Database dei progetti mai realizzati in ITALIA

Fra i più recenti, ricorderei l’abortito progetto per un horror che Avati voleva realizzare per Netflix, le Bare galleggianti.

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Purtroppo nelle fonti che ho consultato non c’erano dettagli oltre il titolo.

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Leggo che Di Leo chiamava gli omosessuali ‘invertiti’. Ecco, forse è meglio che non l’abbia completato.

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Guarda che Di Leo era dichiaratamente bisessuale. Ignoro quanto ci sia di vero nel suo uso di 'sto vocabolo qua, ma ti assicuro che nelle interviste rilasciate a Nocturno era assai franco sul concetto di omosessualità.

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Si legge nello stralcio di intervista mostrato. Che era bisessuale non lo sapevo. Siccome, però, che gli omosessuali nei film italiani, soprattutto le commedie, erano trattati come nient’altro che macchiette. Vedi, io sono padre di un giovane uomo omosessuale - tutt’altro che effemminato - che mi ha aperto gli occhi su tante cose che prima invece non capivo e rivedere certi atteggiamenti o uscite omofobe (un ossessione di chi scriveva questi film) oggi come oggi mi crea imbarazzo (e ce ne vuole) se non addirittura rabbia. Comunque non metto in dubbio la buona fede di Di Leo.

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Bah, anche io ho in famiglia un parente molto stretto dichiaratamente bisex , eppure siamo i primi a ridere, scherzarci e sghignazzare anche sui vari fumetti tipo “Il Lando”, “Il Montatore”, “Batty e Gay” quando compaiono certi personaggi. Omofobia? No, semplicemente ridere lontano da tutte le complessità ideologiche in cui la società occidentale si è ingabbiata. figuriamoci nei decenni passati quando di tenere a bada il linguaggio e misurare le parole non passava neanche per l’anticamera del cervello di molti, a cominciare da chi faceva arte popolare.

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Dracula di Davide Scovazzo

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Mi viene subito in mente la scena nel gay bar in Squadra Antitruffa con Tomas Milian.

Certo i tempi sono cambiati un po dall’ora :slight_smile:

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Rodar, ti capisco perfettamente ma l’errore che non si deve compiere è quello della mancata contestualizzazione. Negli anni '70 invertito era un appellativo comune per indicare gli omosessuali e non era smaccatamente offensivo come frocio, recchione, checca, ecc. Non m’indignerei più di tanto nel 2023.

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Ma si, si. Torniamo ai progetti non realizzati. PINOCCHIACCIO di Nelo Risi con Celentano e IL TECNICO DELLA SIP con Franco Franchi. Sul Giornale dello Spettacolo era pieno di questi annunci.

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riallacciandomi al burattino,
pinocchio dappertutto, con carmelo bene, da lui annunciato nel 1966 dopo averne scritto una prima stesura con nelo risi, che avrebbe dovuto anche curarne la regia. alla produzione franco cancellieri. progetto sfumato dopo la morte di totò, ingaggiato per fare geppetto. per la fata erano in predicato virna lisi, claudia cardinale e brigitte bardot.

tiger, di roberto loyola (fresco della produzione di colpo rovente), da questi annunciato nel 1970, con carmelo bene (che avrebbe dovuto co-produrlo) nel ruolo di un cristico pistolero monco. alla sceneggiatura piero panza.

