Con: Violeta Cela, Vanesa Hidalgo, Daniela Duque, Guia Lauri Filzi, Emre Unsal, Tarek & Naky.
Soft, hard…? Il titolo è comunque intrigante…esiste la vhs della General video, de ppiù nin zo.
Girato in Turchia (almeno gli esterni).
Con: Violeta Cela, Vanesa Hidalgo, Daniela Duque, Guia Lauri Filzi, Emre Unsal, Tarek & Naky.
Soft, hard…? Il titolo è comunque intrigante…esiste la vhs della General video, de ppiù nin zo.
Girato in Turchia (almeno gli esterni).
Trattasi, come eccetera, eccetera, di un hard.
La vhs della “General video” contiene la versione soft - o meglio: la versione amputata, come nel caso de “La trombata” (altro cult bergonzelliano), di tutte le sequenze hard -, ma tra i collezionisti (vil razza dannata!) non è difficile trovare la versione hard.
Grazie della precisazione…immagino che il topic vada quindi spostato nella stanza dei film hard.
ma dai un hard?? c’e l’ho da un 5/6 mesi non pensavo di avere un hard di bergonzelli!!
:):supz::smt057
Non sapevo che esistesse la versione hard di daniela mini slip, qualcuno l’haa gia’ visto? Io l’ho recuperato , penso di vederlo stasera.
Ho retto meno di mezz’ora… davvero allucinante. Il doppiaggio italiano sembra sovrapposto in modo quasi casuale.
Chi rimpiange i tempi degli hard con trama dovrebbe prima sorbirsi questa roba qua…
Visto che si è parlato in questi giorni di turksploitation e di hard turchi, sottopongo alla Vs. cortese attenzione una mia vecchia rece su questo protohard diretto dal “mitico” e compianto Sergio Bergonzelli.
Protohard in salsa italo-turca
Cooproduzione italo-turca girata in doppia versione (hard e soft) nel 1979 ma distribuita sugli schermi italiani soltanto due anni dopo.
Se il coevo “La Mondana Nuda” veniva presentato come un film di Sergio Bergonzelli per la regia di Vural Pakel, questo, per non far torto a nessuno, appare nei titoli di testa come un film realizzato da Vural Pakel per la regia di Sergio Bergonzelli.
Si è dibattuto a lungo circa l’attribuzione della paternità dell’opera all’uno o all’altro regista.
Il “Dizion’hard” richiamato da Napoli e Grattarola nel loro volume “Luce Rossa”, vera e propria “summa” per chi voglia studiare e approfondire il fenomeno della pornografia nel nostro Paese, limiterebbe l’intervento registico di Bergonzelli alle sole scene hard che sarebbero state interpolate in un film già confezionato, analogamente a quanto accaduto per il testè citato “La Mondana Nuda”.
Personalmente ritengo invece che la pellicola appartenga “in toto” al Bergonzelli, tanto nella parte narrativa quanto nelle sequenze hard e che il tal Pakel si sia occupato forse dell’edizione turca. Determinante sarebbe la testimonianza resa da una delle interpreti, l’hardista Guja Lauri Filzi, in un’intervista telefonica realizzata proprio da Andrea Napoli nel settembre 2006. L’attrice ha affermato infatti di aver soggiornato a Istambul per circa quattro settimane, di aver percepito un compenso di due milioni di vecchie lire e che il film sarebbe stato diretto in prima persona proprio da Sergio Bergonzelli, regista del quale conserva fra l’altro un piacevole ricordo. A ulteriore comprova si può facilmente notare come nella pellicola siano presenti a più riprese molti dei “topoi” del cinema bergonzelliano: inquadrature sghembe realizzate stortando l’asse di ripresa; immagini roteanti duplicate o triplicate atte a creare atmosfere oniriche da quattro soldi; frasette lapidarie di sconcertante puerilità che precedono i titoli di testa o di coda (in questo caso di coda), rivolte allo spettatore come se fosse un “minus habens”.
Protagonista del guazzabuglio è la spagnola Violeta Cela, all’epoca solo diciannovenne, nipote, pare, del premio Nobel per la letteratura Camilo Josè Cela, la quale raggiunse in patria una discreta notorietà anche come doppiatrice e conduttrice televisiva. In questo peccato di gioventù del quale non credo vada particolarmente fiera, interpreta il ruolo della disinibita Daniela, cucitole addosso dal buon Bergonzelli; questi però, nel voler tratteggiare il personaggio di una ragazzina sessualmente libera, sbarazzina e spensierata, calca talmente la mano da non accorgersi di averla trasfigurata in una sorta di ninfomane beota dal quoziente intellettivo assai vicino allo zero.
La vicenda si snoda attorno a un fantomatico viaggio premio a Istambul (ancorchè della città turca si veda veramente poco) al quale partecipano la nostra Daniela, lo zio e la zia di questa e altre due coppie di coniugi buontemponi. Grazie a un sofisticato sistema di videocamere installato nell’albergo in cui l’allegra brigata va ad alloggiare (nel quale è ambientato praticamente tutto il film) e a un intruglio afrodisiaco propinato da un baffuto cameriere turco inventore a tempo perso e che si fa chiamare in questa veste “Professor Cirillo Kazz” (si dovrebbe ridere?? Ai posteri…), la nostra potrà spiare le performances erotiche delle tre coppie e non solo.
