Cinema italiano: la morte?!

Ecco perchè il vero cinema italiano è morto, buttano via i soldi in merdate del genere, per forza che è morto.

Prendo spunto dalla frase sopra riportata, del nostro amato forumista BMW, per aprire un topic su un argomento che mi sta particolarmente a cuore: il cinema italiano appunto. Sono le frasi come questo che lo ammazzano, frasi generaliste, buttate li senza analizzare il contesto. Premetto: non è un attacco a bmw questo, ma prendo solo uno spunto dalla sua frase. Dell argomento ne parlammo e discutemmo già a pesaro nel corso dell ultimo horror feast con El Topo e Luca Rea. Il cinema italiano è morto?! A mio parere tutto il contrario. E’ da un po di anni che non era così vivo. Qualche esempio, qualche numero?! Partiamo: la più grande scoperta di questi anni è stato sicuramente Paolo Sorrentino, che con soli tre film si è affermato in mezzo mondo come nuovo talento emergente. Poi, film sparsi degni di nota: Il regista di matrimoni, gli ultimi di avati che non saranno ai livelli dei suoi maggiori capolavori ma si lasciano vedere più che bene, poi ancora Romanzo Criminale è piaciuto a grandi e bambini, cinefili e cinofili. E ancora Il Caimano che ha fatto parlare di se in ogni dove. Altri esempi?! Nuovomondo di Crialese che sbanca a venezia, Tornatore che torna al cinema, anche se con un mezzo fiasco, Arrivederci Amore Ciao, noir come da un pezzo non si vedevano. I dolori?! I dolori sono che le commedie natalizie incassano quasi il doppio degli scorsi anni e alle due cinepanettonate solite si aggiunge una commedia un po più sofisticata. Ancora dolori?! In usa ci invidiano muccino senior. Muccino Junior si allea con Verdone e porta anche al cinema mia nonna con la sua vicina di casa di 6 anni. Poi attendiamo salvatores. Non contiamo Bertolucci perchè è fuori dai giochi: quando la fa la fa grossa.
Tanti esempi, per tutti i gusti, per tutti i palati, dai piu fini a quelli piu commerciali, per dimostrare la tesi per la quale il cinema italiano non è affatto morto. I film citati, quelli di Avati, Bellocchio, Placido, Sorrentino, Crialese, Soavi, Moretti sono vero cinema. Non cinemino di provincia.
Aperta la polemica.

Quindi in crisi è lo spettatore italiano ? O è lo spettatore che crea la crisi ?

Il cinema itlaiano è stato male, forse si sta riprendendo, i film che citi (almeno quelli che ho visti) sono film più che dignitosi, in alcuni casi (vedi Soavi) sublimi. Il problema è che:
il popolino non li va a vedere, si accontenta del cine panettone e poco altro;
molta gente che va spesso al cinema evita i i film italiani, a volte per mero snobbismo, magari si fa il cinepanettone, ma salta a piè pari tutti glia altri.

Il clima di snobbismo o sfiducia può essere giustificabile dato che in anni passati la produzione non è stata a livelli alti, però spesso si chiude un occhio su banali filmoni hollywoodiani o cagatine americane in genere, mentre non si ha nessuna pietà per gli autori di casa nostra.

Intelligente domanada!

Oltretutto, anche volendo, non è sempre facile beccare alcuni film nelle sale, talvolta resistono sì e no un Week End.

Sono d’accordissimo sul fatto che il cinema italiano abbia comunque sfornato qualcosa di bello negli ultimi anni (Romanzo Criminale e Regista di Matrimoni in primis, per non parlare di Verdone, che si ripeta o no, diverte sempre), ma rimango fermamente dell’idea che si buttano via un sacco di soldi in merdate.
E si vede, perchè abbiamo effetti speciali scrausi,in maggior parte in Italia escono slamente film molto legati al filone psicologico/introspettivo/drammatico/politico/di denuncia? Quando in tutto il mondo ci cagano in testa, effetti speciali, azione, film anche divertenti da vedere. E Non solo film di riflessione, che uno va bene, 2 anche, ma andare avanti dopo un pò uno si rompe i coglioni. Salvo Romanzo Criminale ci rendiamo conto che non è uscito un VERO film con un minimo d’azione? Perchè? perchè mancano i soldi, perchè preferiamo pagare 5 bellocci ex-uomini e donne e 5 aspiranti veline e così siamo tutti contenti. Per tirar su qualche soldo dobbiamo far venir qua gli stranieri, Tarantino in primis (Nulla contro Tarantino e gli stranieri, ma ci rendiamo conto che devono venir loro qua per darci uno scossone?)
Poi oh, per carità, questo è il mio modesto parere, non sono un mega espertone di cinema quindi prendete ciò che dico con le pinze, magari parlo anche spesso a sproposito e chi mi conosce da più tempo sa che è così, ma io parlo sulla base di quello che vedo, e quello che vedo è questo, e non mi piace.

