[ce la potevamo risparmiare]:ovvero il cinema italiano risponde a Tarantino

come spesso accade son d’accordo con quanto esprimi.
epperò credo che giusto Cronenberg o Scorsese non siano proprio dei rappresentanti dello star sistem usa.
non è un caso che vengono sistematicamente (o quasi) snobbati da hollywood:confused:

Peckinpah ebbe gli stessi problemi, se ti raccontassi le vicissitudini produttive cui andò incontro per girare Sierra Charriba… i veri, grandi filmakers hollywoodiani son spesso stati snobbati per il loro essere controcorrente, è questo che li ha resi quel che sono.

Se vogliamo fare i pignoli Cronenberg è pure canadese… e poi i suoi film probabilmente hanno più successo in Europa che in America… cmq penso che alla fine abbiano torto e ragione un po’ tutti… meno che i produttori: quelli statunitensi ma soprattutto gli italiani che ormai non rischiano più e non tirano fuori mai un soldo. Ormai si sono ridotti a fare i raccoglitori di fondi a destra e a manca… un po’ come i maturandi con la scatolina per i 100 giorni! :frowning:

“Sam è morto, ma Clint Eastwood gode di ottima salute. Idem con patate per David Cronenberg, Martin Scorsese, Ron Howard e altri solidissimi addetti ai lavori. Quel che a noi è venuto a mancare non sono i registi, ma un’intera tradizione cinematografica.”

Quel che è davvero “venuto a mancare” da noi sono i fior di soldoni che alimentano una baracca che costa un mucchio.

Pure Spielberg e De Palma se non “trovano la produzione” di tutta la loro arte ce ne fanno gli stracci…
In USA, c’è poco da dire di no, i soldi ancora li fanno girare. E TANTI.
E quei soldi alimentano un mercato che, a sua volta, spinge un sacco di personaggi a dedicarsi al cinema.
Quando mancano i soldi mancano anche le possibili forze propulsive, mancano le scuole, mancano i corsi e tutto quel contorno che un tempo c’era pure da noi.
Di idee e di “creativi” in Italia non ne sono mai mancati. Ma se il vil danaro non li sostiene, tante belle idee rimangon sopra e sotto i banchi. Dentro e fuori dalla testa di molti.

Quel bel ciondolone del Clint che fa tanto impazzire ed impazzare i nostri critici cosa mai partorirebbe se fosse costretto a lavorare nella nostra bella penisolona?
Mystic River?
Sì…al massimo un Mystic Pizza con un paio di patatine rubate da Rossopomodoro…

Una buona salute sembra sempre di ferro quando il conto in banca è più gonfio della patta di Almayer quando si visiona “Monella” (che lui, quando la ragazza ci scarrozza in bicicletta pelo al vento, ce lo sentono mugolare fino in Olanda…).

Il cinema non vive di solo pensiero colto e di intenzioni folgoranti.
E’ una industria che abbisogna di mezzi potenti per estrinsecarsi. Ancor più oggi che deve fronteggiare una tv che tutto magna e rigurgita.

Vabbè dai ragazzi,va bene così.
Se a qualcuno di Voi continua ad andare bene questo tipo di cinema fatto da Utimi baci Pianeti contro e metri e metri ancora sopra i ponti milvio va bene-
Se ancora trovate la forza di dire…“beh questi film hanno il loro pubblico” va bene.
Se non volete più il cinema in Italia.Va bene.

…che tristezza, per me, se va bene…:frowning:

Bava e Di Leo lavoravano con poche svanziche, e bei film ne hanno sfornati. I soldi da soli non bastano, come dimostrano certe vaccate a stelle e strisce ad altissimo budget; sono le idee e soprattutto il coraggio di mandarle avanti che contano. Clint idee ne ha, e per sua fortuna è in grado di realizzarle; qui nel belpaese buone idee ce ne saranno pure, ma mancano produttori con le palle disposti a finanziarle anzichè elemosinare sovvenzioni ministeriali. Ecco cosa intendevo sostenendo che fosse venuta meno una concezione particolare di fare cinema.

E’ per questo motivo che mi meraviglia ancor di più leggere certe cose su un forum di gente “di un certo livello” che queste cose dovrebbe saperle…bene.

L’autore lo trovo geniale e non lo nascondo, ma a parte questo, vogliamo forse metterci a giustificare o a difendere l’indifendibile come i cinepanettoni, che di qualità artistica ne hanno ben poca?..

Franco e Ciccio penso che siano di tutt’altro spessore, oltre che di un’ altra epoca.

…Aggiungiamoci Castellari, e Massi, ed il concetto sarà ancor più chiaro…
…prodotti non soltanto di qualità, ma anche esportabili con successo…
…su Sceneggiatori come Dardano Sacchetti, non basterebbe un volume intero: e ora ? :frowning:

I film italiani del passato, indubbiamente campioni del rapporto risorse/risultato, sfruttavano un periodo favorevole e comunanze imprenditoriali (le famose multiproduzioni franco-ispano-italiche che tanto leggete all’inizio di un sacco di film dei sessanta e settanta) che non son più fra noi.

