Cari discografici, ridateci il vinile

Non esiste appassionato di musica senza un buon giradischi, non ne ho mai conosciuto uno, lavoro nella musica tra l’altro. La qualità del suono del vinile è superiore, ma questo è ormai acclarato da lunghi anni, non ha senso dilungarsi. Io ho i miei dischi deglia anni 70 ancora in superbe condizioni, vanno trattati bene e si mantengono splendidamente. La testina (e relativo stilo) lavorano ad impulsi sul disco, non lo rigano … Certo che se si è abituati a scaricare mp3 da internet, sentirli alle casse del pc (ascoltare è altro) o su qualsiasi altro impianto da 100 euro tutto compreso, beh, non ha senso parlare di musica, costi, passione e via di scorrendo … Ho recentemente parlato con un signore che ha conservato un carcame di 128 FIAT da mal di pancia, se la ritocca di vernice anche da solo, e ha anche il portapacchi montato … lui è contento e gli dà grande soddisfazione … c’è chi gode a schiacciarsi le p**le … ma che ne godano loro. Noi amiamo la musica, ci spendiamo soldi e ne gioiamo. Viaggiare in Porsche ha un costo, nè più nè meno.

Sono io, ed era firmatissima. :confused:

Tornando in thread, io dal canto mio sono abbastanza in linea con quello che dice Mickey Finn, ma penso anche che certi generi musicali abbiano maggiormente senso se ascoltati su cd piuttosto che su vinile. Così come penso che -purtroppo- il vinile ha anche un ingombro notevole, e che personalmente non ho spazio (e soldi) abbastanza per potermi permettere una collezione di dischi interamente in vinile. Il formato mp3 ha senso solo per ascoltarsi i dischi in autoradio o in metropolitana, il vero appassionato i dischi -quando può- se li compra e cerca di goderseli al meglio possibile, compreso l’artwork e il packaging che a mio avviso sono parte integrante dell’esperienza.

Ecco perché non condivido assolutamente certi discorsi:

Tu compri musica su iTunes?
«Oramai compro quasi esclusivamente su questa piattaforma anche per una questione di risparmio energetico e di attenzione all’ambiente. I camion si spostano di meno, viene sprecata meno carta. È diventata anche la mia fonte d’informazione, perché ci sono dei suggerimenti, che mi piace andare ad ascoltare. Certo, bisognerebbe migliorare la qualità del suono. Ma il web è importante per il feedback che hai, perché si creano della community in cui c’è qualcuno dall’altra parte che ti gratifica».

(Elisa Toffoli - http://www.corriere.it/spettacoli/08_luglio_02/elisa_dancing_e259f966-485f-11dd-b8f1-00144f02aabc.shtml)

Beh vogliamo parlare dei gruppettini emergenti di cui leggi “e’ uscito il nostro nuovo demo” e poi salta fuori che e’ registrato col pc di casa e messo solo su myspace? Che sarebbe un demo quello?

oddio
oramai si può registrare in modo sufficiente anche da soli (parlo da musicista),
credo che l’errore sia nel giudicare un demo come un prodotto quasi ufficiale, un demo è appunto un accenno di quello che potrebbe diventare il lavoro finale se finanziato a dovere da etichetta.

per quanto riguarda il discorso dischi, onestamente non ho capito una mazza di quello che ha detto uomo morto.

io godo nel collezionare musica originale, se la gente vuol godere con altre cose faccia ma che non si giudichi forzato chi si ostina a continuare a coltivare una passione.

Un tempo, il demo veniva inciso su cassetta, successivamente si è passati al cd-r, attualmente si sfruttano altri canali.
Da almeno 10 anni si riesce a sfornare un buon prodotto direttamente da casa propria grazie a software sempre più evoluti, dunque, perchè spendere soldi in sala prove?

Come suggerisce il nome stesso, si tratta semplicemente di una dimostrazione del proprio talento, quindi che sia registrato su un supporto o veicolato attraverso la rete mi sembra un fatto del tutto marginale.

Anzi, Myspace garantisce una visibilità impensabile fino a qualche stagione fa.

Su myspace gli mp3 sono a 96 kbps e ho detto tutto. Che la qualita’ di una registrazione casalinga sia uguale a quella di una sala prove dubito, ma non so di preciso.