Salvo Romanzo Criminale ci rendiamo conto che non è uscito un VERO film con un minimo d’azione?

Arrivederci Amore Ciao dove lo metti?! Penso che bastino due film d’azione, no?!

Arrivederci amore ciao non l’ho visto ancora (Sorry:oops: :oops: ).
A Parte che in un biennio/triennio solo 2 film d’azione mi sembrano pochini, ma poi io vorrei parlare anche di azione nel senso di movimentare un pò gli schemi del film.
Dài, Milano, parecchi film sono d’uno statico…
Sono ben più contento di leggermi un bel libro quando è così…

Saranno pochini, ma di cosa ti lamenti se poi non vai a vedere neppure quelli ???

Quello se mai…Romanzo Criminale l’ho visto:D

Appunto. Discorsi da tram, “non ci sono più le belle stagioni”, “si stava meglio quando si stava peggio”. E di film non male ce ne sono, oltre a quelli citati ci metterei anche “Piano 17”, “Le Notte prima degli esami” che è stto un gran successo, e il solito Muccino che incassa al di qua e al di là dell’oceano. Però “Muccino fa schifo perché fa i film sui problemi dei trentenni”…
Mah…:roll:

Se non è morto puzza un po’. Il problema non credo siano tanto gli autori quanto i produttori (che a loro volta agiscono secondo i gusti del pubblico), ovviamente qualche film buono esce ma a parte pochi casi (Nuovomondo o vari grandi nomi) incassano pochissimo e spariscono presto dalla circolazione. Aggiungerei alla lista di film gradevoli degli ultimi tempi La Cura del Gorilla, mi ha abbastanza divertito ma il pubblico non ha apprezzato. Ci sarebbe anche da dire che è proprio tutto lo “showbiz” italiano a fare acqua da tutte le parti (sempre con le dovute eccezioni), ma in fondo chi può biasimare un De Laurentiis se i suoi film poi incassano uno sfacelo?

edit: ah, mi inrazzo anch’io quando sento dire per ogni minima cosa “Ecco, è la morte del cinema italiano!”.

Guardate, ci metto dentro pure Amelio, Capuano, Vicari, l’ultimo arrivato, sorprendente, Marcello Garofalo (Tre donne morali), e diversi altri, dal 2000 in poi, se volete. Ma il problema è: di che numeri stiamo parlando? Se per voi 10 film buoni (secondo me non arriviamo a tanto, ma voglio vedere il bicchiere mezzo pieno) all’anno significano vitalità, freschezza etc., benissimo, non mi oppongo. Vi ricordo soltanto che da altre parti (Francia in primis, Spagna, Inghilterra, addirittura Portogallo…che poi non esporta…ma questo è un altro discorso) ne fanno incredibilmente di più, e con risultati decisamente migliori. Il problema principale rimane sempre - (d)annosamente - quello del moloch produttivo. Si va sulla sicurezza, del gusto e del prodotto ovvero sull’omologazione. Quindi, tendenzialmente, solite cazzate con soliti attori e solite maestranze, perché quello fa rientrare le casse. Poi, milano, vivaddio che esistono eccezioni, ci mancherebbe che un Moretti, un Bellocchio, un Amelio (a parte La stella che non c’è) non ne sfornassero! E se così stanno le cose non si crea neanche un pubblico permeabile a prodotti artisticamente più elevati/arrischiati.

Quando cambierà la televisione,di conseguenza cambierà il cinema.

