Cari discografici, ridateci il vinile

Io ne ho sentito uno di De Andrè preso in edicola, credo sempre edito da De Agostini, che è praticamente il cd messo su vinile, con tutti i limiti del caso.
Presumo che tutta la collezione sarà così.

io di ristampe ne sto comprando abbestia, qualcuna da edicola molte dalle label che sono spuntate fuori come i funghi, sul tema colonne sonore e library in particolare

delle robe da edicola sinceramente ciò che più mi fa storcere il naso è il cartonaccio che usano come copertine, che veramente se ci provi a incartare il pesce si rifiuta

delle ristampe e/o delle nuove stampe delle piccole label il discorso è molto diverso e assai più complesso

conosco bene come lavorano di norma alcune di queste etichette, abbastanza per dire che l’analogico completo è utopico al 2018 e anche con poco senso a dirla tutta… parere mio s’intende

Ale, son tutti master digitali. E mettere un master digitale su vinile è la cosa più imbecille che ci possa essere: hai la stessa compressione del cd e in più una perdita di frequenze.
Non so in edicola, ma in negozio un vinile nuovo costa sui quaranta euro: a meno trovi una vera ristampa analogica (nel caso di album di non particolare valore collezionistico pure una stampa originale).
La dinamica ormai è un concetto dimenticato: limiter a palla che schiaccia ogni cosa per pompare il volume.
Stavo studiando la linea di basso di Rio, quindi ho importato la traccia su Cubase per suonarci sopra. L’ho presa dalla deluxe edition del 2009, rimasterizzata ovviamente.
Questa è la forma d’onda:

E t’assicuro che si vede anche di peggio.

Mmmmh… non sono del tutto d’accordo con tutto ciò, mi spiego

E’ ovvio che (come credo farà la de agostini e gli altri da edicola) spedire un cd alla stamperia dei vinili e dirgli copia questo è una stronzata

Quelli che fanno le cose per bene, almeno dal punto di vista tennico (e stranamente gli italiani stanno facendo così), ripartano dai master su nastro, ovviamente analogici

ma già la procedura di estrazione della musica dai nastri e relativo primissimo missaggio introduce un elemento di arbitrarietà oggi come lo introduceva ieri

oggi per forza di cose lo fai in studio digitale, ieri per forza di cose lo facevi in studio analogico

Farlo oggi in studio analogico credo sia pressochè impossibile oltre che ogni disco ti verrebbe a costare 200 euro, e senza contare che l’elemento di arbitrarietà ce lo metti lo stesso poi

il nocciuolo della questione è come tiri fuori questo master dai nastri analogici. un conto sono le operazioni che tu fai per riversarlo su cd e tutto un altro sono quelle che fai per riversarlo su vinile…

Steed sei il solito malfidato, ti hanno risposto addirittura in 3, cioé mezzo forum praticamente :mad:

'spetta, Pier, non facciamo confusione: il missaggio è un passaggio precedente al mastering. Quello per fortuna non lo tocca nessuno perché significa andare proprio a cambiare un disco da un punto di vista artistico.
Credo che qualche anno fa siano uscite delle versioni remix degli album dei Doors, ma non le ho mai sentite. Comunque si tratta di due cose differenti.

Impossibile no, ma appunto costerebbe uno stonfo. Te lo puoi permettere su grosse produzioni, su una tiratura di mille copie diventa un costo insostenibile.

Ma in che senso arbitrarietà? Che il risultato finale dipende dalle orecchie dell’ingegnere di mastering? Va be’, certo, ma quello vale anche per gli album originali.
Diciamo che in teoria rifare il mastering oggi ti dovrebbe consentire di usufruire di tecnologie più avanzate rispetto agli anni '60. Potenzialmente potresti migliorare davvero la resa sonora di un album.

Sì, appunto, è questo il processo di mastering. Ma una volta riversato il materiale in digitale hai effettuato il lavoro di campionamento che fai per portarlo sul cd, in più devi tagliare pure una parte di basse frequenze che altrimenti disintegrerebbero le puntine. Aggiungici che il mercato di oggi ti richiede certi volumi e l’unico modo per raggiungere quel livello RMS è schiacciare la dinamica e la frittata è fatta.

Perdonate l’ignoranza, ma gli stampi con cui creavano fisicamente i vinili millemila anni fa non sono più utilizzabili (per usura, o perché distrutti, o altro)?

Non vorrei dirti una vaccata perché non lo so con certezza assoluta, ma credo che quelli rimanessero in mano agli stampatori. E la stragrande maggioranza di quegli impianti per la stampa non esiste più. Le case discografiche o i produttori, insomma i detentori della proprietà fonografica, penso siano in possesso dei soli master tape (come oggi, ai tempi del digitale, rimangono in possesso dei soli DDP).
Non so neppure se avessero una capacità produttiva limitata e dopo averne stampato un certo numero di copie si dovesse realizzare un nuovo cut. Considerando che anche le vecchie stampe avevano di tiratura in tiratura numeri di matrice diversa tenderei a pensare che fosse così.

