Bad Company - Protocollo Praga (Joel Schumacher, 2002)

Ripensavo recentemente al dilemma dell’allargamento della forbice temporale quando mi è venuto in mente 'sta strana bestia di film, che è praticamente un tentativo da parte del democratico* Schumacher di tirare avanti un film “ANNI 90” con un paio d’anni di ritardo. Vederlo al cinema nel 2002 mi fece un effetto piuttosto strano perché se da un lato c’era questo piacevole senso di appello alla nostalgia prima che diventasse il business model di un sacco di case produttrici, dall’altro lato c’era un senso di scomodità, come se Schumacher non avesse ricevuto la circolare che gli “ANNI 90” sono finiti. Poi leggendo l’articolo su wikipedia recentemente ho visto che il film è stato tenuto in caldo un annetto perché doveva uscire nel 2001, e fare uscire un film nell’autunno del 2001 in cui i protagonisti sventano un attacco terroristico a New York, beh, ecco, non era proprio di buon gusto.

Il protagonista è Chris Rock che prima di farsi prendere a sberle dal fresco principe di Bel-Air era noto principalmente per la stand-up comedy (particolarmente lo sketch in cui si lancia in una lunga reprimenda che lascia intendere quanto non sopporti una certa categoria di neri - con la g ) e per una serie di tentativi abortiti di diventare il nuovo Eddie Murphy. Questo film avrebbe dovuto essere il suo 48 ore, il più classico dei buddy cop movies etnicamente misti che iniziano non potendo essere più diversi e finiscono per diventare amiconi. Il suo equivalente di Nick Nolte è Anthony Hopkins, che immagino avesse problemi di liquidità al tempo, o semplicemente volesse divertirsi un po’

Il film in sé non è male, il solito lavoro ben fatto da Schumacher (che passa da Falling Down a Batman&Robin con disinvoltura, ma sempre facendo tutto molto pulito) ma nonostante la patinatura curata è roba ispirata il giusto, che la vedi per la prima volta nel 2002 e lasci andare uno sbadiglio degno del peggior @Pollanet, manca solo di indossare la giacca gessata a tre bottoni del completo a cui i pantaloni si sono strappati con i jeans presi dal cinese in Piazzola, la camicia PierCardèn in poliestere a maniche corte con la gravatta da clown macchiata dell’unto delle rusctelle.

Detto ciò, sorvoliamo sull’espediente del gemello smarrito che sostituisce un abilissimo agente della CIA morto nel tentativo di prevenire il suddetto attacco terroristico. Sorvoliamo pure sul fatto che il gemello smarrito è un coglione senz’arte né parte (però fidanzato con Kerry Washington) che diventa un superfigo in un paio di giorni. Sorvoliamo pure su Peter Stormare che a ogni film che vedo mi aspetto sempre che minacci di tagliare cetriolo (ma qui si limita a incidere una palpebra al protagonista), e pure su Hopkins in versione sciattissima con lo stuzzicadenti perennemente in bocca (praticamente il nonno di Marion Cobretti, che però aveva il fiammifero). In tutta questa sospensione dell’incredulità mi ha sempre colpito come Hopkins perdesse tempo per spiegare a Rock che per fare le sgommate con le auto moderne bisogna staccare il cavo degli ABS. Infotainment!

Insomma, una roba fuori tempo massimo ma facendo finta che sia anche solo il 1997 è divertente. Ricordo l’esaltazione di un mio collega per questo film appena era uscito (al tempo durante l’università facevo un lavoro molto fisico, i cui praticanti erano persone molto pratiche e con pochissime pippe mentali).

Inutile come quasi sempre il sottotitolo italiano che sottolinea che l’azione si svolge nella capitale ceca (negli anni 90 ci si andava sempre nella gita di quinta liceo e tutti tornavano felici dicendo che Praga è piena di fregna. Ovviamente quando fu il mio turno della gita di quinta liceo i professori si erano rotti le palle di Praga e ci portarono a vedere Dachau.)

Molto particolare la colonna sonora di Trevor Rabin (il main theme si chiama BMBBO se interessa), chitarrista degli Yes versione “Anni 80”, che resta moltissimo in testa nella sua parte orchestrale, poi Rabin si rompe i coglioni e rifà l’intro di Owner of a Lonely Heart così dal nulla.

E niente, tutto questo per dire come il 2001 sia stato uno spartiacque e come certi film che funzionavano bene prima, dopo sono come @Pollanet con la cravatta bianca su camicia nera (a maniche corte) a una serata black tie.

5 Mi Piace

@CUG
Sei riuscito a scrivere un fiume di parole su un film che appartiene alla categoria di quelli che non vedrei mai a causa di quanto sono anonimi locandina e titolo.
Mi sembra di capire che alla fine qualcosa da salvare c’è… Se mi capita di incapparci in TV una sera in cui il telecomando non è nel raggio d’azione del mio braccio ed ho il culo così pesante che mi fa fatica alzarmi magari me lo guardo! :wink:

2 Mi Piace

Dimenticavo la nota a piè di pagina: considero Schumacher “democratico” non tanto per il suo orientamento politico, ma piuttosto per il suo alternare roba pregevole a grandi vaccate, tutto con la stessa cura dell’estetica. Anzi, il fatto che Bad Company sia stato prodotto dal noto artificiere del cinema Bruckheimer lo rende dal mio punto di vista perfettamente apolitico e concentrato pienamente sul cazzeggio.

2 Mi Piace