Bruce Lee Vs. The Gay Power - Kung Fu contra as bonecas (Adriano Stuart, 1975)

L’hai poi visto?

È una visione non facile da portare a termine.
Si tratta di una parodia, molto sopra le righe, sia di film di cangaço (i banditi sono dei cangaceiros) sia di arti marziali; l’umorismo è più infantile che demenziale, tanto da far sembrare alcune commedie pecorecce italiane dei film di Billy Wilder.
Il fattore gay del titolo (il titolo originale parla di bonecas, bambole, che può indicare anche persone effeminate o travestiti) è presente ma sembra fatto di stereotipi e gag da ragazzini: vestiti colorati e sgargianti, il capo coi bigodini in testa, il suo vice che gli tocca il culo, uomini che ballano tra loro.
Non è neanche offensivo. È piuttosto infantile, ecco.
Comunque si vedono più tette che petti villosi.

La trama: Cheng torna dalla Cina (a piedi) e scopre che la sua famiglia è stata massacrata dalla banda di Severino Azulão; decide di vendicarsi con l’aiuto di Mariinha, a cui la banda ha ucciso il padre.
Il protagonista non è neanche asiatico, lui a precisa domanda risponde che il padre era cinese, e la madre pernambucana. E il nonno australiano. E la nonna greca. E lo zio pelotense (di Pelotas, città del Rio Grande do Sul) – questo per farvi capire il tenore delle battute.
Oppure quando vede dietro la maglia di uno dei banditi il numero 2, dice: “Odeio lateral direito” (odio il terzino destro).

I combattimenti sono rallentati, volutamente goffi, e si cerca di parodiare urla e smorfie di Bruce Lee.
Non voglio parlarne troppo male - ho simpatia per prodotti del genere - però insomma, non è un film che mi sento di consigliare.
È comunque un film a basso costo, e si vede, anche se tra gli interpreti ci sono molti volti noti del cinema brasiliano dell’epoca.
Il capo dei banditi è Mauricio do Valle, protagonista di “Antonio das Mortes”.

Il regista dirigerà anche “Bacalhau” (Merluzzo), parodia de “Lo Squalo” e “Os Trapalhões na Guerra dos Planetas” noto come “Brazilian Star Wars”.

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