E’ del tutto inutile che mi riportiate alla mente i Bava e i Di Leo del passato, inutile quasi quanto l’esempio degli Scorsese e i Clint di oggi.

Bava con le logiche attuali non si muoverebbe più e Scorsese impiega per i suoi “capolavori” gente come Di Caprio che da solo costa come tutto l’ultimo anno di cinema italiano.

I raffronti li si dovrebbero fare fra “forze” in gioco pressochè simili.

Ieri ascoltavo una intervista della fine dei sessanta. Al signor Hitchcock (mica Scorsese, ripeto: Hitchcock…). Questi 96 chili di intuizione e pura dinamica filmica (ripeto: mica Scorsese…) accusavano (ed era la fine degli anni sessanta !!!) grossi limiti creativi causatigli dai “tagli” della produzione.

Oggi quel signore troverebbe che le fatiche economiche richieste da quel mondo sono centuplicate.

Oggi anche se ti chiami Spielberg, anche se ti chiami Pollack o anche se ti chiami Cu-Cu-Ru-Cu-Cù-Paloma devi fare i conti con logiche di mercato che devono a loro volta fare i conti sempre pure con il mercato dell’home-video. Che vuol dire dvd a casa, che vuol dire “dolby digital”, che vuol dire “botti & lampi” per il pubblico.

E se in Italia per tagliar una testa chiami Prestopino e lo paghi 5000€ per “arrangiarsi” in casa con quel che ha, in USA chiamano Johnny & Billy della Super Studios e li pagano 50000 dollari.

Lo dicevo io di rimanere al cinema dopo la fine del film.
Per leggere la coda di gente che ha lavorato nell’ultimo Scorsese e per vedere quei quattro gatti che seguono l’ultima immagine del film di Ciprì & Maresco.

Così, tirando le somme, si viene a sapere che la produzione di uno “Scorsese” costa, per sole spese di “elettricisti”, più del cachet dei protagonisti di una produzione media italiana.
Un’industria è una catena di sinergie. Se paghi un decimo quasi tutti gli anelli sto gran diadema mi sa che salta fuori mica…

Sei un giovane talento italiano e qualche santo al governo ti dona 10000€ per mostrare al mondo che sai fare con la tua arte?
Come?
Tu proprio volevi fare il Bullit italiano e non ci stai con le spese?
Come?
Decidi di fare comunque un film sugli amorini di un paio di ragazzi del muretto che così il finanziamento ci sta?

Embeh…embeh…prima di dire che i poeti, gli intellettuali e le più belle forze creative sono a stelle e strisce e qui c’è grossa crisi…embeh provate un po’ a dare gli stessi budget che girano qui ai vostri Tarantini ammericcani e vediamo che riescono mai a cavare…

Ma voglio ricollegarmi ad un bellissimo film di cui potete leggere la mia supersuccosa recensione in “tutti i colori del buio”…
Giornata Nera Per L’Ariete…guarda un po’!
Quello, come ho scritto, è un film che mostra come impiegare al meglio le limitate forze produttive.
Bene.
Un film che di botti ne fa parecchi e che ha una delle sue principali forze (se non la principale…) nella meravigliosa fotografia.
Bene.
Di chi è la fotografia eh? (se non lo sapete andatevelo a leggere che io ve lo dico mica)
Beh, è di un tale che, guarda che combinazione!, chissà perchè se ne andò a lavorare in USA e, mi pare, li si beccò pure un riconoscimentone per aver colorato il cielo di Apocalipse Now…

Uno dei più bei b-movie americani che si siano visti negli ultimi tempi è l’ultima opera di quello Zombie che mi fece aprire un topic che qui non s’è cagato nisciuno o quasi.
Eh…ma lo sapete che The Devil’s Rejects è costato quanto tutti i film di Sergio Martino messi insieme?

A voglia dire che i soldi non sono tutto…è vero, non sono TUTTO. Ma son sempre MOLTO DI PIU’ DEL NULLA CHE GIRA QUA.

Nessuno lo nega; ma sarebbe riduttivo fermarsi alla mancanza di svanziche. Certo che oggi un Bava non potrebbe lavorare, che le condizioni distributive son diverse e il mercato pure; il problema però è legato soprattutto al discorso di cui sopra, ovvero il cinema italiano odierno è in mano a un branco di fregnoni. S’incazzino pure, sfanculino Tarantino e invochino Olmi; la sostanza non cambia. Un Bellocchio certe cose le sa benissimo, quindi se si limita a fare spallucce e dare del cafone a chi ci critica è in mala fede, poche balle. Lo vogliamo capire o no che oggi c’è chi si reinventa produttore al solo scopo di carpire finanziamenti ministeriali? Che una rondine non fa primavera, e come giustamente sottolineava iochisono quattro registi in gamba non compensano gli altri quaranta incompetenti che gestiscono il cinema italiano? Poi siamo d’accordo, Eastwood qui da noi non potrebbe fare un cazzo e se lo stesso Argento lamenta la povertà (in senso letterale) delle attuali produzioni tricolore un motivo ci sarà. Ma non forniamo alibi a certi mascalzoni che s’ingrassano per produrre zero; fa comodo pure a loro la storiellina del cinema povero, del non poter competere con gli Americani ecc.

