Becky (Jonathan Milott, Cary Murnion, 2020)

Becky è una ragazzina disagiata, bullizzata a scuola e orfana di madre, il padre tenta in tutti i modi di rientrare in sintonia con la figlia portandola in vacanza con la nuova compagna e il fratellastro, non si prospetterà un bel soggiorno per la fanciulla, a ingravare la situazione un gruppo di spietati neonazisti evasi di prigione animerà la situazione… chi avrà la peggio?

Horror? Rape & Revenge senza rape? Chiamatelo come volete ma ai miei occhi risulta troppo artifizioso come film, troppo surreale, per quanto doppiato e atteggiato a dovere, Kevin James in veste di Villain risulta sempre involontariamente comico, un po come Lino Banfi in Detenuto in attesa di giudizio, e dire che in principio la scelta era sul Simon “Shaun” Pegg, che per non so quale motivo ha declinato.
Il film si lascia guardare, ma ci sono dei picchi che lo rendono poco credibile, la cinicità della ragazzina è talmente marcata da essere surreale rapportata alla malvagità degli ariani, inoltre ci sono scene di iperviolenza talmente esageratamente shock da risultare inutilmente fuori luogo.
Confesso di essere arrivato al finale a fatica.

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