Ma comunque si parla di rimasterizzare, quindi non avrebbe senso in ogni caso pressare dalle master copy originali.

Io di queste cose non capisco niente, posso solo dire in tutta sincerità che è confortante sapere che in ambito musicale circola la stessa vena di pazzia che c’è in quello filmico.

perdonatemi mi mancano pure i fondamentali per impiantare un discorso tennico, per cui cerco di restare su un discorso di tipo concettuale

pure io non vorrei dire troppe vaccate ma nei fatti prendere un nastro originale e farlo diventare un vinile non dovrebbe essere così dissimile da prendere il girato e farci un film, nel senso che è già in questo momento che ci si mette un discorso di tipo arbitrario

nella sostanza accade, o perlomeno è accaduto, di rinvenire nastri inediti in cantine allagate e infestate da sorci, per forza di cose sono nastri che vanno ripuliti e manipolati in qualche modo, e oltre questo faccio per dire, filtri, preset, tentativi di ridurre fruscii e rumore li fanno adesso ma li facevano anche prima

quando facevi questa operazione col musicista che aveva suonato affianco potevi fare una specie di directors cut, lo fai 30 o 40 anni dopo ovviamente no

ma però quando fanno questi riversamenti fanno tante prove diverse, con settaggi e tagli diversi, qualche volta mi hanno passato in prelisten dischi che stavano per (ri)uscire su file enormi non compressi, questo è possibile grazie al digitale ovviamente, in analogico sarebbe una follia visto che lo standard di copie è 500, però come dire, rispetto al prendere un cd e stamparlo su vinile ci passa un mondo in mezzo

ti assicuro che in ambito musicale la vena è molto ma molto più chiusa

Ma il cd su vinile non esiste, ci sono specifiche differenti a cui attenersi nel realizzare un master per lp.
Il cosiddetto “calore” del vinile viene dalle distorsioni armoniche proprie dell’analogico. Se hai lavorato in digitale non ha alcun senso la stampa su supporto analogico, se non quello della moda. Trasferire un master digitale in vinile, proprio per le specifiche di cui sopra, comporta una serie di interventi peggiorativi e/o di limitazioni sul master stesso. Qui ci sono le linee guida richieste dalle stamperie.
Un master digitale suona meglio su supporto digitale, c’è poco da fare. Anzi, ancora meglio sarebbe non passare da un supporto e riprodurre direttamente il file, perché per mettere il tutto su cd devi necessariamente fare un downsample a 44100 Hz/16 bit, ma quasi sempre il lavoro a monte viene fatto con frequenze di campionamento e risoluzione in bit superiori, anche più del doppio.

P.S. Rena’, prova a spendere ore di lavoro e 200/300 euro e a brano per un missaggio fatto a regola d’arte e poi vedi se non ci badi pure tu a 'ste cose :smiley: - L’idea che poi la gente ascolti dall’altoparlante del telefono è devastante.

Io ho amici musicisti che hanno pubblicato diversi dischi e cd ed il loro modus operandi è portare le canzoni finite in WAV 96/24 da un tecnico specializzato che a partire da queste produrrà un master per le stampe in vinile ed un altro master per quelle in cd, ognuno realizzato secondo le specifiche richieste per quel formato.
Credo che venga fatto anche un terzo master per le versioni mp3/FLAC/WAV in vendita nei digital stores.

Usare il master specifico per il cd per stampare il vinile sarebbe una follia senza senso, concordo (e spero proprio che non lo faccia nessuno, ma ho sentito dire da fonti attendibili di vinili stampati a partire dagli mp3, quindi…)

È probabile che sia come dici te, grassie per la delucidazione. Gli stampi avevano di sicuro una “vita utile”, anche se non saprei quantificarla.

Innanzitutto grazie a tutti per aver risposto… benché la discussione abbia aperto un binario parallelo :smiley:

Appena ho più tempo risponderò nello specifico… nel frattempo però mi sono venute fuori un paio di considerazioni a causa di questo post blu petrolio…

Lo so che sono tutti master digitali, salvo forse quelli delle label più esoteriche, su cui è garantita la fonte con tanto di indicazione della provenienza del master e anche della stamperia… ma se uno deve spedere 60/70 euro (se non 100 e più) per un vinile, tanto vale spenderne qualcuno in più e recuperare una stampa originale :smiley:

Naturalmente io, non disponendo di risorse tali per comprare i vinili audiophile, come da tuo suggerimento mi accontenterei delle vecchie ristampe “d’epoca”, che sul mercato dell’usato sono spesso più economiche delle moderne ristampe… il problema è che per il rock, salvo qualche caso, i prezzi sono decenti e le ristampe molteplici… ma per il jazz, la classica e le colonne sonore come la mettiamo? Spesso gli originali, in caso del jazz (il genere di cui attualmente vorrei incrementare la mia collezione vinilica), sono di stampa americana e comunque hanno tirature più basse, rendendo anche le ristampe economiche merce pregiata e costosa… per le colonne sonore poi c’è da dire che alcune, come pure i dischi di sonorizzazioni, non sono mai state pubblicate su vinile all’epoca, se non in tirature per gli addetti ai lavori oppure davvero limitatissime e spesso in versioni parziali o mancanti di molte tracce che effettivamente si udivano nel film… in tal caso la ristampa vinilica contemporanea diventa l’unica alternativa per i feticisti come Pollanet, che magari tutti questi vinili li sta prendendo solo per metterli sullo scaffale :stuck_out_tongue:

E poi… se consideriamo che comunque dagli anni 80 quasi tutti i master sono digitali (lo stesso A kind of magic dei Queen fu il loro primo LP registrato completamente in digitale), perché negli anni 80 le stampe in vinile di questi album suonavano bene e ora fanno davvero schifo? Un motivo può essere la mancanza di tecnici di stampa veramente preparati, per via del progressivo smantellamento delle stamperie avvenuto negli anni 90… ma, al contrario di quei tempi, non dovrebbe essere più facile ora, con i vari software a disposizione, equalizzare un file digitale ed ottimizzarlo per la stampa su vinile? Certo se poi una label prende un mp3 scaricato dal web, tutti questi discorsi stanno a zero…

Come la mettiamo? Il senso del mio discorso è: se è un master digitale comprati il cd ché suona meglio e costa di meno.

Va be’, certo, se è l’unica alternativa non è che hai tanto da scegliere, non sarà il primo né l’ultimo disco che compri per il valore artistico e se non suona come quelli della Blue Note pace. Ovviamente mi riferivo ai casi in cui ci sono più possibilità. Visto che sei partito dai titoli che vanno in edicola non penso ci siano grossi problemi di reperibilità, però.

Non esagerare, la “maggior parte” mi sembra un’affermazione avventata. Sì, sul finire degli anni '80 ha cominciato a prendere piede il master digitale, ma la scelta più comune era ancora l’analogico. Sul fatto che suonassero bene avrei da ridire… non so il disco dei Queen a cui ti riferisci perché loro per me sono come la kryptonite per Superman, ma un esempio può essere Litfiba 3 che fu uno dei primi album DDD italiani e faceva abbastanza schifo.
Non era ancora esplosa la loudness war, però, quindi almeno si prestava attenzione a non distruggere la dinamica di un mix, questo sì. E poi, pur lavorando in ambiente digitale, si usavano macchine analogiche (compressori, equalizzatori, etc.) che ora tanti studi non hanno proprio, lavorano solo coi plugin. Tanto che è sempre più sfumata la differenza fra studi di registrazione/missaggio e studi di mastering, in produzioni particolarmente low cost si tende a far tutto nel medesimo studio.

Questo thread e’ molto interessante!

Ciao!
C.

Non è detto, ci sono stampe originali che suonano peggio delle recenti ristampe, uno per esempio che ho avuto modo di testare è “Ziggy stardust” di Bowie, oppure recentemente il primo dei Roxy Music.
Tempo fa mi dissero che molti dei dischi degli anni 70 erano incisi su vinile di scarsa qualità a causa della crisi del petrolio e quindi non suonavano bene (facevano eccezione le stampe giapponesi).

ovvio che i vinili di oggi sono assolutamente migliori di quelli dell’epoca, già solo che sono spessi tipo il doppio di quelli di 40 anni fa è una garanzia che è molto difficile che si imbarchino come facevano i vecchi

comunque oh, i discorsi esageratamente puristici mi lasciano molto perplesso, e la scelta vinile o digitale non è e non può essere un fatto solamente sonoro

perchè innanzitutto se la mettiamo solo su quello allora dovresti avere anche un amplificatore a valvole, una stanza perfettamente adattata all’ascolto, le casse di un certo tipo, etc. e pure un orecchio finissimo che è l’unica cosa che non puoi comprarti

a me urta moltissimo il silenzio e ascolto musica per tante ore al giorno

mentre lavoro metto una playlist di youtube, oppure mp3, oppure youtube a random, quando trovo qualcosa che non conoscevo che mi piace me la scarico da youtube e casomai me la sento con le cuffie quando torno a casa in bus

però se la sera mi voglio rilassare caccio fuori un vinile, e aldilà del si sente meglio (per me sì) o peggio e di tutte ste frescate è un rito, è un ascoltare musica che non è scaricarsi la discografia di un cantante da emule, è una cosa che ci devi mettere attenzione, garbo sennò il disco lo sgarri e partecipazione perchè smuovi una decina di dischi, te li rigiri tra le mani, li annusi e alla fine ne scegli uno

e questo si fa solo con i dischi

Purtroppo l’orecchio è l’unica cosa che mi son ritrovato di serie, ho un discreto impianto ma nulla di esoterico. Sicuramente il componente migliore è proprio il giradischi (anche se devo cambiare la cinghia, quindi al momento è fermo).
Riguardo all’attenzione che richiede il vinile son d’accordo con te, e pure a livello emotivo: credo che qui dentro siamo cresciuti tutti con gli lp. Ma Steed chiedeva delucidazioni sulle caratteristiche audio ed a quello ho risposto. :wink: