Lonely Fifteen (David Lai, 1982)

Ho approfittato dell’uscita in bluray per colmare questa mia lacuna e vedere finalmente questa pietra miliare del cinema del disagio giovanile, pellicola molto nota in patria anche se piuttosto ignorata all’estero (anche a causa del fatto che la vecchia edizione in dvd era priva di sottotitoli).

Il film segue le vicende di una ragazza adolescente che cresce in un contesto difficile, ma è anche e soprattutto un racconto corale, che incrocia e narra frammenti di storie di vita dei personaggi di contorno, dandoci un’istantanea feroce e vibrante delle difficoltà e dei problemi che affliggono le classi sociali meno abbienti nella hongkong dei primi anni '80: droga, criminalità giovanile, violenza domestica, prostituzione minorile…

La protagonista, per sfuggire da un contesto familiare pesante e violento, fugge di casa, rifugiandosi dapprima nelle braccia di un giovane simpatico e gentile ma invischiato nella malavita locale. Poi, coinvolta dalle sue ex compagne di classe, finisce a fare la ragazza squillo e l’entraîneuse all’interno di locali notturni.

L’affresco complessivo è quello di una generazione proletaria senza punti di riferimento e con poca speranza, che quando guarda verso il futuro fa fatica a vedere uno squarcio luminoso che attraversi la coltre opprimente di grigie nubi del presente. Unico punto di riferimento valoriale è il danaro, che indirizza le scelte di vita delle giovani protagoniste molto più di quanto riescano a fare istituzioni vecchie come la scuola o putrescenti come la famiglia.

Al film è direttamente ispirato May We Chat, che ripropone una vicenda simile ambientandola però nell’epoca dei social e della connettività.

Un’opera da vedere, che ha saputo dare un’immagine incisiva e graffiante di un certo disagio generazionale.

Purtroppo il bluray HK è davvero insoddisfacente, compressione scarsa e zero extra :cry:

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Film rivisto nel bluray francese, che presenta un nuovo master 2k (non esente da qualche fastidiosa imperfezione nelle scene buie, ma 100 volte meglio del terribile master hongkonghese) e soprattutto un comparto di extra interessantisimi, con intervista a regista, attrice produttore e tre critici cinematografici, che contestualizzano l’opera all’interno del contesto produttivo e socio-culturale dell’epoca, oltre a tracciare un’interessantissima storia del filone dei film sul disagio giovanile a Hong Kong.

Tra le interessanti scoperte fatte grazie alla visione dei bonus:

  • fu il primo film girato a HK in presa diretta
  • gli autori fecero mesi di ricerche sul campo, frequentando i giovani “sbandati” di cui i mass media continamente parlavano in toni allarmistici nei loro luoghi di ritrovo: sale gioco, discoteche, etc. Le storie che raccontano nel film, le dinamiche tra i personaggi ed il loro modo di parlare e di esprimersi vengono da questa osservazione diretta. Anche gli attori del film vennero selezionati tra i ragazzi e le ragazze conosciuti in questi mesi di ricerche sul campo.
  • La protagonista del film vinse il premio come miglior attrice al corrispettivo hongkonghese dei David di Donatello (dove Lonely Fifteen fece incetta di nomination) ma non si presentò neppure alla cerimonia di premiazione, non essendo interessata al mondo del cinema. Aveva recitato nella pellicola solo perché era un modo per esprimere sé stessa e i suoi problemi, per riflettere sulla propria vita. Non fece nessun altro film in seguito.

Bluray Spectrum film consigliatissimo, come tutte le loro altre pubblicazioni, estremamente curate e fatte con vera passione. Unico problema: la presenza di soli sottotitoli francesi.

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