Vedi topo io penso di essere sulla stessa lunghezza d onda mi Almayer se non ho capito male il suo discorso: stiamo qui a piangerci addosso senza notare le cose buone che escono e a volte non le andiamo neppure a vedere. Certa critica continua a sottolineare che escono solo cinepanettoni poi si sofferma troppo poco sul resto. Se è il pubblico ad essere cambiato sta anche a noi farlo mutare un altra volta. Sta allo spettatore attento portare lo spettatore medio sui binari giusti. O meglio sta allo spettatore attento che voglia veramente vedere il suo cinema crescere. Se ci si lamenta cosi tanto della situazione nostrana significa che ci sta a cuore. Partiamo dal basso per risollevarla, che dall alto prima o poi capiranno.

Appunto. Il problema è che molti film non sono conosciuti, e il pubblico è pigro, se è una megaproduzione targata hollywood tutti a fare la fila, anche se poi è una porcata. Per un film italico nessuno va. E c’è gente (anche di questo forum) che non è andata a vedere “Le Conseguenze dell’amore” perché essendoci “amore” nel titolo pensavano fosse una commedia romantica. Alla faccia dei pregiudizi…

Poi forse è anche un problema di lancio pubblicitario dei film.:confused: :confused: Si impegnano solo quando c’è da far uscire le natalate e i pistolottoni sui luoghi comuni.
E Poi volevo sottolineare quello che diceva Scerbanenco: che quando cambierà la televisione di conseguenza cambierà anche il cinema.

Attenzione: intervento antipatico!

Il “cinema italiano” (ma si potrebbe pure levarlo quell’aggettivo qualificativo) che molti qui dentro intendono…è MORTO, SEPOLTO e senza speranza alcuna di ritorno alla vita.
Nemmeno come NON-MORTO…

Qualche rondine non fa primavera così come qualche “talento” non farà risorgere un “clima” che qui rimembrano in molti con la lacrimuccia.

E non è mica solo una questione di soldi e di investimenti.
E’ una più ampia questione di tempi che non sono più fra noi.

Tempi diversi e richieste diverse.

Basta guardarsi attorno.

Qui dentro siamo una minoranza “minore” di semi-sfigati (o semi-fortunati a seconda del punto di vista) che vorrebbero ancora andare al cinema dell’oratorio (o al Manzoni…) a vedersi Bud & Terence.

Ma, irrimediabilmente, Bud & Terence non hanno più alcuna ragione d’essere nei multisala di oggi.
Con il pubblico di oggi.
Con le logiche distributive di oggi.
Con, più generalmente parlando, le logiche di “entertainement” di oggi.
Che prevedono una produzione/distribuzione di “massa” nelle sale pubbliche (nella quale alcune pellicole “d’essai”, d’autore o come diavolo volete chiamarle voi capiteranno sempre) e una produzione “home” che si orienta verso il consumo casalingo e cerca di accontentare le mille richieste di mille “sotto-target”.
Il solito carrozzone di festival, sale da cine-rassegna e rifugi-chalet del critico rampante faranno il resto.

Oggi, fra pomeriggi passati alla “playstation”, venerdì sera in coda al “Blockbuster”, “porno” sul video di casa o serate al bowling…quali volete che siano gli introiti da destinarsi ad una possibile “rinascita” del “cinema italiano”?

Vedete bene che realizzare un film come “Romanzo Criminale” è stato frutto di fatica, risorse stanziate e tutta una serie di “variabili” più o meno “fortunose” che han reso possibile il tutto.

Come vedete bene che “L’Ispettore Coriandolone” (che pure qui dentro in molti non hanno apprezzato) è stato un esempio di produzione televisiva che si verificherà “una-tantum”.

Ci sono due o tre talenti?

Ci sono due o tre pellicole che vi han fatto gridare al miracolo?

Non fa nulla…perchè tanto mancano tutti i “contorni” giusti.

Cinecittà è chiusa da un pezzo.
E così tutta una serie di figure (dalle comparse agli specialisti dei trucchi) non sono più sul mercato (e avrete tutti cozzato contro qualche triste o tristissima storia di gente che dall’oggi al domani ha dovuto buttare nel cesso la propria professione come la propra esistenza) testimoniando così irrimediabilmente la fine di un’industria.