Una tramina dunque esile esile, da raccontarsi forse in dieci minuti o poco più, ma che fornisce l’ideale tessuto per insertare alla bell’e meglio, scene hard realizzate con tutta evidenza in luoghi e tempi diversi rispetto allo sviluppo narrativo (la diversa grana della pellicola utilizzata ne sarebbe una conferma) e che esibiscono, senza ritegno, primi piani di schiene maschili villose e pubi muliebri irsuti (…erotismo del tempo che fu!). In tali sequenze, realizzate sotto l’egida del “…tiriamola per le lunghe”, disonesto espediente per arrivare al metraggio richiesto, è facile riconoscere alcuni volti noti dell’hard tricolore dei primordi: si va dalla summenzionata Lauri Filzi a Mark Shanon e Laura Levi (al secolo Manlio Cersosimo con omissione, memore dei Vostri avvertimenti, del vero nome della Levi al fine di evitare di incorrere in denunce), da Alfonso Gaita all’austriaco Herbert Hofer, oggi riciclatosi improbabile pittore, dalla franco-olandesna Pauline Teutscher, sino ad arrivare, per pochi secondi di fotogramma recuperati da chissà dove, al noto e oggi compianto transone americano Ajita Wilson, protagonista, fra l’altro, anche di altri hard bergonzelliani.
In definitiva il film, pur essendo dominato dal piattume e dalla sciatteria più totali, si lascia comunque colpevolmente guardare, grazie a un ritmo particolarmente sostenuto, a tratti addirittura folle, ai numerosi nudi integrali generosamente offerti della Cela, controfigurata, dobbiamo dirlo, in tutte le sequenze hard e alla presenza di alcuni momenti deliziosamente bizzarri, in grado di entrare prepotentemente e a buon diritto nell’Olimpo del trash.
In una delle prime sequenze, tagliuzzata nella versione hard, la nostra Daniela, in un imprecisato giardino innevato, balla come una forsennata tenendosi in braccio una radiolona a transistors “very seventies style”, con il sottofondo della soporifera colonna sonora; accanto a lei e nel più totale imbarazzo il suo fidanzato, figura che si staglia nelle nostre menti di esteti del brutto con il suo pulloverino da sfigato e la sua espressione da ebete; questi, più che ballare, non trova di meglio da fare se non girare su se stesso, regalandoci una magistrale interpretazione della figura del perfetto idiota. Proseguendo nella visione, piace segnalare l’entusiasmo dei protagonisti alla vigilia della partenza per Istambul, entusiasmo manifestato agitandosi e sbracciandosi in modo assolutamente scomposto, sconsiderato e demenziale (altro momento squisitamente bergonzelliano che ci fa sempre di più propendere per l’ascrivibilità registica della pellicola al cineasta piemontese). Il gran finale culminato con l’arrivo di Fili (pensavo Philip ma invece si chiama proprio così!!!), il fidanzato di Daniela (si proprio lo sfigato della scena iniziale!!!); i due, per la felicità, si mettono a saltare nudi sul letto (sic!) a ritmo di valzer e ripresi con le note inquadrature duplicate e roteanti tanto care al regista. L’espediente, che magari avrebbe voluto conferire alla sequenza un’atmosfera celestiale, riesce invece perfettamente nell’intento, sia pur involontario, di suscitarci crasse risate.
mi hai invogliato a vederlo, complimenti per l’ottima recensione.
Con che titolo devo cercare la versione hard?
Sempre lo stesso. Tempo fa circolava gratis su xhamster
2 messaggi sono stati uniti a un argomento esistente: La mondana nuda (Sergio Bergonzelli e Vural Pakel, 1980)
nella stalla si trova in due diversi metraggi: 80’15’’ e 103’38"
ma si usa ancora? magari si trova più roba li che su t… ma sono anni che non lo uso
altroché. io mai lasciato in disuso. diciamo che si compensano vicendevolmente (quel che trovi nel fiume non lo trovi nella stalla, come in natura ). e che non è cambiato tantissimo in termini di velocità.
bene allora se reinstallo la “stalla” magari ti rompo un po in pvt
@brunello brun, se ti serve la versione extended ce l’ho croccante. famme sapè.
@moonlightrosso mi tocca domandarlo: è agghiacciante come la trombata o si torna quel minimo al bergonzelli drogato male che dà gioia nell’anima? fammi un fischio che nel primo caso non mi ci metto proprio.
Fidati è carino. Qualche anticipo? Il cameriere dell’albergo dove è ambientata praticamente tutta la miseranda vicenda,
inventore a tempo perso e che si fa chiamare prof. Cirillo Kazz (ti prego trattieniti dalle risate), il fidanzato della protagonista con il suo pulloverino da sfigato e che anzichè ballare gira su se stesso come un idiota.
Comunque la protagonista nuda (la spagnola Violeta Cela) è un bel vedere! Non manca il Bergonzelli’s touch: riprese folli stortando l’asse di ripresa, montaggio serratissimo ai limiti del demenziale, personaggi che esprimono i loro stati d’animo agitandosi e sbracciandosi in modo sconsiderato inquadrature caleidoscooiche con abuso di filtri cross-screen, frasette lapidarie che accompagnano i titoli di coda a considerare noi poveri malcapitati spettatori come dei minus habens! Insomma uno dei miei scults preferiti
Che bella locandina coi gallinacci rossi, cercandomela su google mi è capitato uno stralcio della VHS spagnola
da come la snoccioli mi pare sicuramente un bergonzelli tornato in sé, la trombata non sembrava minimamente suo. mi voglio fidare, col tutto che cirillo è stato il nome di un mio gatto storico e quindi già qui me l’hai venduta.