Blonde (Andrew Dominik, 2022)

Tratto da una biografia (mi pare di aver capito) piuttosto romanzata su Marilyn Monroe del 2000, il film di A. Domink IMHO è decisamente brutto, lungo e di cattivo gusto. La ricerca del padre in ogni uomo della sua vita non è una sfaccettatura psicologica suggerita da un’abile regia, ma è costantemente urlata e sottolineata in modo sfacciato. Così come certe inquadrature (le soggettive degli aborti, il sesso orale col Presidente Kennedy) sono incredibilmente di pessimo gusto. In più, il film cambia di formato (da 4:3 a wide screen) e passa dal BN a colori, apparentemente senza un senso… Dulcis in fundo, sostituire la vera Marilyn con l’attrice del film nelle scene delle celebri pellicole di Billy Wilder IMHO è un sacrilegio…

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Porca miseria, non avrei detto che questo film venisse così nettamente stroncato, ma tant’è e ne prendo atto. Personalmente invece l’ho trovato molto bello nella misura in cui non lo si consideri un biopic, ma più una riflessione sulla demitizzazione del mito, smontato pezzo per pezzo per riportarlo all’umanità. Il personaggio di Marylin, anzi di Norma Jean cerca di farci distogliere lo sguardo dall’icona Marylin sullo schermo, dimostra di essere molto più profonda e preparata di così ma nemmeno quelli che più dovrebbero esserle vicino ci credono e non le riconoscono questi talenti, ma la trattano come un oggetto. La questione paterna non è una sfaccettatura psicologica, è alla base del dramma, quindi non vedo perché sarebbe stato necessario suggerirla. I salti di formato e colore sono invece secondo me funzionali al racconto a seconda di quale personaggio (Marylin o Norma Jean) è sullo schermo in quel momento, o almeno così lessi la questione all’epoca della visione. Le scena incriminate per me sono un modo per costringere lo spettatore a guardare quello che non vorremmo vedere del mito Marylin, della sua fragilità, così come il finale con lo sdoppiamento della Norma morta e la Marylin ancora in perfetta forma, insomma mi pare che tutto venga giocato su questo dualismo. Non l’avete citata ma tutto è accompagnato da una colonna sonora straordinaria del duo Cave/Ellis. A me non è affatto pesato e ho trovato la de Armas davvero molto brava. Sempre a mio parere merita molta più attenzione e considerazione.

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D’accordo con venticello

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