NON C’E’ PIU’…E’ STORIA.

Quel che resta a noi è la favella.
Il dolce rimembrare.
La possibilità di costrurci un “cinema” nostro in casa nostra.
Come stiamo già facendo da un pezzo.

Ma il dì che aprirete il Corriere al paginone centrale (come quando ero frugoletto) e vi perderete nei mille o più titoli delle cento o più sale della città…e sticavoli che lo rivivrete più!

Il cinema lo fanno i bei film. Non i film ‘contorno’ buoni. Questo intervento contribuisce alla morte di cui parli tu. Quindi è inutile. Se ti lamenti della morte del cinema italiano perchè contribuisci a sotterrarlo?!

Il problema è notoriamente complesso. Piangere non serve a niente e su questo siamo tutti d’accordo. Verissimo che c’è del buono da valorizzare e sul quale sensibilizzare. Le lacrime mi escono quando vedo la chiusura di piccole sale a causa del sorgere in proporzioni micologiche delle multiplex (questo significa terra bruciata per le produzioni nostrane di un certo livello, lo sappiamo tutti, no?). Anche i cineclub non stanno conoscendo miglior sorte. Occorrerebbe sferrare un attacco su più fronti. Dal basso, certo, ma soprattutto con leggi, non dico mercantiliste o protezioniste, ma che tutelino in maniera più seria il prodotto italiano (come avviene in Francia). Le sovvenzioni statali teoricamente erano una bella cosa, purtroppo le mafie nepotiste e clientelari l’hanno trasformata in un traffico ignobile di danaro. E anche la Rai ha le sue colpe (non solo come tv ma come cellula produttivo-distributiva). Altro problema basilare: mancano scuole serie e centri di formazione per gente di spettacolo (sceneggiatori, soggettisti, registi, scenografi, etc.). Il Centro Sperimentale di Cinematografia è diventato qualcosa di ridicolmente inutile e improdduttivo. Ha un numero ridottissimo di iscritti e non produce assolutamente niente, ma ci rendiamo conto? (Questo solo per citare l’istituto più rappresentativo a livello nazionale nel settore cinematografico). La critica francese, prima e dopo i cahiérs, ha sempre rivestito un ruolo fondamentale per la promozione del prodotto, da noi invece è sempre stata pleonastica e ombelicocentrica. Non si parla mai abbastanza di opere italiane meritevoli, e quando lo si fa c’è sempre l’ombra della malafede di una strumentalizzazione politica (vedi il caimano), oppure lo si fa su ribalte catodiche da teatro dell’assurdo tipo il palcoscenico marzulliano. Ma vogliamo scherzare?! Abbiamo inventato il David di Donatello per premiare chi o che cosa? Ve lo siete mai chiesti? Abbiamo almeno tre festival di rilevanza internazionale che non comunicano assolutamente tra loro, anzi…c’è una malcelata competizione all’accapparramento della pellicola migliore, o del vip più figo, figuriamoci che bella circolazione di opere italiane ci può essere all’interno dei circuiti festivalieri. Basterebbe che uno dei direttori/organizzatori supposto competente dicesse: “Ci sono queste due pellicole veramente valide, facciamole circolare non relegandole allo spazio “Incunabolo italiano” della mezzanotte”.
In sostanza, le cose da ricalibrare sono oggettivamente parecchie, e occorre rimboccarsi tutti quanti grosse maniche, dallo spettatore apparentemente più inerme, al critico, all’organizzatore di festival, all’uomo di spettacolo, al produttore, distributore etc. etc. E in Italia, la situazione non soltanto cinematografica, non è delle migliori.

Io non mi sono lamentato.

Ho espresso mie considerazioni su un’industria che non c’è più.

E per quel che mi riguarda tre o quattro film non fanno “il cinema”.
E, sempre per quel che mi riguarda, dire che il cinema LO FANNO I BEI FILM è piuttosto sbagliato.
Il cinema lo fanno un insieme di opere (ed anche mediocri…) che contribuiscono insieme a dipingere uno “scenario”.

Scavare fosse mi piace mica…