Cruising (William Friedkin, 1980)

Avviso spoiler: quanto sto per scrivere mi screditerà per sempre alla gente di rispetto.

Ho rivisto stasera questo film dopo circa quarant’anni. Della precedente visione ricordavo solo un senso d’insoddisfazione ma c’è da dire che ero ancora piuttosto superficiale in tema di film (e non solo).
Purtroppo la visione adulta di stasera non ha spazzato via quella insoddisfazione. Al di là della messa in scena, l’ho trovato tremendamente altalenante con punte di noia all’ennesima gita inconcludente nel locale bdsm. Tanta roba scorretta che nasconde una fragilità della storia che ad un certo punto ho fatto anche fatica a seguire (confesso che ho letto su Imdb chi fosse il professore le cui lezioni erano state seguite dal killer) .
Tolto Pacino la recitazione mi è sembrata sui minimi sindacali con punte basse rappresentate dalla sua ragazza.
Il finale aperto resta la cosa migliore ma per il resto mi sembra un film riuscito solo molto parzialmente.

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Per quanto mi riguarda, non ti scredita affatto. Hai espresso serenamente il tuo parere, con invidiabile onestà intellettuale e sincerità . Senza facili moralismi, o ipocrisie di alcun tipo. Preferisco la tua recensione tiepida, alle “bande di finocchi armati” che a suo tempo, già durante le riprese, protestarono contro il film. Dimostrando di aver capito ben poco. Della vita, della sessualità, del cinema… :no_mouth::black_heart::skull:

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Noioso proprio no per quanto mi riguarda, ma capisco possa spiazzare. Magari l’insoddisfazione deriva anche dal suo essere parzialmente irrisolto; del resto, aveva subito molti tagli… mi ha sempre lasciato l’impressione di aver visionato qualcosa di più ambizioso di un thriller ma al tempo stesso qualcosa di meno riuscito rispetto a quello che il regista si era prefissato. Forse mi piace allo stesso modo in cui tanti amano L’Esorcista 2, che è sottostimato nel suo genere ma elementi suggestivi ne serba parecchi.

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omaggi della madonna come se non ci fosse un domani e come mai più riaccadrà:

ma soprattutto:

se ci fosse qualcuno all’ascolto che venne sorteggiato all’epoca è pregato di iscriversi e narrarcene il mnemonico diario di bordo!!

infine, per non farci mancare proprio niente:

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La recensione di Grazzini. Punto dolente. Lui fu un critico intelligente, colto e rispettabile. Ma fra questa e , pochi anni dopo, quella di “Querelle”, diciamo che “colse” poco o nulla, della sostanza e dell’IMPORTANZA cinematografica di tali opere. Detta brutalmente, senza peli sulla lingua, Grazzini sborro’ fuori dal preservativo… :skull_and_crossbones::pensive::black_heart:

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Come dire, non era pronto.

Dal punto di vista cinematografico, o dal punto di vista fisico? :wink::face_with_hand_over_mouth:

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Credo un po’ uno, un po’ l’altro. È ovvio che Grazzini non aveva assolutamente mai visto nulla di simile prima. Tra l’altro era così ignorante da non sapere che il termine ‘pederasta’ va ad indicare colui che cerca sesso con persone molto ma molto giovani. Cosa che nel film non mi sembra accadere, anzi. Solo recentemente mi sono ricordato di aver letto il romanzo, ma non me ne ricordo neanche una riga.

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Pensare che oggi il libro è introvabile (una copia dell’edizione italiana era esposta come cimelio da una videoteca torinese storica, ormai da qualche anno ha chiuso i battenti) e che la colonna sonora resta qualcosa di epico.

