Cinema italiano, droga e tossici

In procinto di realizzare la tesina di laurea sui droga movie italiani, chiedo al forum un piccolo aiuto per vedere se non mi sto scordando qualcosa.

Oltre a trattare i droga movie veri e propri, L’imperatore di Roma, Amore tossico, Tunnel, Perchè si uccidono, volendo pure Acid delirio dei sensi e Microscopic Liquid subway to oblivion (ne tralascio qualcuno?)

vorrei pure fare una sezione in cui analizzo la visione che il cinema italiano (di genere e non, dai porno al cinema d’autore passando per tutti i generi) aveva del problema della droga e dei tossicodipendenti, confrontandolo poi con dati ricavati da studi sociologici dell’epoca sull’argomento. Avrei bisogno per cui di stilare un elenco di tutti i film italiani del periodo '60-'70-'80 che trattano anche trasversalmente e superficialmente l’argomento, magari anche solo con una fugace scena di un tossico che si pera, un giovincello che fa uso di spinelli, spaccio, traffico, qualsiasi elemento anche solo accennato insomma. Inizio io:

Roma drogata
Io, Emmanuelle
La via della droga
LSD un inferno per pochi dollari
L’ultimo uomo di Sara
Il prato macchiato di rosso ? (non so, non l’ho mai visto)
Viaggia ragazza viaggia, hai la musica nelle vene
La morte accarezza a mezzanotte
Avere vent’anni

Sicuramente ce n’è moooolti altri che ora mi sfuggono, ho pure perso diversi appunti che mi ero fatto in sti mesi dannazione, datemi una mano :wink:

Tunnel di Massimo Pirri

Per il momento questi…

Squadra Volante (La Scena dei fattoni nella casa dell’amore)
Il Trucido e lo Sbirro (Nel bagno)
Milano Odia (E Le cale + alcol di Giulio Sacchi dove le mettiamo?)
Soldati 365 all’alba (Er ternano Puro!!!)
Ragazzi Fuori

Calamo

Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti (Lina Wertmuller - 1985): a causa della droga che spacciano in città, ai camorristi che vengono uccisi gli si conficca una siringa nelle palle… :smiley: C’è anche una scena in cui un ragazzino si sta per bucare.

il belpaese

Il Falco E La Colomba

Seppur del 1990 “Atto di dolore” di Pasquale Squitieri.

“La luna”, “Il mio corpo con rabbia”;

Mark il poliziotto
Shock
Roma a mano armata
Un bianco vestito per Marialè
Copkiller
Chi l’ha vista morire?
Sei donne per l’assassino
L’ultimo treno della notte
Luca il contrabbandiere
Una lucertola dalla pelle di donna
Demoni
L’uccello dalle piume di cristallo
Tutti i colori del buio
La mala ordina
Il boss
Il poliziotto è marcio
Città violenta
La polizia incrimina, la legge assolve
Per qualche dollaro in più

Non si sevizia un paperino

Paura nella città dei morti viventi
La casa nel tempo

C’era una volta in America

La sorella di Ursula
Porno Esotic Love

La ragazza di via Mille Lire

Che fine ha fatto Totò Baby?

Non contate su di noi (Sergio Nuti 1978)

porci con la p38

pensare che il commissario lo fa marc porel…

Se ti interessa anche il fenomeno collaterale dei documentari, quì ce n’è uno:

http://cgi.ebay.it/DROGA-VIAGGIO-VERSO-IL-NIENTE-super-8-super8-s8-Epifilm_W0QQitemZ290037638075QQihZ019QQcategoryZ1476QQrdZ1QQcmdZViewItem

e lo stesso venditore ne ha altri.

Anzi, visto che tra 1 mese non saranno più disponibili su eBay:


MIO FIGLIO SI DROGA (confezione da 1*180 Epifilm, ma pellicola avvolta su bobina da 120 metri, il film è comunque completo, durando solo 14 minuti)

Si tratta di un interessantissimo documento realizzato negli anni '70 che presenta il commovente racconto della madre di Stefano, morto per overdose, e prosegue con testimonianze di genitori di ragazzi tossicodipendenti nel contesto della Comunità Incontro di Pistoia.