Non mi riferivo agli mp3 ma al master, che può essere soddisfacente anche se registrato al proprio computer di casa.
In riferimento alla realizzazione di un demo, ovviamente, poichè, per un disco, una sala di registrazione professionale rimane comunque il meglio.

Riguardo agli mp3, hai ragione ma, a mio avviso, restano comunque sufficienti per mostrare le potenzialità di una band.

Ma chi sono GLI ESPERTI??? Io lavoro nella musica da quasi 18 anni, ho fatto scuole e stage, compro da sempre riviste del settore tecnico, ma non ho mai sentito dire affermazioni del genere. Ho vinili del mio babbo che suonano benissimo tutt’oggi e se li confronti con le riedizioni in vinile sembrano altri dischi. Il supporto digitale offre sicuramente pulizia, ma non può riprodurre certe frequenze che l’analogico raggiunge tranquillamente, non stò a farvi una lezione ma questa è fisica del suono.
Comunque se si vuole parlare di perfezione acustica dei supporti, riguardo alle frequenze riprodotte fedelmente, i migliori prodotti fino ad oggi sono stati gli STEREO 8. IRRAGGIUNGIBILI! Dopo le bobine da studio ovviamente, ma quì si va su altri campi…

Quei gruppettini emergenti (se non hanno il papà “grasso”) come se lo pagano il demo in uno studio? Li tiri fuori te? L’homerecording sta diventando una realtà talmente ingombrante da far cagare adosso anche i produttori in giacca e cravatta. L’autoproduzione è il futuro sia per gli artisti, sia per il pubblico.

uomomorto voleva dire che la fantascienza fa impazzire a leggerla sui libri, ma coi piedi per terra è un po’ più astrusa.

L’ho ricevuta con in fondo ste due faccine “:smiley: :slogun:”
Oh te piuttosto che darmi una good ti spari un bicchiere d’acido nelle mutande eh! Maledetto…

ma tu non eri panc?

Perché, sino a ieri come si facevano i demo? Se avevi le pezze al culo (come tutti i gruppi in cui ho suonato) andavi in sala prove con il registratore a cassette e qualche stronzata tiravi fuori… oppure ti bevevi una birra di meno per un paio di settimane e chiedevi al proprietario della sala prove di piazzarti due o tre microfoni in sala e di registrarti su una cassetta. Oppure, se ti andava proprio grassa, ti facevi prestare qualcosa di semiserio (tipo un 4 piste) da qualcuno che ce l’aveva e ti arrangiavi così.
I demo esistono dalla notte dei tempi, non dal post-mp3.

Detto questo, posso concordare con parte del discorso perché conosco molte persone che si dedicano con ottimi risultati all’home-recording. Anche se alla fine una mano in studio (per missaggio finale e mastering) ce la passano sempre pure loro.

L’ho ricevuta con in fondo ste due faccine “:smiley: :slogun:”

Beh, datonsi che :slogun: è l’emoticon della mia faccia, più firmata di così…

Oh te piuttosto che darmi una good ti spari un bicchiere d’acido nelle mutande eh! Maledetto…

Sono in missione per conto di Dio. :slogun:

Dico che se devo farmi un demo (non un album da lanciare in top ten) spendo meno a comprarmi una scheda esterna e un microfono (senza parlare di marche) e farmi le mie registrazioni smanettando per bene e con calma, senza passare in studio. Non verrà certo fuori un sound a la Albini ma verrà sempre meglio che registrare su cassetta con un walkman.

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Vedi risposta di Slogun…non ci vuole chissa’ cosa per registrare in sala prove e fare un cdr o cassetta con copertina.

un portatile decente, un mixerino pessimo, du microfoni schifosi e rock’nroll!
registrare in sala o nel proprio garage non cambia niente. anzi spesso nelle sale trovi degli handicappati mentali che non sanno fare un cazzo, si improvvisano Timbaland, Steve Albini o Brian Eno e ti rovinano tutto!

Appunto.

w albini

parlando per esperienza, rimane il fatto che se non presenti un prodotto ‘come si deve’ non ti cacano manco di striscio. parlo di major, o quasi, ovviamente. ci vuole un cd registrato in studio con copertina decente ecc… in sostanza, vogliono vedere che ci hai speso del grano e vien da sè che più ne spendi e più possibilità hai di firmare un contratto. chiaro che poi se non sai scrivere canzoni ci puoi spendere anche un milione di euro che non concludi una ceppa comunque… ma non siamo un pelo OT?

Sarei curioso di conoscere chi tra noi ha inviato materiale ad una major…

ovviamente io e più di una volta. materiale comunque di pessima qualità, registrato in cantina con mezzi veramente scarsi e senza manco uno straccio di copertina… manco mi hanno risposto, nonostante i pezzi, a detta di amici ‘intenditori’ e non, meritassero parecchio. roba con testi in italiano su di un genere melodico (indie alla guided by voices) quindi lanciabilissima a qualsiasi livello, a parer mio. la verità è, oltre alla questione legata alla presentazione di un prodotto ‘serio’, che se in italia non hai uno straccio di conoscenze nel settore o i soldi per ‘comprartele’, non c’ è modo di farsi un nome a livello commerciale e quindi di campare tranquillamente suonando, cosa che era invece possibilissima negli anni 70, quando bastava il talento e una briciola di genio. un sogno, quello di fare musica per professione, che inseguo da oltre dieci anni…

se si sposta il tutto in una discussione a parte forse è meglio…

Probabilmente sarà tempo sprecato, considerando il recente andazzo del forum… comunque riesumo questo vecchissimo thread aperto da me non per continuare quel discorso ma per sapere se c’è qualcuno sul forum che compra le ristampe in vinile che molte label stanno immettendo un po’ dovunque, dalle edicole ai negozi e agli shop online come amazon. Non è per fare un sondaggio di mercato ma più che altro per sapere se si può far diventare questo thread utile usandolo per postare “consigli per gli acquisti”: per intenderci… molte di queste label, soprattutto le più economiche, si limitano a riversare gli album su vinile partendo da file o cd digitali, non offrendo quindi la possibilità di ascoltare realmente gli originali master analogici e la loro dinamiche, che li faceva suonavare decisamente meglio rispetto ai cd.

Le label che certificano la fonte “completamente analogica - AAA” sono poche, spesso produttori americani i cui dischi, importati in europa, vengono a costare di più delle vecchie stampa giapponese. Va bene che la qualità si paga, tuttavia questi prodotti sono quasi esclusivamente indirizzati al mercato degli audiofili che posseggono impianti da svariate migliaia di euro, perciò sicuramente irraggiungibili per chi compra molta musica (e ha poche risorse economiche) o semplicemente non ha un impianto hi-end per massimizzare l’esperienza di ascolto. Per questo motivo pensavo potesse essere utile (come fino a qualche tempo fa si faceva per i dvd, ad esempio i titoli Ermitage più meritevoli qualitativamente) indicare qui, da parte di chi ha comprato o avuto modo di ascoltare qualccuna di queste ristampe in vinile più economice, se un determinato titolo valesse la pena di essere comprato in quanto decentemente suonante, se non come un vinile d’epoca in condizione mint, almeno meglio di un file mp3 ad alta compressione o di uno streaming su spotify.

Sperando che qualcun altro voglia contribuire (e che il thread non sia del tutto ignorato o mandato in vacca), comincio io dicendo che il vinile di A Kind of Magic dei Queen, uscito in edicola qualche settimana fa come primo numero della collana dedicata dalla de agostini alla band britannica, pur essendo una pubblicazione ufficiale identica all’edizione da negozio (piccolo logo de agostini a parte), suona davvero da schifo: oltre a non essere silenzioso, la dinamica è totalmente piatta, cosa che indica un probabilissimo riversamento da file digitale successivamente compresso per trasferirlo su vinile. Per me è inconcepibile che la stampa di una major, che si presume abbia accesso ai master originali, sia realizzata in questo modo, ma tant’è, ormai questa modalità, salvo rare eccezioni, è diventata la norma. Riprendendo il titolo del thread… "discografici, ridateci il vinile… ma, visto che non li regalate., che suoni almeno come quelli di una volta!

Chi di voi ha avuto esperienze simili alla mia? Oppure ha preso una di queste ristampe economiche che suonano inaspettatamente bene?