Quello lo farei anche oggi, mi sono perso l’Ultimate Cut di Caligola a 70km solo perché dopo avrei dovuto attraversare a piedi una città piena di sgherri castellariani all’1 di notte. Quelle poche volte che c’è qualcosa di clamoroso e irripetibile, se posso, parto. Per l’opera in sé, non perché 100 anni fa per vedere un film era più comodo raggruppare più persone possibile in una sala.
Non c’ero, io ho l’impressione che nei primi anni 2000 la qualità si sia abbassata di parecchio. Da adolescente ero convinto di avere qualche problema alla vista perché i titoli di coda li vedevo sempre diciamo doppi, poi mi hanno spiegato che era il proiezionista che non faceva bene il suo lavoro. Magari da bimbo non ci facevo caso, e ovviamente ho conosciuto proiezionisti che ci tenevano molto (i primi a criticare la qualità media delle sale)
Scherzi? Fino al 2018 il multisala dietro casa lo faceva. “Fine primo tempo” farlocco, più volte che no nel bel mezzo di un dialogo, poi prima che ricominciasse il film un paio di minuti di pubblicità . Magari lo fanno ancora, chissà.
Anche per me è stato un problema. Dover fare la retrotraduzione letterale in inglese dei dialoghi è decisamente un altro dei fattori che mi aveva allontanato dalle sale italiane. Nell’ultimo periodo, dopo un leggero miglioramento, ho notato pure che la diffusione delle versioni originali in sala è diminuita, altro fattore di allontanamento.