Basilicata coast to coast (R. Papaleo, 2010)

Ero incuriosito dal titolo e letta la trama mi son convinto ad andare a vederlo, anche perchè Papaleo mi è sempre stato simpatico.
E il film non mi ha deluso affatto. Sicuramente meglio dell’ultimo Salvatores. Cosa c’entrano l’uno con l’altro? Qualche elemento di paragone c’è, entrambi vogliono omaggiare la loro terra d’origine, e mentre Salvatores lo fa in maniera esplicita e a momenti un po’ troppo ridondande, Papaleo lo fa in maniera più spontanea. Questo film potrebbe anche ricordare anche i temi del Salvatores delle origini, il viaggio, l’avventura, l’amicizia e la ricerca di sè stessi. Non è supportato da dialoghi al livello di “quel” Salvatores che fu ma è comunque girato con amore e questo si percepisce.

La storia:
Papaleo e la sua band decidono di andare a piedi da Maratea, loro città d’origine, a Scanzano Jonico per partecipare ad un festival di teatro-canzone, genere suonato da loro. Lo dovranno fare in 10 giorni percorrendo la Basilicata da costa a costa (sono circa 100 km). A loro si unisce il cugino del chitarrista (Gassman), celebrità locale per aver partecipato a qualche trasmissione televisiva e Giovanna Mezzogiorno che è una giornalista per un piccolo giornale parrocchiale, incaricata di filmare tutto il viaggio per farne un reportage. Faranno varie tappe e incontreranno tanta gente, tra una canzone e l’altra. I pezzi sono molto carini e divertenti, tutti scritti da Papaleo, tranne il brano dei titoli di coda che è di Gazzè.

Niente di imperdibile, ma una piacevole sorpresa nel mondo della commedia italiana, che spesso e volentieri negli ultimi anni ha deluso parecchio.

Nonostante alcuni difetti comunque abbiamo dei personaggi credibili, ben costruiti e recitati. La Mezzogiorno mi ha stupito (non sono mai stato un gran estimatore), l’ho trovata molto naturale, fin troppo. Ha un personaggio molto introverso, un po’ “freak” e siccome in questo tipo di personaggi mi ci sono talvolta imbattuto, l’ho trovata molto naturale e apprezzabile.
Gassman deve fare sè stesso, e lo fa in maniera impeccabile. Papaleo pure. Max Gazzè nella parte del contrabbassista che non parla è una vera rivelazione, ha l’aspetto perfetto e l’ho pure trovato espressivo, non so se il non farlo parlare è stato un escamotage per mascherare il fatto di non essere un attore professionista, ma la parte è riuscitissima.
Quello che mi è piaciuto di meno è Paolo Briguglia, un po’ indeciso sul tono da far assumere al suo personaggio ed il più anonimo del quartetto di musicisti.

Un bel film, garbato e piacevole, mai volgare e con attori ottimamente in parte e simpatici (tranne la Mezzogiorno che ho trovato odiosa come sempre).
Belle le canzoni, belle le location della Basilicata, doveroso (e a suo modo toccante) l’omaggio a Carlo Levi.

Molto bello il dialogo con il contadino:

Ma veramente non avete la televisione?

  • E quando la guardo la televisione? Lavoro tutto il giorno
  • E scusate… Ma non la potete guardare la sera?
  • …la sera guardo mia moglie…

Visto qualche sera fa in dvd, piaciuto a tutto tondo, pure la Mezzogiorno che normalmente detesto qui m’è garbata assai. E m’è piaciuto per i personaggi, tutti veri e ottimamente interpretati, da Bruguglia a Gassman a Gazzé, per la fotografia splendida (anche grazie ai paesaggi), le belle musiche, il tono leggero e scanzonato, profondo ma non pedante. Eppoi l’omaggio a Battisti e Mogol, e la loro “cavalcata”.

concordo sul fatto che la mezzogiorno che anche a me sta antipatica , in questo film sia apprezzabile , mi e piaciuta di piu pero la michaela andreozzi che secondo me e una bravissima attrice.

visto ieri su sky, film gradevolissimo e divertente, nonche profondo e per certi versi toccante. ebbravo papaleo!

a parte la Basilicata non è che il film offra granchè
la mediocrità dei dialoghi è forse la sua pecca più grossa
ma anche i personaggi mi sono sembrati davvero poca cosa

Mah, a me il film è decisamente piaciuto, l’idea di base probabilmente non è originale ma è ben sviluppata e grazie alle location della basilicata, come detto, il “viaggio” scivola via che è un piacere. E poi, che vi devo dire, giovanna mezzogiorno mi fa sangue. Infine gazzè muto mi ha ricordato troppo il mitico calà/parola in al bar dello sport e l’ex calciatore (non mi ricordo il nome, nè dell’attore nè del personaggio nel film) in fuori in sessanta secondi, per altrotutti e tre legati da un’altra analogia, alla fine del film cominciano a parlare

ho paura che come tanti bravi attori/registi italiani la prima opera,poi non ha un seguito adeguato e questa fa’ proprio al caso nostro,perche’ PICCOLA IMPRESA MERIDIONALE, e sopratutto Onda su onda sono lontani anni luce…

Mi mancava, visto in occasione di una vacanza in Lucania, come ha detto @robby lo apprezzo più per la Basilicata che per il resto, l’ho trovato a tratti troppo delirante per essere credibile, forse lo avrei dovuto vedere a suo tempo in maniera più incondizionata.