DROGA: VIAGGIO VERSO IL NIENTE (1*120 Epifilm)

Si tratta di un interessante documentario realizzato negli anni '70 che affronta il problema della droga nel mondo giovanile


I GIOVANI E LA DROGA (1*120 Epifilm)

Si tratta di un interessante documentario realizzato negli anni '70 che affronta il problema della droga nel mondo giovanile


DROGA TUTTA LA VERITA’ - UNA MADRE ACCUSA (1*180 Epifilm)

Si tratta di un commovente documento realizzato negli anni '70 che racconta la deposizione di una madre al processo per la morte del figlio Luigi Bucco, morto ad Amsterdam il 2 giugno 1976 per una overdose di eroina. Il fatto è realmente accaduto e fu ampiamente documentato dalla stampa e dall’informazione radiotelevisiva


DAL TUNNEL DELLA DROGA (1*180 Epifilm)

Si tratta di un interessantissimo documento realizzato negli anni '70 che presenta due comunità di recupero per tossicodipendenti, la Comunità di Gradara (Pesaro) e quella del Gruppo Abele fondato a Torino da don Ciotti.

Action
Occhio, malocchio…

I ragazzi della periferia sud

questo me lo fecero vedere alle medie!

Grazie a tutti per l’aiuto!

Interessantissimi soprattutto questo

(ma si trova?!? Pensate che non lo conoscevo neanche di nome!)

E pure questo

e i documentari, che se non raggiungono cifre esorbitanti mi procurerò.


Aggiungo, sempre di Minello, Un ragazzo come tanti

L’UNICA LEGGE IN CUI CREDO di CLAUDIO GIORGIUTTI/GIORGI/DE MOLINIS
(tutta la storia nasce dal fatto che il protagonista si improvvisa investigatore per indagare sulla morte per overdose della sorella)

Non contate su di noi lo ho visto alla sala Trevi

dal programma:

(In)visibile italiano
Una Cineteca conserva e può fare rivivere non solo pellicole, ma anche – con quelle e “dentro” quelle – storie, emozioni, momenti di vita individuale e collettiva apparentemente perduti nella memoria. Conservarli serve a restituirli all’esperienza del pubblico, a condividerli.
L’appuntamento di (In)visibile italiano è dedicato a un film ormai pressoché introvabile e che anche fra gli addetti ai lavori sembra sbiadito nel ricordo. Eppure, nel 1978, Non contate su di noi, esordio nella regia di Sergio Nuti (già all’epoca e in seguito montatore professionista, collaboratore fra gli altri di Bellocchio, Mingozzi, Giordana), vinse il Nastro d’argento quale migliore opera prima, suscitando giudizi positivi da parte di molta critica nonostante l’asprezza del tema e la povertà dei mezzi, o forse proprio grazie a questi.
Cinque anni prima di Amore tossico (che viene riproposto in apertura di programma) e quasi venti anni prima di Trainspotting, Nuti racconta, senza reticenze e senza indulgenze – tanto meno di tipo estetico – ma con rigore, passione e perfino con un pizzico di moralismo, una storia “vera”, interpretata da attori non professionisti e nella quale ha un ruolo fondamentale il paesaggio urbano (inclusi i suoni, in gran parte restituiti in presa diretta), una Roma vera e incombente, rigorosamente periferica (il quartiere Primavalle in primis, inclusa una parte ormai scomparsa), fotografata, insieme, con amore (si intuisce a tratti la trasfigurazione nel mito dell’America di Easy rider) e con distacco.
Il film fu girato in 16 mm e successivamente “gonfiato” in 35 per la distribuzione: a tutt’oggi i negativi originari sembrano irreperibili; unici elementi materiali sopravvissuti, conservati alla Cineteca Nazionale (grazie alla normativa sul deposito legale delle opere), restano i duplicati negativi 35mm e una copia positiva, integra anche se parzialmente segnata dall’usura e da un principio di fading del colore.
Per questo, come per migliaia di altri film, la conservazione dei materiali superstiti e la ricerca di quelli apparentemente perduti, insieme a iniziative di revival come questa, costituiscono la sola possibilità di sopravvivere e di raccontare le loro infinite storie.

Non contate su di noi (1978)
Regia: Sergio Nuti; soggetto e sceneggiatura: Gianlorenzo Carbone, Francesco Ferrari, S. Nuti; interpreti: Antonio Spoletini, Massimo Scrivo, Francesco Scalco, Maurizio Rota, S. Nuti, Diana Nicolini, Manfredi Marzano, Francesca Ferrari; origine: Italia; durata: 120’
Un giovane musicista romano incontra una ragazza in crisi di astinenza da eroina, la soccorre e si prende cura di lei: nasce una storia d’amore che coinvolge il protagonista nell’esperienza drammatica della tossicodipendenza, condivisa con la donna e con il gruppo di giovani che ruotano intorno alla coppia. Sincero ed esplicito, senza compiacimenti e senza indulgenze, il film acquista maggiore credibilità nel finale, che rifiuta ogni logica di happy end ma lascia aperto uno spiraglio alla speranza di riscatto di alcuni almeno dei protagonisti