Ho visto questo documentario dopo che una persona mi ha sfinito per mesi insistendo sul fatto che avrei dovuto vederlo a tutti i costi.
Rimandavo la visione perché non avevo grande fiducia nei gusti della persona che me lo consigliava con un’insistenza che avrei ritenuto degna di cause più nobili.
Però alla fine ho ceduto e ho visto il documentario senza saperne assolutamente nulla visto che la tipa che me lo consigliava si era raccomandata caldamente di non cercare informazioni in proposito ma di vederlo essendo all’ignoto di tutta la vicenda.
Così ho fatto e devo ammettere che raramente in vita mia ho visto un documentario più straziante, doloroso e commovente.
Non voglio svelare nulla della trama a chi si sarà incuriosito leggendo queste righe (magari l’immarcescibile Killer Klown).
Il titolo dice che il documentario è una lettera dove un padre viene raccontato al figlio, fatevi bastare questo e se avrete la pazienza di seguire la vicenda per un’ora e mezzo scoprirete una storia terribile ma a suo modo anche bellissima, per quanto dura ai limiti del sopportabile.
Ci sono personaggi che stanno letteralmente agli antipodi: c’è il male assoluto che farebbe impallidire qualsiasi villain del cinema e della letteratura (e si parla di gente realmente esistita) ma c’è anche il bene in una delle sue manifestazioni più pure e nobili di amore incondizionato. Questo contrasto viene gestito benissimo (anche grazie a un buon montaggio e una grande mole di materiale video di repertorio che copre l’intero arco della storia) in una costruzione appassionante che sfocia in momenti di terribile indignazione e di commozione.
Se vi ho incuriositi abbastanza provate a guardarlo e poi mi direte. Se non vi fidate a scatola chiusa e non volete comprare il dvd USA (che io ho preso per pochi soldi suamazon UK) sappiate che trovate il documentario anche su youtube. E, in via del tutto eccezionale, vi segnalo anche che qualche volenteroso ha fatto dei sottotitoli in italiano a tutto il documentario e li ha messi in rete da qualche parte. Certo, sono fatti col culo e sono zeppi di errori ma oh… questo passa il convento. Tra l’altro il documentario è molto parlato e, specialmente nella prima parte, va parecchio veloce quindi se non siete molto forti con l’inglese un piccolo aiuto da parte dei sottotitoli potrebbe fare la differenza.