Comunicazione di servizio:

Fior di americano a Roma, Cannes e Venezia
'sti yankee quando sparano ‘ste mulate
mettono un po’ tristezza

Eh ne ho sentito parlare di quelle famose arraffate di capitali ministeriali…avendo studiato cinema proprio con uno di quei registi attivi nei novanta e che poi rimase nel giro occupandosi di insegnamento, critica ed organizzazione.
Tutto certamente vero.

Epperò non si può contare solo su quello.
Né per scaricare tutte le colpe né, ancor più, per trovarci tutte le ragioni dell’appiedamento del cinema italiano.

Bello Occhio e gli amichetti suoi son in fondo quattro gatti e nemmeno stanno in quel vicolo dei miracoli proprio al centro di Cinecittà.

Se circolasse la munera, e se ne circolasse abbastanza, le occasioni di mercato e competizione ci sarebbero. Chi detta legge oggi si troverebbe innanzi più pistoleri da affrontare. Ci sarebbero più idee in circolo pronte a materializzarsi. Concorrenza che anima gli animi. Una piazza che si allarga e nuovi palchi per nuovi oratori.

Lo scandalo dei fondi ministeriali può pure dare lavoro a giornalisti e scatenare i forumisti.
Ma per pompar sangue nel cuore di un’industria sotto il comune senso del pudore bastan mica quei risicatissimi importi.

A cagionare per benino sulle vicende del cinema nostrano dagli ultimissimi settanta ai primi novanta mi sembra di poter dire che ad “andarsene” son stati prima i capitali e poi i registi.
Chi ha voluto resistere, forte di un curriculum già bello che scritto tutto, molto spesso s’è dovuto riciclare in tv, ha dovuto mandar giù compromessi più dello zabaione, l’orgoglio ed alcune ideucole se le è dovute spazzolare e riporre nel cassetto buono.
Più tutta un’altra antologia di faccende di bassa lega che riempe le pagine di amenosissimi manualetti.

Porto le lenti a contatto mica per nulla. Sono un po’ miope.
E difatti l’uscita io qui la vedo mica.

Concordo. Non commento su Saturno Contro, non l’ho visto. Però Mastandrea non è male, e la Buy mi piace, anche se è troppo spesso monotematica. Con buona pace del fruitore di pornostar baresi… :tuchulcha

Preferisco la Mayarchuck in Trasgredire. E Brass mi provoca erezioni mentali (cit.), per quelle pubiche vado su Brigitte Lahaie.

Caro Almayer ti ricordo di stare in topic ché il forum non è mica la piazza dei tuoi amorini col Giorgio…

Lo scambio di affetti fra due forumisti è cosa alta, nobile e poetica ma potrebbe risollevare le sorti del nostro cinema italiano solo se qualcuno ne volesse abbozzare una sceneggiatura.

Forse che tu abbia pensato ad una sorta di “Love Proof” da proporre ad italicissimo regista?

Te e quell’altro forumista che vi rotolate pei campi di girasole, un po’ di petting, qualche “insert” da Tony Arzenta e da Anal Intruder e il gioco è bello che fatto?

Questa situazione del cinema italiano mi sta deprimendo,sono diversi giorni che i penso,non è possibile.
Tutto ciò mi provoca un costante stato d’ansia cui solo massicce dosi di valeriana riescono ad arginare.
Penso di aver bisogno di uno psicologo,adesso vado alla ASL.

Più che monotematica monocorde, è lì il problema. Però non mi pare che sia il caso di disquisire su chi meriti o no di rappresentare il cinema italiano; semmai la questione è se sia il caso di dare tanta importanza a quel che dice una Buy di turno. Tarantino mica è la colonna portante del cinema americano, scusate; solo un buon regista che ha espresso un’opinione, superficiale quanto volete ma che trova dei riscontri. Si può confutare la sua tesi o accettarla, come si può accettare che Bellocchio gli dia del cafone o no; ma se è un errore pendere dalle labbra del colonizzatore Quentin, per quale motivo dovremmo considerare vangelo il verbo di un Mastandrea? Mi pare che di crisi del settore nei forum si parlasse molto prima delle sparate tarantiniane, quindi tutto questo stupore e lacerar di vesti suona eccessivo.

Cmq Tarantino non è stato poi troppo superficiale… non ha sparato solo nel mucchio… infatti in quell’intervista rilasciata a tv sorrisi ha anche detto di apprezzare molto i film di Nanni Moretti… che peraltro fa un tipo di cinema totalmente opposto al suo… in ogni caso adesso sarebbe curioso sapere cosa ne pensa invece Nanni Moretti dei film di Tarantino :smiley:

…si, condivido, sembra di vedere tanti (la Buy ed altri che, a mio avviso, non è che abbiano molta voce in capitolo) come risvegliarsi da un lungo sonno…
…per cosa, poi: nolenti, o volenti, le cose stanno come ha detto Quentin…:wink: