Chi ha smesso di andare al Cinema?

Io non frequento più le sale dal 1997-1998 circa. Oltre a motivi estrinseci, il motivo sostanziale è che - ahimè - il cinema contemporaneo non mi dà più alcuna emozione. Poi sì vabbè, ci sono le eccezioni (rare però).

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Mi hai incuriosito, Andrea: qualche titolo degli ultimi anni che è riuscito a coinvolgerti, nonostante tutto?

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Così sui due piedi mi vengono in mente, alla rinfusa, gli ultimi due film di Claudio Caligari, qualcosa di Marco Tullio Giordana, la Maschera di cera di Stivaletti (uno degli ultimi film che vidi al cinema), e tra gli stranieri qualcosa di Scorsese, Land of the Dead di Romero (entusiasmo moderato, a dire il vero), un paio di 007. Ma vado a memoria, sicuramente tralascio altre cose.

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In quanto la discussione si fa interessante ho separato il topic, ho anche io la mia da dire.

Personalmente non andrei più al cinema, se non per volontà o esigenze sociali, non mi da più le emozioni di una volta e non ne sento la necessità, se proprio devo il gioco vale la candela come è stato con Dune dove effetti audio e visivi al cinema sono un valore aggiunto.
Anzi, credo che suddetto sia stata la mia prima e unica visione post-covid.
Sarebbe bello sentire le opinioni di chi come @A_N ha abbandonato le sale o è in procinto di…

Per il resto, sto bene a casa mia, sono uno spettatore esigente, non tollero le chiacchiere e la gente vicino, figuriamoci di sti tempi… al riguardo c’è più di un topic apposito eventualmente :smiley:

https://gentedirispetto.club/t/ugc-cinecite-la-malaeducacion/3636

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Io invece frequento ancora il cinema, il fine settimana solitamente. Ovviamente non c’è paragone con il numero di visioni in casa (di sti tempi 1 a sera me lo sto sparando), poi vado a periodi

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La confessione di Andrea mi lascia senza parole. Anche perché, fatti due conti, ha “mollato il colpo” ancora in giovane età. E sì che dal 1998 occasioni valide, quantomeno dal mio punto di vista, non sono mancate. Almeno fino alla fine del 2019. Io, nel mio piccolo, ammetto serenamente che per le ben note ragioni, fra 2020 e 2021 sono andato in sala molto poco. Ma francamente, anche nel 2022 e quest’anno, sono stato molto “selettivo”. Film italiani? Quasi zero. Film “con la F Maiuscola”? Che mi abbia esaltato, e convinto, al punto di tornare a vederlo più volte, uno solo. Ovvero, “Oppenheimer”. E temo, in tutta sincerità, che pure nel 2024 non tornerò ai miei “ritmi” del passato. Credo davvero, che si sia chiusa un’era. Parafrasando una celebre canzone, “il cinema è finito, i cinefili se ne vanno…” :grimacing::thinking::cry:

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Inutile nascondersi dietro ad un dito.

La nuova modalità di fruizione del cinema e degli audiovisivi in generale, impostaci in modo più o meno coatto dall’industria dello spettacolo, ci rende spettatori pigri ed un po’ più passivi.

Alzare il culo per andare in sala diventa più faticoso, lo si fa solo per dei film per i quali sentiamo davvero che la visione su grande può essere un vero valore aggiunto o per pellicola per le quali abbiamo una forte forte attesa. O, più spesso, lo facciamo come occasione sociale, infatti i multisala son sempre più simili ad un paese dei balocchi che ad una sala cinematografica (si beve, si magna, si gioca a bowling e magari, se capita, ci si guarda pure un film).

È molto più semplice accendere la tv o il computer e guardarsi qualcosa curiosando passivamente nel catalogo della nostra piattaforma preferita. O ancor peggio abbandonarsi alla coercitiva serialità delle serie o alla dipendenza da scroll compulsivo e video consigliati di youtube, TikTok etcetera.

A me capita addirittura di prendere il programma mensile della cineteca, cerchiare tutte le figate che potenzialmente mi interessano (e sono sempre un sacco) e poi non andarne a vedere neppure una.

Bisogna davvero fare un atto di forza (o se preferite un atto d’amore) per non farsi ghermire dalla comodità e dalla pigrizia e mettersi scarpe e cappotto ed uscire di casa.

Poi quando arrivi in sala e ti vedi il film sei contento, e lo sai che l’esperienza è appagante e vale la candela, ciononostante la volta successiva avrai la stessa flemma, lo stesso torpore che invaderanno il tuo corpo e contro i quali dovrai combattere…

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per quanto vero non è il mio caso. a parte che rifiuto categoricamente di vedere film da pc e che pur avendo netflix dal 2018 non l’ho mai potuto usare (non ho smart tv e il pc in cui è ha un solo giga di processore), il mio progressivo abbandono della sala (a oggi non ancora totale al 100%) è iniziato verso fine anni 90 ed è dovuto a motivi che scavalcano l’avvento dei paradisi digitali (che per quanto paradisiaci, sempre digitali sono e comunque nulla possono contro la sindrome di platone, la solitudine e l’immersività che si esperiscono in una sala possibilmente vuota o quasi con megaschermo e audio a bomba), che pure sono stati un’ottima alternativa (ma malgrado tutto, non anzitutto), demotivazioni che posso essenzialmente così elencare:

  • l’esponenziale degrado del doppiaggio, la cui qualità è iniziata a precipitare senza ritorno dopo la prima metà dei 90. questo è uno dei motivi di fondo. ma qualora dovesse anche registrare netti miglioramenti, lo trovo un’aberrazione (i perché meriterebbero topic a sé) e mi fa venire le bolle. se ci fossero più sale dedite alle v.o. sottotitolate, sarei il primo a piantarci le tende.

  • il rapporto costi-benefici ovvero prezzo sempre più elevato del biglietto e stato disastroso delle sale: schermi piccoli e opachi, amplificazione con casse da stereo a volte dal tweeter rovinato, sale da 60 mq tipo quelle di una nave o da 100. al che uno dice “meglio una videoproiezione nella cantina di casa mia”

  • la scarsità di titoli interessanti da scegliere (dove sto il centro ha 4-5 sale tutto il resto è in estrema periferia) resa più difficoltosa ancora dai multiplex lontani 15 km da me

  • la latitanza e il non approdo dei titoli che più mi interessano, causa programmazione veicolata da organi dipendenti da madre ecclesia, o l’approdo previa censura (come fu con la casa di jack): da queste parti, per dirne una, non si è mai visto suspiria di guadagnino.

  • la maleducazione dell’astanteria. pagare per stare in una sala dove tutti spippettano su whatsapp (con suoni di notifica di riporto) o chiacchierano anziché vedere il film anche no. il crack molto prima della venuta degli smartphones, quando interruppi marmaglia ciaccolante chiedendo se potevo vedere quello per cui avevo pagato. alla risposta “abbiamo pagato anche noi e propio per questo facciamo il cazzo che ci pare” la scelta era tra fare una strage o mandar giù lo stronzo e non tornare mai più in una sala a rischio pienone. detto fatto.

  • il non poter più scegliere quando entrare, dove accomodarsi, quante volte rivedere il film e dover attendere lo spettacolo successivo se arrivi tardi

detto ciò, non l’ho mai abbandonata del tutto: il problema doppiaggio l’ho scavallato andando a vedere film italiani (che sono poi quelli che più abbisognano di sostegno) e continuando a frequentare festival. oppure, anche se accade raramente, un’infilata di un titolo v.o. con subts. anche se da qui a scrivere che ci vado con la stessa assiduità di un tempo ce ne corre. gli ultimi ingressi che ricordo pre-covid sono stati per loro (la seconda parte vista due volte), e nel dopo-covid il cattivo poeta (in 7 in sala, con obbligo di mascherina nonostante fossimo distanziati e coi condizionatori a stecca che era una roba da bronchite asmatica, altro che covid) e mai biglietto e tratta furono più bestemmiati. ultima cosa potentissima vista a un festival, la versione integrale di 3 ore del micidiale org

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Odio i cinema, anche se quest’anno ci sono andato almeno 6 volte è stato solo per momenti sociali o perché avevo l’istinto scimmiesco di voler vedere subito un determinato film.

Non è pigrizia, sono talmente malato che mi sono fatto anche migliaia di km per vedere un determinato film, è che l’esperienza in sala è oscena.

Intanto la qualità delle proiezioni è di gran lunga inferiore alla visione casalinga.
Ho avuto la fortuna di poter vedere di tutto, dalla sala di provincia col proiettore 2k coi pixelloni fino al 70mm al Cinerama Dome, e ormai la qualità di certe televisioni di fascia media è semplicemente imbattibile. C’è il mito che la pellicola abbia una definizione irripetibile in digitale, ma sia i test che gli occhi dimostrano che non è così. Anche se fosse, quello che arriviamo a vedere in sala è, se ci va bene, una copia di quarta generazione. Ho visto pellicole d’epoca ben conservate che parevano fotocopie.

Senza contare gli inconvenienti che dovrebbero essere rari ma non lo sono, tipo:

  • immagine non centrata sullo schermo anche in cinemoni blasonati che pensano all’Arte
  • esplosioni dei film delle altre sale che ti arrivano in momenti silenziosi (questo m’è capitato due volte su quattro negli USA)
  • immagini fuori fuoco nelle proiezioni in pellicola, ricordo un magnifico Superman Returns che pare che avevi gli occhiali appannati
  • 3D che pur avendo visto decine di proiezioni, era allineato bene solo in tre occasioni
  • i coglioni che fanno le foto allo schermo durante le scene clou

Poi ci sono problemi intrinsechi che ormai fanno parte della magica e irripetibile esperienza comunitaria della sala:

  • 30!!! minuti di pubblicità di cui solo 5 di trailer, che bello rivedere per l’ennesima volta lo spot dell’ottico dietro casa.
  • Vuoi vedere il film proiettato in 4k? Non solo c’è quel difetto dei proiettori laser che non ricordo come si chiama, ma siccome dobbiamo giustificare sti 7€ in più, ti spariamo delle luci colorate e degli schermi LED ai lati perché fa più “immersivo”

L’unica cosa realmente irripetibile a casa è l’effetto dello schermo gigante, ma anche lì, per me se non hai la fortuna di trovare un posto esattamente centrato è un’esperienza misera.
Altra cosa figa in sala: il 3D a framerate variabile di Avatar 2. Ma anche questo tecnicamente è riproducibile a casa, solo che non c’è lo standard adatto.

Con il prezzo di due biglietti ci compriamo un Blu-ray 4k (e avanzano pure), e non ci sono nemmeno le rotture di coglioni sopracitate. Se devo spendere dagli 8 ai 15€ mi aspetto come minimo di non avere pubblicità e che la qualità sia migliore.

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Come riportato in alto da @A_N, abbandonai la frequentazione dei cinema nel 2001 (andai con amici a vedere X-Men). Per quanto mi riguarda, l’avvento della possibilità di predisporre un angolo dedicato al cinema in casa è stato uno tra i diversi fattori - alcuni dei principali li avete elencati anche voi - che ha sicuramente influito sulla mia decisione di salutare le vecchie e care sale cinematografiche. Che ho tanto amato.

Ma questo non sarebbe stato possibile se nel tempo, non si fosse manifestata un’esigenza che per me, diventava via-via sempre più imprescindibile già dalla seconda metà degli anni '90: quella di approfondire, seppur nel mio piccolo, lo studio del cinema sia a livello storico che a livello tecnico ed estetico.

Per poter fare un percorso del genere, del tutto personale, l’unico modo era e rimane quello del cinema in casa, anche perché la TV ormai, non offriva già più la possibilità di un’attenta fruizione dei film: vuoi per il rapporto d’aspetto spesso completamente errato dei film stessi, vuoi per i tagli e i micro-tagli (senza contare le varie versioni proprio censurate/adattate al mezzo televisivo), vuoi per le sempre più snervanti interruzioni pubblicitarie.

Inoltre, avevo necessità di visionare i film in lingua originale, cosa impossibile da farsi nelle ordinarie sale cinematografiche.

Negli anni, ho avuto, quindi, la possibilità di predisporre in casa un angolo dedicato al cinema (si tratta di una stanza che chiamo “la stanza multimediale”, nella quale è presente, oltre a un numero di libri e riviste dedicati al cinema, anche l’impianto stereo e il PC): non è niente di speciale, sia chiaro, ma si tratta pur sempre di uno spazio che consente di concentrarmi al meglio, senza disturbi di sorta e con una qualità di visione che già a fine anni '90 molte vecchie sale si sognavano.

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Non vi nascondo che sono rimasto leggermente turbato dagli interventi letti finora. Per me che sono nato in un periodo in cui non c’era nessuna forma di home video tranne i super 8, esiste un’identificazione totale tra film e sala. Quando questa viene spezzata, tipo film per piattaforme o straight-to-video, per me il prodotto già parte zoppo e deve essere davvero tanta roba per fare il percorso che gli richiedo.

Come avrete notato, io continuo a frequentare i cinema anche se non come in passato per tanti motivi. Arrivo all’iperbole che se un film m’interessa e non trovo nessuno per condividerne la visione, vado in sala da solo (ultimo caso recentissimo è quello della Guerra del Tiburtino III).

E’ tutto vero quello che dite in tema di inadeguatezza di alcune sale o diffusa maleducazione dello spettatore. Mi lascia un po’ più freddo invece la motivazione che non ci sono più film che valga la pena di andare a vedere. Sarà però che ho la fortuna di vivere in un posto in cui posso selezionare il cinema ma qualsiasi “contro” non arriva lontanamente a raggiungere i “pro” della visione in sala. Al di là dei tecnicismi, la mia motivazione principale risiede nella concentrazione che non posso assolutamente trovare in casa in pari misura. Schermo totalizzante, buio, zero cellulari, assenza di rumori esterni (tipo richieste dei figli da una stanza all’altra). Solo così riesco ad entrare nell’essenza di un film al 100% e non ne riuscirei mai a fare a meno.

Per carità, magari poi è solo il classico caso della volpe e dell’uva. Il fatto di non avere la possibilità di una sala cinema in casa attrezzata come vorrei mi porta a fare questo discorso. In realtà però c’è un altro aspetto. Per me la visione di un film è sempre stato un rito collettivo, un fenomeno sociale. Già vedere alla cassa quanta gente prende il biglietto per il tuo film ti fa entrare in una sorta di comunità instantanea e ve lo dice uno che, ripeto, qualche volta va anche al cinema da solo.

Avessi più tempo credo che il mio mantra sarebbe quello di andare in sala almeno una volta a settimana piuttosto che stare a casa in tuta sul divano col biccherino di grappa, pronto a lavarmi i denti e ficcarmi a letto in tempo reale non appena finito il film.

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Capisco quel che vuoi dire. In casa siamo giusto in due, senza bambini (e non c’è più nemmeno il gatto). Ma soprattutto, la mia esigenza principale era e rimane quella di un approfondimento storico del cinema, il che presuppone anche e soprattutto più visioni di uno stesso film, cosa difficilissima da farsi facendo andirivieni (d)alla cineteca che si trova a ca. 30 Km da dove abito attualmente, perché trovo molto più conveniente acquistare la mia copia personale del film, pagandola una sola volta ma con la possibilità di - potenzialmente - infinite visioni. E ovviamente, la soluzione di un piccolo angolo-cinema in casa che, torno a dire, non è assolutamente nulla di speciale, trovo che sia l’ideale e senza spendere cifre folli per rivoluzionare la casa.

Certo, sono d’accordo: la sala cinematografica ha un fascino tutto particolare e anch’io spessissimo vi andavo da solo per mia precisa scelta; anch’io penso che di film interessanti ne escano ancora oggi (cito sempre Nolan come esempio), però, siccome il cinema che m’interessa maggiormente è quello che ormai definiamo “del passato”, senza l’audio-visivo casalingo (e visto che non possiedo abbonamenti in cosiddetto streaming e che trovo faticosa oltre che inadeguata la visione di film da schermo del PC), non avrei mai potuto coltivare al meglio delle mie pur scarse possibilità, il mio interesse per il cinema.

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Non sono mai stato un grande frequentatore di cinema.
Da ragazzino mi sembrava un luogo magico ma ci andavo meno di quanto avrei voluto; capitava con amici – i primi tempi accompagnati in auto dai genitori e successivamente per conto nostro in autobus – e ogni volta era un EVENTO (sì, in maiuscolo).
Crescendo, ho continuato ad andarci di tanto in tanto ma ammetto che preferivo, come luogo, la videoteca in cui scegliere tra centinaia di film.

Il periodo di maggiore frequentazione è coinciso con la mia storia con una ragazza che adorava andare al CINEMA (in maiuscolo, per lei); non che fosse animata da spirito cinefilo, è che proprio amava il CINEMA come luogo in cui, cascasse il mondo, almeno una volta a settimana bisognava andare.
Non era granché importante film – che di solito sceglievo io – le bastava il fatto di andare al cinema, comprare i pop-corn, sedersi e assistere.
E sembrava così contenta a fine visione, che il film le fosse piaciuto o meno (e dato che il film lo sceglievo io, spesso non le piaceva) aveva sempre questo sorriso luminoso.

“Ti è piaciuto il film?” le chiedevo.
“No.” Senza smettere di sorridere.
Brava ragazza.

Che poi più che il film sceglievo la sala, mi piaceva vedere sale diverse, e dato che all’epoca vivevo a Milano c’era questa possibilità.
L’esperienza del cinema è sicuramente diversa a seconda del film che si vede, del pubblico presente, della sala – chiaro – ma resta per me un qualcosa con troppe variabili da considerare, variabili che potrebbero trasformare l’EVENTO in IATTURA.
Il fatto è che le cose che non sopporto nella visione del film al cinema superano di gran lunga, per numero, quelle che amo.
E non farò un elenco, sono state già dette in alcuni post precedenti.
Le solite cose.

Attualmente ho un amico che ama andare al CINEMA (maiuscolo, di nuovo), e anche per lui il film da vedere è quasi incidentale, praticamente ogni settimana ci va e guarda quello che c’è in programma.
Ogni tanto ci prova a trascinarmi, ma io continuo a trovare scuse.
L’ultima volta è stata per “Oppenheimer”; ne decantava, più che la qualità autoriale, la bontà dell’esperienza sensoriale in sala.

Sì, anche io sono sicuro che vederlo al cinema sia un’emozione indescrivibile – non ne dubito minimamente – sono convinto che guardare il capoccione di Cillian Murphy lungo 5 metri su maxischermo sia l’essenza stessa del CINEMA, così come sono persuaso che niente si possa paragonare al DOLBY-ATOMIC-SURROUND che nelle scene clou mi fa vibrare le grinze dell’ano a 137 MHz, ma credo che vedrò il film a casa, in Blu-ray, nella lingua audio che voglio, coi sottotitoli che voglio, e a un volume audio che non mi frantumi la coclea.

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Un messaggio è stato spostato in un nuovo argomento: Il vostro angolo di cinema casalingo

È bello, farsi frantumare la coclea da Nolan. Credimi. :stuck_out_tongue_winking_eye::heart::sunglasses:Lasciando stare facezie e battute, devo ammettere di essere colpito. Credevo di essere il più sfigato, nel forum, a livello di frequentazione sala, e invece sono solo un misero dilettante. Lusinghiero, ma al tempo stesso preoccupante. Le questioni emerse, in buona parte le condivido : sempre meno titoli, DAVVERO meritevoli di una visione fuori casa. Multisala che, fra trailer e magari intervallo fra primo e secondo tempo, allungano la visione di 30 minuti almeno. E naturalmente, un certo pubblico (adolescenziale) di merda. Insomma, riassumendo : fra supporti fisici (finché li fanno…), impianti home theatre, adeguate offerte su piattaforme streaming (per chi ce le ha. Io, no), il vero cinefilo, ormai, non mette (quasi) più piede fuori di casa. Benvenuti al CINE Club… :grinning::cocktail::ok_hand::wink:

