Ho recentemente visto questo, purtroppo, poco conosciuto filmetto, una co-produzione italo-russa del 1993.
Una ragazza londinese, affetta da amnesia per quanto riguarda i primi anni della sua vita, si reca a un’isola dove è situato un misterioso e lugubre convento al quale il padre della ragazza, recentemente defunto, donava regolarmente del denaro. Un’amica della ragazza è lì per motivi non meglio precisati (studio? noviziato? non si sa, il film non lo dice) e viene assassinata poco prima dell’arrivo della protagonista dopo aver ritrovato un frammento di una figura demoniaca. Cosa nasconde l’isola?
Definirei questo film Argentiano nell’esecuzione e Fulciano/Lovecraftiano nelle tematiche e nella filosofia. Il film poggia quasi integralmente sulla bravura registica di Baino (che purtroppo non girerà altri lungometraggi dopo questo), sulla bellezza delle atmosfere, create come in Suspiria anche grazie a un’uso intelligente e creativo dei colori, e sull’ermetismo che avvolge l’intera vicenda come un guanto. I dialoghi sono poco numerosi e minimali, sono delle piccole pennellate che raffinano una tela già magistralmente dipinta.
Il film contiene occultata fra le sue pieghe anche una bella e non banale riflessione sulla religione, riflessione che lascia molto da riflettere a fine pellicola.
Da vedere. Purtroppo non esiste al momento un’edizione in DVD italiana, in compenso c’è un DVD americano (senza traccia in italiano però) molto curato che rende pienamente giustizia al film.
Notevole anche la colonna sonora, fredda e inquietante.