata, un grande party che mi ha ricordato, per la centralità che riveste nell’economia narrativa del film, la mitica festa di Jujyfruit in Ecstasy generation di Araki. Questa parte del film prende un’altra mezz’ora.
La parte finale della pellicola invece ci mostra le conseguenze che la festa ha avuto nella vita dei diversi personaggi: conseguenze a volte banali, a volte imprevedibili, a volte grottesche, a volte tragiche.

Non mancano nel film alcune trovate surreali che lo rendono ancora più piacevole e delicato.

Nota di plauso per le magnifiche musiche del film, una colonna sonora elettronica curatissima che fa da perfetto contrappunto emotivo a tutte le sequenze e alle vicende rappresentate. Non per nulla il regista (qui al suo primo ed ultimo lungometraggio) è un apprezzato musicista indie, frontman di alcuni noti gruppi belgi (soprattutto i dEUS, poi parallelamente anche i Magnus e i Taxiwars).

Una volta tanto, udite udite, il dvd belga oltre ai sottotitoli francesi ha pure quelli inglesi! Incredibile!
Su amazon però si trova solo quello inglese (a prezzi da rapina!)
https://www.amazon.it/Any-Way-Wind-Blows-Edizione/dp/B000FTJ750/ref=tmm_dvd_title_0?_encoding=UTF8&qid=1638493486&sr=1-1

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