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Probabilmente il nodo sta proprio nel luogo dove abiti.
Ricordo con molto affetto il Cine Centrale nel mio paesello sperduto, proponeva film magari in terza visione (uscivano dopo le VHS!) in copie che avevano fatto la guerra ma proiettate per bene, senza pubblicità per 1/4 della durata, in una sala adeguata, con un buon audio e soprattutto al prezzo di un paio di merendine. Grazie a questa realtà fino agli anni 2000 tutti noi ragazzini del paese andavamo almeno due volte al mese al cinema.
Adesso chi me lo fa fare? Magari sarebbe diverso se abitassi nel centro di una grande città.

Riguardo al fattore umano, l’ho potuto constatare solo una volta vedendo Avengers Infinity War in una sala piena di adolescenti americani, ed effettivamente quel baraccone aveva più gusto con la ragazza accanto a me che singhiozzava “no… no…” quando spariva l’Uomo Ragno. Per il resto, silenzio in sala.

Il faccione di Cillian Murphy l’ho visto quest’estate sullo schermo, e l’ho rivisto a casa pochi giorni fa su disco: grazie al multisala a casa sembrava più grande, e paradossalmente ho pure capito che il master digitale viene curiosamente da un interpositivo, cosa che al cinema era impossibile notare.

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L’ultima volta che sono stato al cinema risale al 2018; e si può dire che comunque già dal 2006 ho abbandonato le sale… il motivo? Durata dei film eccessiva (ricordo un interminabile “King Kong” di Peter Jackson) unita alla scarsa qualità dell’ offerta. L’ultimo bel film che ricordo visto in sala è “Rocky Balboa”. Poi negli anni succcessivi sono tornato esclusivamente e rigorosamente in settimana ed esclusivamente per film a carattere musicale, quindi “Bohemian Rhapsody”, il documentario sui Beatles “Eight Days A Week”, un documentario su Eric Clapton e un film-concerto di Roger Waters.

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Sicuramente questo aspetto della vicenda è cruciale. Se non si ha possibilità di selezione della sala condivido che il disagio possa essere insostenibile, sia per gli spazi che per la frequentazione. Per esempio l’ultimo film l’ho visto in una saletta di 80 posti, con le sedute laterali attaccate al muro. Se avessi saputo per tempo della location della proiezione sicuramente avrei aspettato che il film uscisse in HV. Ancora, ormai ho esperienza dei cinema a maggior tasso di maleducazione in sala (solitamente coincidono con quelli dei centri commerciali ma non necessariamente) e li evito come la peste per non litigare visto che se qualcuno parla o ha il telefono con lo schermo acceso non mi sto zitto.

Non necessariamente però è una questione di grandissimi centri. Per esempio ho visto benissimo diversi film in altri posti di provincia e addirittura adoro andare in un multisala a qualche chilometro dalla mia città che offre ottimo livello tecnico, disponibilità di parcheggio e di posti in sala. Qui, per dire, ci ho visto Shin Godzilla (eravamo in due in sala) che visto poi sul “piccolo” schermo è sembrato un altro film.

La divergenza di opinioni su questo tema con la maggior parte degli appartenenti al forum è evidentemente legata ad un gap generazionale non essendo io cresciuto con le VHS ma con i cinema di seconda visione e le sale parrocchiali, sia nei fine settimana che durante la settimana dopo aver giocato a pallone al parco. In secondo luogo, io mi ritengo un appassionato ma non certo un cinefilo nè tanto meno un collezionista. Apprezzo il bello, m’incuriosiscono le peculiarità di un prodotto, mi piacciono le storie che sono dietro un film ma poi mi fermo qui. Per esempio vedere obbligatoriamente un film in V.O. perchè altrimenti mi sfuggono le sfumature della recitazione anche no, grazie :wink:

