C’è il topic sui attori che si sono suicidati, apriamo pure questo per quelli finiti male ma senza suicidio. SOLO italiani.
Dunque c’è Aldo Canti, alias Nick Jordan, alias Robustino. Nemesi ha trovato queste due pagine pdf da L’Unità del gennaio 1990 che raccontano come l’attore e stuntman venne ammazzato dalla mala romana: link1 e link2
Mario Piave venne ammazzato anche lui a colpi d’arma da fuoco nel 1979, in modo davvero balordo oltretutto. Ne parlavo con pollanet tempo fa, non ricordo più se qui su GdR o altrove.
Gianfranco Parolini ha una sua teoria ben precisa (e inquietante) su chi ha davvero ucciso Canti ma la dice solo a microfoni spenti.
A me l’ha detta ma non posso riferirla qui per ovvie ragioni…
Secondo le cronache del tempo (bisogna vedere se era vero, ma la fonte è abbastanza autorevole) Mario Piave fu accoppato per aver fregato una pianta fuori da un ristorante
Il padrone del ristorante lo inseguì in macchina fino a che non lo raggiunse, e poi lo crivellò di colpi di pistola
Delirio nel delirio (perchè di questo si parla) i giornali pubblicarono una foto in cui c’era Piave con lo sportello aperto dell macchina, lui riverso mezzo fuori e mezzo dentro in una pozza di sangue e nei sedili dietro si intravede pure la pianta tipo felce che avrebbe scatenato la follia omicida
“Avevo girato il prefinale di Trieste mia! con Ermanno Randi che moriva da soldato, sulla spianata del sacrario di Redipuglia. Tornati a Roma con la troupe, una mattina verso le sette squilla il telefono. Stavo andando a girare l’ultima scena. Mia moglie Rosetta mi chiama e mi dice che hanno ammazzato Randi. […] Era successo che Randi, che era omosessuale (ma perbene: non lo aveva mai dato a vedere), era stato assassinato dal suo amante. A colpi di pistola. Finii il film con una controfigura, il portiere degli studi Safa Palatino”.
Mario Costa in Stefano Martina, Raffaella Pittaro Pavanello (a cura di), Festival del Cinema Italiano, Actas, Roma, 1991
Antonio Cifariello, incidente aereo.
Il suo film più celebre (e migliore) probabilmente è “Le ragazze di San Frediano”.
In quel film una delle “ragazze” innamorate di lui è Marcella Mariani, quella che abita nel suo pianerottolo.
Stessa sorte di Cifariello. Era stata miss Italia.
Chiamarlo attore è un po’ esagerato: Domenico Semeraro, il “nano di Termini” che controfigurava il bambino in Non si sevizia un paperino.
Venne ucciso nel 1990 dal suo amante e dalla compagna di costui. Vicenda poi ripresa da Garrone ne L’imbalsamatore
Anna Maria Pierangeli, anche se non si è mai capito se fosse morte accidentale o suicidio.
Se interpretiamo il finiti male non solo come morte ma anche in povertà, emarginazione, ecc. allora anche Luciano Rossi e Guido Alberti, ma non so, non vorrei allargare troppo…
Romano Puppo morì in un incidente con il motorino. Tecnicamente niente di sordido ma una brutta morte lo è stata, da quanto raccontava Fabio Testi.
Mo’ non ricordo come si chiamava ma pure uno degli interpreti di Mery per sempre era deceduto in un incidente aereo… quello che si masturbava in classe, sotto lo sguardo allibito di Placido.
Ci sarebbe anche il figlio adottivo di Terence Hill, Ross Hill. Dato che era statunitense di origine, però (ma ha recitato in due film italiani, accanto al padre), forse non vale.
Alessandro Momo che mori in un Incidente in Motorino , La moto con la quale ebbe l’incidente mortale, una Honda CB 750 Four, gli fu prestata dall’amica Eleonora Giorgi
Grazie per aver messo questi articoli. Canti era un bravo stuntman che ha fatto bei film. Mitico in Napoli serenata calibro 9. Mi sembra comunque che non è stato citato Ettore Manni con la sua fine alquanto singolare
Momo morì a soli 17 anni a causa di un incidente di motocicletta. La moto con la quale ebbe l’incidente mortale, una Honda CB 750 Four nel Lungotevere Maresciallo Diaz vicino allo Stadio Olimpico dopo che era partito da casa sua via della Farnesina nel tentativo di sorpassare un taxi[3][4]. La moto gli fu prestata dalla sua collega e fidanzata, Eleonora Giorgi, partita per un viaggio; l’attrice fu successivamente indagata per incauto affidamento, poiché Alessandro non aveva ancora compiuto i 18 anni di età e non era abilitato alla guida di maximoto, secondo le normative vigenti all’epoca