Andy e Sora, due fratellastri, trovano il proprio padre morto nella doccia. Essendo entrambi minorenni vengono presi in carico dall’assistenza sociale che vorrebbe affidarli a due destinazioni diverse: presso una psicologa Sora e un istituto Andy.
I due ragazzi convincono l’assistente sociale a non dividerli ed destinarli entrambi da Laura, la summenzionata psicologa; purtroppo per loro non sanno cosa li aspetta…
I registi di “Talk to Me”, al loro secondo lavoro costruiscono un film dell’orrore come si deve, senza neanche un salto sulla sedia (forse giusto uno), senza spiegoni, che angoscia disgusta ed intriga in egual misura e una protagonista (perché per me la protagonista è Laura) da applausi (sia il personaggio: una vera strega, che l’attrice — bravissima — che lo interpreta).
La competenza registica dei due fratelli non è in discussione; anche la trama, seppur nulla di originale, si sviluppa in una sceneggiatura coraggiosa (basti pensare a quello che capita al povero Oliver!) con con qualche buco, qualche ingenuità ma soprattutto — ahimè — un finale moralistico (che ci era stato risparmiato nel loro primo lavoro) del tutto ingiustificato (davvero, dopo aver ammazzato due o — credendo alle parole di Laura — addirittura tre persone e aver fatto cose atroci ad Oliver, basta urlare “Mamma” per farla retrocedere dai suoi propositi?), che sfregia indelebilmente la parte finale dell’opera.
Peccato, ma comunque, a mio avviso, questo resta uno dei film dell’orrore migliore che abbia mai visto negli ultimi anni (direi da “Hereditary” o “It Follows” in poi).
Poi non riesco a capire perché i registi non inseriscano quell’ironia che, a quanto ho capito, era la cifra dei video che pubblicavano in rete (correggetemi se sbaglio); c’è solo un momento in cui si concedono una battuta e funziona benissimo, io aumenterei la dose!
Ciao!
C.