Curve (Tim Egan, 2016)

Una ragazza si sveglia improvvisamente sull’orlo di una misteriosa struttura artificiale, la posizione innaturale nella quale si trova rende l’equilibrio ancora più precario.

FILM COMPLETO (durata 10min.)

Neanche 10 minuti spesi bene in un curioso cortometraggio che sembra venir fuori da un quadro di Zdzisław Beksiński, in un dove e in un quando che non si riesce a definire, la materializzazione di un incubo e del potrebbe capitare a chiunque ma è capitato proprio a me.
Nasce dall’esperienza del regista trovatosi a terra in un incidente stradale, la brutta sensazione del corpo dolorante e in una posizione lontana dal comfort e dal controllo, c’è inoltre dietro al film la conversazione con un amica affetta da depressione, che gli spiegava gli unici momenti di pace sono quei secondi tra sonno e veglia.
Il discorso è semplice, un prodotto del genere lo si apprezza e lo si adatta al meglio se rapportato alle proprie esperienze, paure, ci si immedesima inevitabilmente nella ragazza, nella sua situazione di disagio sul cosa farebbe e su cosa faresti.

Poi arriva la rassegnazione quando vede di fronte a lei le macchie di sangue di qualcuno trovatosi nella sua medesima situazione, come se il destino fosse già scritto.

Sono 10 minuti ben spesi, al di là del finale aperto che lascia sicuramente perplessi in un primo momento ma che lo si apprezza dopo a mente fredda.

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bellissimo, soprattutto esteticamente è davvero un gioiellino
interessante la genesi dell’opera

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