http://www.imdb.com/title/tt0499101/?ref_=nm_knf_i1
La partenza di questo film tedesco è fulminante e spiazzante. Theo è un lavapiatti dall’aspetto appesantito che ha una reazione violentissima davanti ai suoi colleghi fannulloni, scappa dopo aver provocato una rissa e durante il tragitto verso casa ferma e violenta una ragazza rea di trovarsi per caso sul suo percorso. La scena è piuttosto lunga ed insostenibile, non lesina dettagli ed è un’illustrazione agghiacciante della violenza di uno stupro.
Anni dopo gli viene concessa la libertà vigilata ed è subito consapevole che non sarà facile ripartire da capo nonostante le opportunità. La sua vita si incrocerà con quella di Netti, la figlia del suo datore di lavoro ed anche lei alle prese con un’esistenza tormentata ed un mal di vivere che ben si combacia con quella di Theo.
L’opera di Glasner rimane per tutti suoi 164 minuti in un limbo cupo e nuvoloso dove la speranza non esiste e quando c’è una debole manifestazione viene troncata sul nascere da un malumore interno molto forte e solido. È un film sulla solitudine, sull’incapacità di relazionarsi con gli altri, sulla paura di intraprendere un percorso importante e responsabile. Non c’è spazio per compassioni e non è un tentativo per mettere sotto una buona luce chi si è macchiato di crimini odiosi.
Amaro e desolante, si allaccia idealmente con pellicole come Shame, Fuoco Fatuo, Seul Contre Tous ecc.
Visto in DVD edito in edizione doppia cartonata dalla Arthaus, qualità non molto buona con un master decisamente poco definito per un’edizione del genere.