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Be’, insomma, i giovincelli c’erano. Chiaro che nel film minori non ne potevano utilizzare e, a dirla tutta, dubito che in quei locali venissero ammessi (ma trattandosi di posti molto sordidi non lo escluderei). Comunque, la stroncatura di Grazzini era abbastanza ottusa ma in linea con l’opinione di tanti benpensanti di sinistra, convinti che il film avrebbe alimentato i pregiudizi nei confronti dei gay (e forse un po’ era vero). Del libro so che era assai diverso dal film, dato che si ispirava a delitti avvenuti negli anni 60 (invece la sceneggiatura citava esplicitamente due serie di omicidi che avevano insanguinato la N.Y. degli anni 70).

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Pensa che il romanzo lo comprai in un negozio dell’usato per poche lire. Questo me lo ricordo benissimo.

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Credo, ma non vorrei dire una cavolata, che in quei posti si può entrare solo dai 21 anni in su da quelle parti.

La New York di quegli anni era una città estremamente degradata e molto pericolosa (lo si è visto in balidate di film TAXI DRIVER su tutti) checché la mitizzazione se ne faceva qui.

non proprio. lo si trova tra i 12 e i 18 euro presso 6 venditori su ebay.

a me continua a interessare il sorteggio del viaggio a new york con incontro personale di friedkin e pacino. avrà mai davvero vinto qualcuno? se qualche fortunello di allora ci legge…

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In realtà, per coerenza, più che un incontro con regista e attore, al vincitore avrebbero dovuto offrire un tour nei luoghi in cui il film venne girato. Veri leather bar, appunto. Per far capire che Friedkin, nella loro rappresentazione, ci andò ancora cauto… :kiss::kiss::kiss:
P.S. In effetti, c’è una profonda contraddizione, nella scrittura di Grazzini. Condannando il (presunto, opinabile) “razzismo” del film, il pur illustre critico fece una recensione disgustosamente reazionaria e retriva, degna del peggior bigotto (un Mario Adinolfi, volendo trovare un termine di paragone attuale) . L’uso del termine “pederasta”, in tal senso, è un peccato veniale. “Busone” era comunque meglio. A modo suo, è perfino affettuoso… :hugs::heart::tropical_drink:

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Infatti la morale grazzinesca di fondo era: “Lo sappiamo che i puppi fanno quelle porcaccionate lì; però, via, non sta bene parlarne che poi la gente li prende di mira e li bullizza.”

Ma poi, che assassino c’era da indovinare? :grin: Ti dico, la difficoltà…

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Forse Grazzini, non aveva capito un beneamato, del film. Altro che assassino. Ma tutto questo, dimostra una cosa fondamentale : il filmone di Friedkin, dopo più di 40 anni, funziona ancora perfettamente. Alla faccia di detrattori, omo o etero. Alla faccia dei baciapile, di qualunque religione. E soprattutto, alla faccia dei critici… :tongue::tongue::tongue::tongue:

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Sì, all’epoca è stato incompreso sia da destra che da sinistra. Come già detto in passato, ai conservatori non piaceva per le situazioni sordide, ai progressiti perché ritenevano mettesse in cattiva luce la comunità gay (era il 1980, a nessuno passava per la testa che pure la comunità S & M avesse il diritto di esistere e di non venire discriminata, come invece facevano i “liberal” nel vedere rappresentati i gay in quella maniera). E ai gay non piaceva perché volevano trasmettere all’opinione pubblica un’immagine falsata di persone sensibbbili, amanti dei fiori e della cultura.

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ma soprattutto come potevano tecnicamente stabilire a che minuto fosse stata redatta l’individuazione? e chi diceva loro che non si trattava di una seconda visione della stessa persona? anche per questo sarebbe interessante interpellare i partecipanti. secondo me tutte puttanate di colore per fare più numero in sala.

immaginati poi se un concorso affine l’avessero ideato per inferno :rofl:

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Ben detto, Tuc. Quando invece c’era la comunità leather, che ha (involontariamente?) segnato un immaginario, a livello mondiale. Piaccia, o no. L’unica cosa che rimprovero, a una realtà di allora come i locali “a tema”, è che contribuirono alla diffusione dell’AIDS. Fattuale, purtroppo… :pensive:

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