Visto che ne nessuno ha ancora tirato fuori l’argomento ci penso io. Premetto che Charlie Hebdo non è che lo leggessi spesso, preferivo il suo competitor (e molto più di successo) Le Canard Enchaine, anche a circolazione era poi un giornale non così importante, 60-80000 copie. Per fare un paragone sull’assurdità dell’atto, è come se avessero attaccato Il Vernacoliere.
Ma comunque, non voglio aprire un thread per parlare delle solite e deliranti teorie complottiste, mi è bastato leggere qualche commento dal FB di Grillo:
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per riconfermarmi che la madre dei coglioni è sempre incinta.
Casomai una domanda che mi pongo da un po’, abitando in Medio Oriente, è perché si permetta a centinai di cittadini europei di andare in Siria/Irak a lottare con Isis/Al Nusra/Syrian Liberation Army e poi di rientrare in Europa come se nulla fosse. Vari paesi, Saudi in primis, hanno passato leggi per far scattare l’arresto immediato di chi è andato in quel teatro di guerra e ha imbracciato le armi. Alcuni sostengono pure di togliere la cittadinanza. Personalmente bloccherei chiunque vada in questi posti onde verificare minuziosamente i motivi.
Ma a parte questo, l’altra sera assieme ad amici, con una buona bottiglia di vino aperta, si discuteva sul contenuto delle vignete di Charlie Hebdo: sostanzialmente loro (entrambi italiani, e non musulmani) sostenevano che quella del magazine non fosse satira ma insulto, e che c’è una profonda differenza. A me ricordava molto la diatriba su Luttazzi con Satyricon, e tutta la censura scatenata dalle armate berlusconiane con la storia della par condicio. Io invece sono a favore della libertà di stampa, totale, sono persino contrario al vietare libri “pericolosi” come il Mein Kampf. Su un blog dal sito del NY Times ho apprezzato molto questo articolo:
http://douthat.blogs.nytimes.com/2015/01/07/the-blasphemy-we-need/?_r=1
sostanzialmente dice la blasfemia, come rappresentata da Charlie Hebdo, non è necessaria, ma lo diventa e va difesa quando dall’altra parte c’è uno con la pistola pronto a sparare. E sono d’accordo.