Visto ieri per la prima volta, ero riuscito a starne sempre alla larga, in parte anche grazie ad un lavaggio del cervello fattomi da mio padre che ha sempre parlato più di malissimo degli Squallor.
E aveva ragione dai, davvero un punto zero della comicità. Una comicità triviale da terza elementare ma estremamente volgare perché fatta da adulti.
Un film costruito sul niente che si regge sul commento fuori campo improvvisato sul momento e su alcune scenette estemporanee da barzelletta di cattivo gusto.
Uno di quei film politicamente scorretti in modo tanto ingenuo quanto eclatante.
Un’operazione così assurda che una visione la meritava cmq, capisco che sia assurto ad oggetto di culto.
La battuta che mi ha fatto più sganasciare sta in realtà proprio all’inizio:
Gli Squallor sono un fenomeno che non attraversa il tempo. Hanno avuto il loro perchè negli anni '70 - inizi '80, un periodo nel quale in Italia la parolaccia era bandita da quasi tutti i mezzi mediatici ed il non-sense era una novità assoluta.
Oggi chiaramente sono comprensibilmente sciocchi per le generazioni più giovani ma restano dei geni assoluti.
Mi sento di aggiungere che il film deluse anche me, cultore dei primi dischi degli Squallor, mai però quanto il successivo “Uccelli d’Italia”.
L’immaginazione aveva un ruolo fondamentale nell’approccio a quel mondo e l’immagine invece rivelava la totale inconsistenza del tutto.
Dovrei però rivedere entrambe le prove di Ippolito.