Falling Down - Un giorno di ordinaria follia (Joel Schumacher, 1993)

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Di Joel Schumacher con Con Barbara Hershey, Robert Duvall, Michael Douglas, Tuesday Weld, Raymond J. Barry

Rivisto in cassetta l’altra sera.
Sempre molto bello e godibile, con un Michael Douglas perfetto nel ruolo dell’impiegato frustrato che ad un certo punto esplode e non lo ferma più nesuno. Grande anche Duvall poliziotto alle soglie della pensione davanti all’ultimo giorno di lavoro più impegnativo.
Fantastiche le scene nel negozio del coreano, con i portoricani , al fast food e nel negozio del nazista esaltato.

E una sera di queste me lo rivedo di nuovo perchè m’ha preso troppo bene…

Bellissimo, rende ad hoc la frustrazione umana. In lingua originale poi cogli ancor meglio le sfumature e il disagi che crese a dismisura, Douglas, che non sempre mi convince, qui è super.

Grandissimo film, con una prima parte tesissima e un Michael Douglas meno ameba del solito (anche se qui è il gemello di Paolo Bonolis). Duvall è sempre un grande. Peccato per il finale buonista ammeregano , comunque da vedere.

Lo vidi al cinema e…posso dirlo? Lo trovai pessimo!

Ritengo sia stato un errore di sceneggiatura far partire il film subito “in quarta”, senza dare modo allo spettatore di creare una sorta d’empatìa col protagonista e la sua crescente frustrazione che monta pian-pianino per qualcosa di effettivamente grave; poi trovo alcune situazioni un po’ forzate che, magari, durante la prima parte del film possono intrigare (almeno, inizialmente) perché ci si lascia prendere dalla curiosità: “cosa gli sarà mai successo da renderlo così insofferente e brutale”…Infine, la seconda parte con tutti i cliché polizieschi da serial-TV e il deludente finale.

Se capiterà, lo rivedrò in maniera imparziale dopo tanto tempo, ma ricordo che non mi fece proprio una bella impressione. Andai a vederlo gasato dai trailers, sembrava un’idea interessante, invece… :confused:

Secondo me la prima parte è perfetta. In quanto alla seconda parte sembra purtroppo un serial tv poliziesco, e hai ragione. Comunque pur essendo un prodotto commerciale di un (ogni tanto) buon mestierante il film è molto buono. Personalmente

avrei fatto scappare via Douglas in mare impunito, dopo aver sparato al simpatico Duvall morto da eroe (perlomeno l’americanata l’abbiamo fatta). Fine del film.

Ma infatti, anch’io avrei insistito su un finale-dinamite. La tua idea è sicuramente interessante e immagino che qualcosa di simile sia stata anche vagliata in fase di scrittura.
Purtroppo, siamo alle solite con certo cinema americano: buone idee rovinate da quella specie di buonismo a stelle&strisce che cerca, goffamente, a mio avviso, di assolvere sempre e comunque “il sistema”. Al di là dell’aspetto del puro intrattenimento, sostengo il fatto che se denuncia deve essere = dunque denuncia sia! Se nella società statunitense di quegli anni serpeggiava un certo malessere, trovo giusto trarne un film come quello di cui stiamo discutendo, un film anche duro, brutale ma che “colpisca là, dove fa più male”. Gli italiani, per anni e anni hanno fatto questo tipo di cinema: guardiamoci, come siamo, cosa stiamo diventando…
Agli americani invece, questa cosa, questa introspezione “senza se e senza ma”, non sempre riesce: alla fine il sistema aggiusta tutto, perché ci sarà sempre il poliziotto buono che salva “capra e cavoli” e gli USA, dopotutto, è sempre un grande Paese. Un giorno di ordinaria follìa è così, almeno, per come la vedo io…

più che di Bonolis direi di Claudio Simonetti

Si, è vero. E poi si ribella contro immigrati (l’odioso negoziante coreano) gangsters di L.A. tipicamente latinos e stereotipi affini, e Douglas appare come un WASP, quindi avevo pensato all’inizio a qualche intento razzista. E tutto questo va bene, però in America nessuno deve ribellarsi, il ribelle deve essere sempre punito. Se da noi qualcuno se ne uscisse con un film come questo non mi farebbe certo schifo. E poi nonostante tutto è uno dei migliori film di Schumacher.

più che di Bonolis direi di Claudio Simonetti

Bonolis, Bonolis. Certe espressioni sono uguali.

non penso che sia un film buonista. è un film amaro, perchè il protagonista si sente trascinato a reagire da una serie di soprusi che in quanto cittadino onesto e in quanto persona dalla sfortunata sorte non riesce più a sopportare.

ma facendo così passa dalla parte del torto.

