Dopo Lonely fifteen e Happy sixteen, ecco che immancabilmente arriva pure Crazy seventeen.
Nonostante alla sceneggiatura ci sia sempre lo stesso autore, Manfred Wong (che in questo caso è pure regista), il livello qualitativo è costantemente in parabola discendente: se il primo era un capolavoro e il secondo un brillante divertissement, qui invece siamo dalle parti commediaccia ruspante usa e getta.
Per capirsi il film si svolge in un’ambientazione scolastica simile a quella delle pellicole con Alvaro Vitali e si regge su gag più o meno triviali (talvolta anche iperboliche o surreali) simili a quelle che si possono trovare in un Viva la foca. Di certo siamo più dalle parti di Pippo Franco e Bombolo che da quelle dei fratelli Hui.
Nel contesto delle dinamiche liceali viene inserita pure una trama action, con un energumeno che deruba una banca ed il bottino che finisce nelle mani delle due ragazzine protagoniste della pellicola, con conseguente caccia all’uomo (o meglio alle donne) messa in atto dal malvivente che vuole riprendersi il maltolto.
Quello che conta non è tanto la verosimiglianza delle situazioni e delle azioni che si succedono sullo schermo, spesso assurde, quanto la possibilità di strappare due risate d’impulso con dinamiche comiche semplici ma efficaci… Non siamo dalle parti delle scorregge dei cinempanettoni ma poco ci manca.
Per staccare il cervello un’ora e mezza comunque va bene, fa sorridere e diverte q.b.
Certo, paragonato ai suoi predecessori è ben poca roba…