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Qui sono riportati molti film non realizzati da Totò (sono una quarantina) tra cui: il mostro di Roma che diventerà un mostro e mezzo con Franco e Ciccio, io e il federale in coppia con De Sica per la regia di Giorgio Bianchi diventerà il Federale con Tognazzi regia di Salce, Tutti a casa di Monicelli con Gassman diventerà invece di Comencini con Sordi ed Eduardo più il già citato Pinocchio con Carmelo Bene e Don Chisciotte .
Il progetto più interessante era quello di Bolognini per” i fratelli Cuccoli “ tratto da Aldo Palazzeschi era un personaggio tagliato per Totò

http://www.antoniodecurtis.com/nonfilm.htm

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questo annuncio galleggiante in mezzo ai cine-flani si colloca tra zampognaro innamorato e arrapaho

mi sa che i provini non andarono bene, dato che non fece mai questo film

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Strano che Ippolito reclutasse le sue attrici a Milano e non a Napoli

Forse a Napoli si era già “sputtanato”. Donnaiolo com’era, i genitori non volevano che insidiasse le “bambine”… :laughing:

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Di questi progetti Gianfranco Parolini ne parlò in Cine70 n° 6. Citò un film su Anita Garibaldi che avrebbe dovuto fare assieme al produttore Alberto Grimaldi: saltò tutto per divergenze sulla sceneggiatura. Così come saltò anche Nero - Gladiators/Gladiatrix, ideato sull’onda del successo de Il gladiatore di Scott, con protagoniste due attrici americane, una delle quali avrebbe dovuto essere la sexy culturista Timea Majorovà.

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Parolini, ormai fuori dal giro, ne sparava tante sui film che avrebbe dovuto fare. Anzi, forse semplicemente VOLUTO fare. Perfino uno per il quale, parole sue, avrebbe preso Johnny Depp. Come no. Io mi chiedo, con onestà e senza cattiveria, se lui ci credeva realmente, a questi strampalati progetti. O era in realtà il primo, sotto sotto, a sapere benissimo che non si sarebbero mai concretizzati. Per le ragioni più disparate… :grimacing:

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Correva l’anno di grazia 1976 ed era in progetto un thrilling argentiano (di cui non ricordo il titolo di lavorazione) con protagonisti George Hilton e Carrol Baker e con il grande Mario Pinzauti dietro la macchina da presa. La nostra però, dopo esser stata doppiata in bolognese con Marino Girolami e dopo essere scivolata con i vari Andrea Bianchi e Vittorio De Sisti, pare fosse scappata a gambe levate alla volta delle lontane Americhe. Chissà se fosse rimasta, un Mario Siciliano o un Roberto Montero avrebbero potuto proporle quei ruoli che vennero poi affidati alla divina Frajese…

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…a quel punto sarebbe stato il top se argento avesse comunque portato avanti il progetto con la frajese…

Dal gruppo FB Mondo-movie:

Annunciato ufficialmente nel corso del montaggio di AFRICA ADDIO (novembre 1965), L’ULTIMA PREDA prometteva “Una nuova grande spettacolare inchiesta di Jacopetti e Properi. I grandi safari dell’Africa, le favolose cacce alla tigre in Asia, la pesca nella grande barriera di corallo, la caccia ai pinguini, agli orsi e alle orche polari, il comportamento di tutti gli esseri viventi, uomini e donne compresi, nell’eterno conflitto tra cacciatori e vittime”.
Molto prosperiano, poco jacopettiano: c’è da credere che il settore non abbia fatto follie per accaparrarsi questo nuova inchiesta del duo. E difatti il progetto si dissolse nel nulla.
A distanza di anni, poi, L’ULTIMA PREDA diventò proprio figlio di nessuno.
Quando lo intervistai per Nocturno (intorno al 1998), chiesi a Jacopetti se ricordava quel progetto: buio totale. Quindi girai la palla a Prosperi, nel corso di un pranzo nella sua magnifica casa di Formia: nulla di che.
A ben vedere, L’ULTIMA PREDA aveva tutta l’aria di una versione in nuce di LA GRANDE CACCIA / ULTIME GRIDA DELLA SAVANA. Difatti mi aspettavo qualche dettaglio in più almeno da Climati, il quale, a sua volta, sembrava non ricordare nulla. Recentemente ne ho parlato anche con Giampaolo Lomi, persona straordinaria quanto generosa di storie e aneddoti. Ma anche lui, niente. Che Morra sappia qualcosa?

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