Pure io lo vidi al cinema e mi piacque subito molto, e, secondo me si “difende bene” ancora oggi… ottimi gli interpreti e pure la regia, Michael Douglas in un ruolo che, spesso ci fa riflettere in quanto si rischia d’identificarsi per i ritmi sempre piu’ pazzeschi di stress quotidiano… come sento sempre dire a piu’ persone, ovviamente con le dovute differenze!!! :oops:

//youtu.be/KOUdakrP52E

Rivisto di recente su Mediaset Premium. Se già all’epoca, in sala, mi era piaciuto, posso tranquillamente affermare che, a distanza di ben 20 (!) anni, il film regge non solo cinematograficamente, ma anche come tematiche politico-sociali. Sguardo impietoso e cinico, a volte anche didascalico (ma sempre in modo NECESSARIO), sugli States, sulla loro economia, la società, perfino l’alimentazione (la scena nel fast-food e il confronto fra “quello” sui poster pubblicitari e “quello” che effettivamente ti servono in tavola). Duvall sempre impeccabile, anche se il suo personaggio a livello di sceneggiatura è un pò tirato via, ma il film è davvero dominato da Douglas, in una delle sue 3-4 migliori prove della carriera, sicuramente la più “significativa”. Ed è ben supportato nel doppiaggio nostrano, va detto, da Pino Colizzi. Qualche anno dopo, il sor Schumacher farà “Batman & Robin”: la vita è proprio strana…
P.S. Il vecchio golfista a cui viene il coccolone è Jack Betts, che con lo pseudonimo Hunt Powers ha fatto un sacco di western nostrani “minori”, specie con Demofilo Fidani.

Lo ricordo come un fallimento totale, il solito film americano senza coraggio, che lancia il sasso, ma poi riporta l’ordine, non denuncia una società sfasciata, ma solo una mente in disordine. Innocuo, piatto nella regia del sempre mediocre Schumacher, gigionescamente interpretato da Douglas è un film che scorre bene nella prima parte, ma appunto scivola via senza incidere, per poi sfasciarsi miseramente nella fine.

E mentre lo vedevo al cinema, scattò in me l’impietoso confronto tra quello che era il cinema statunitense metropolitano degli anni '70 ( vedi Quel pomeriggio di un giorno da cani) e quello che invece mi trovavo davanti…

Anche per me le impressioni sono sempre state quelle negative descritte da areknames e altri.
Lo sbrocco del protagonista avviene in modo sbrigativo e superficiale, va bene che magari a volte nella realtà avviene proprio così ma il cinema non è realtà e una storia ha bisogno di qualcosa in più perché valga la pena di raccontarla.

A me ha sempre dato l’idea di quel tipico film che a un certo punto capita nella carriera di un attore quando vuole scrollarsi di dosso una certa immagine e dimostrare di essere adatto anche a qualcosa di completamente diverso, vedi il grottesco caso di Charlize Theron con Monster. Qui Douglas cerca di passare dal solito ruolo di figo vincente e seduttore a quello del povero disgraziato anonimo e fuori di testa.
E poi Robert Duvall che interpreta l’ennesimo poliziotto all’ultimo giorno di servizio prima della pensione, per di più angariato dalla moglie virago, sinceramente non è un gran personaggio.

Buon film per me, con la sua dose di convenzioni. Più che Douglas emerge Duvall.

Davvero folle la scena del nazista, lo Chef di Apocaypse now… mi sarebbe piaciuto che il film seguisse quella linea quasi grottesca, chissà cosa ne sarebbe venuto fuori.

Concordo con chi si lamenta del film per la mancanza di palle e per la mancanza di coraggio nell’andare fino in fondo.
L’ho rivisto in blu ray dopo una vita (forse l’avevo visto solo al cinema al momento dell’uscita) e mi è parso un filmetto abbastanza modesto che soffre una scrittura altalenante (e spesso banalissima) e un crollo verticale nella seconda parte.
Per intrattenere intrattiene sicuramente ma a me sembra soprattutto una grande occasione sprecata.

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Ti sarebbe piaciuta una seconda parte piu volta verso l’analisi psicologica? O cosa? Spiega, ti prego, perchè anni fa ebbi la stessa impressiona anche io…

Mah, a me il film, pur con alcuni limiti già evidenziati (su tutti appunto un finale alla volèmose bene che poco ci combinava con il resto del film, d’altronde, sò ammeregani) non mi è dispiaciuto, la prima volta lo vidi a San Diego, estate '94, in vacanza con gli amici e quindi in lingua originale (l’ho apprezzato anche doppiato, comunque). Quello che se vogliamo mi ha sempre “affascinato” è che D-Fens smatta di brutto, è vero, vìola regole e fa danni in lungo ed in largo, ma i morti che provoca sono casuali o addirittura conseguenza di legittima difesa . Insomma, un mezzo Rambo moderno, colpevole ma non colpevole.

Mi sarebbe piaciuta una seconda parte semplicemente più compatta.
A mio pare da metà film in poi tutto inizia a sfaldarsi per poi culminare in un finale che per i miei gusti è completamente inconsistente.
Nel film non ho visto nessuna analisi psicologica, il profilo del protagonista è banale, il suo background è telefonatissimo e la sua fine è assolutamente scontata.
Il personaggio di Duvall, poi, è una macchietta poco riuscita.
Per me è un film che non osa. Magari intrattiene pure ed è confezionato con diligenza, ma sicuramente non ha il coraggio di spingersi oltre i binari del prevedibile.