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Io ci vado ogni volta che posso (non certo spesso) perchè, nella mia ingenuità, e forse per via dell’età, la sala, il buio, la poltrona, il grande schermo, rimangono il “tempio” in cui va visto un film. Certo da molto tempo ormai seleziono i film, seleziono le sale e soprattutto i giorni e gli orari perchè sono un talebano della fruizione del prodotto cinematografico, come mi pare di capire in molti qui dentro. Essendo per lo più frequentatore delle sale milanesi, rispetto ad altri ho anche la fortuna che ci sono ancora sale che proiettano i film che mi interessano, in lingua originale e con un pubblico mediamente interessato ed educato. Mai e poi mai tornerei in un multisala a vedere un blockbuster circondato da bestie ruminanti, chiacchieranti e più attente al telefono che allo schermo cinematografico, piuttosto si a quel punto molto meglio il mio modestissimo schermo di casa.

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anch’io sono del tutto guarito da questa felice malattia. purtroppo ho perso ogni romanticismo e ogni poesia e spinta per gli spostamenti alla volta dell’arte. terribile da dire, specie in merito a concerti e teatro, ma è così. è già tanto se mi salta il grillo per una persona. se un evento o una proiezione non sono in loco o nel raggio di 20-30 km, faccio spallucce.

devo utopisticamente aggiungere che se si tornasse alla cara vecchia pellicola forse riprederei d’assalto le sale. ma a parità di quanto lamentato nel mio post precedente, resta un forse bello grosso.

questi però sono accidenti che capitavano anche negli anni 80. e curiosamente più nelle sale di prima che di terza.

ed è già gratia plena che a nessuno è mai venuto in mente di interrompere i film come in tv. una cretineria del genere venne ventilata nel 2007 coi dvd, giustamente proprio in un momento critico in cui i p2p stavano sbancando e i videonoleggi tracollando.

anche per me. ma è stata via via irrimediabilmente danneggiata dai suddetti fattori. io, laddove possibile e laddove c’è dell’interesse qualche sforzo lo faccio ancora. ma si tratta di occasioni sempre più rare e sporadiche.

…iperbole?? e perché? io sono quasi sempre andato da solo, e quasi sempre studiandomi orari e giorni tattici per trovare la sala quasi del tutto vuota. la sala è un agone tra la tua solitudine e quella dell’opera che si cannibalizzano vicendevolmente. viceversa non se ne fa niente.

ma ci sarebbero anche, se solo li importassero da noi. o se non li sbregassero con quei pessimi rantoli da lavandino intasato che chiamano eccellenza del doppiaggio nostrano. e che a me sono d’avanzo per la diserzione.

ecco anche per me, idealmente. ma bisogna capitolare: l’era della liturgia, della comunità silenziosa capace di abbandono, è decisamente tramontata. basta un coglione che fotografa qua e là il film e tanti cari saluti al mito.

oddeo esiste ancora l’intervallo? pensavo fosse decaduto delfinitivamente attorno al 2009. a me non è mai più capitato. anzi magari lo ripristinassero. almeno tieni bordone tutto il primo tempo se ti scappa

no dai questo non potrebbe mai essere un motivo di abbandono. nessun film è troppo lungo se é bello.

in ogni caso per me il rapporto sala-casa ha conosciuto anche capottamenti sensoriali: autori coltivati e amati nel proprio orto casalingo (il primo che mi sovviene, buttgereit), rivisti in sala sono tutt’altra faccenda. scatta davvero un sorprendente effetto “prima volta”. opere che fanno quasi del tutto leva sulla sensorialità (sparo a caso: serbian film, cannibal holocaust, adrenaline, il cameraman & l’assassino, assassini nati, arancia meccanica, maniac, requiem for a dream, eraserhead, tetsuo) viste in sala anche dopo moltissime revisioni casalinghe asfaltano il miglior angolo di cielo domestico in 4k. ed è giusto, dal mio punto di vista, che l’opera non sia controllabile nei volumi e ti mandi all’amplifon. se un’opera è concepita come aggressione sensoriale, metterle guinzaglio e museruola è insensato.

beh no le sfumature, considerati gli adattamenti spesso disastrosi ai dialoghi, sono anche quelle della lingua, e sono snaturanti. ma questo è un discorso che porta troppo in là.

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