L’ho visto in inglese senza sottotitoli…mi è parso un po’ sottotono rispetto agli altri capolavori del maestro Cronenberg, ma forse è che lo devo ancora “digerire”…e poi non essendo il mio inglese allenatissimo, ho perso qualche passaggio di dialogo. In compenso ho potuto ammirare il gran lavoro degli attori, Mortensen e in particolare Vincent Cassel, vanno rigorosamente visti in lingua originale, c’è un gran lavoro sugli accenti russi…A questo preferisco di gran lunga “A history of violence” che se non è un capolavoro poco ci manca.
Finalmente Cronenberg ha deciso di fare cinema anche per me. Prima che qualcuno mi disintegri, preciso subito che quello che Cronenberg ha fatto prima di History Of Violence, con una parentesi (la Mosca), è qualcosa che proprio non ho mai digerito. Pare che I suoi attori digeriscano le videocassette (videodrome, ndr), ma i suoi film per me erano sempre stati indigesti. E io sono uno che si sforza, solo che non ci arrivo (mica siamo tutti dei ghezzi). In ogni caso sono contentissimo, è (per me) nato un nuovo regista della madonna che fa film come questo, un noir con dei personaggi di cui mi comprerei la statuetta per quanto sono entrati nella mia testa, grazie ad un film in cui le loro personalità vengono scandagliate, risultando finalmente così vere e potenti. Viggo è stato un grande, non quanto lo è stato in History of Violence, 1000 volte di più di quanto lo è stato nel signore degli anelli.
colpevole di aver mancato il passaggio in sala ho rimediato comprando il dvd della Eagle.
l’ho preso, come si suol dire, a scatola chiusa non avendo ancora visto il film.
ma si tratta di Cronenberg… e il recupero era d’obbligo.
posso già da adesso dire che il dvd si presenta ottimamente. confezione decisamente accattivante. ha sia l’italiano, che l’inglese… ovviamente non mancano i sottotitoli.
gli extra: Segreti e storie - Marchi di vita
ancora non so di cosa si tratta… ma avrò modo di tornare sull’argomento non appena troverò il tempo di guardare il film.
stanotte non ho resistito e malgrado l’orario -erano già le 2- ho visto il film.
intanto due paroline sul dvd: ottimo. i due “extra” sono molto interessanti e ascoltare il punto di vista del cast, ma soprattutto quello del Maestro, aiuta -o potrebbe aiutare- a comprendere meglio le sfumature che fanno di questo film un grande e riuscito film.
perché ormai già da tempo Cronenberg ci sta proponendo un cinema che asciuga sempre più l’intreccio (esteriore) del plot, il melodramma -che secondo qualcuno in questo film doveva essere meglio approfondito, ma che io ritengo invece perfettamente in equilibrio con tutti gli altri “organi” che compongono il film- per concentrarsi su dettagli apparentemente minimi ma che possiedono tutto il fascino e la complessità dei territori esplorati solitamente da Cronenberg.
ciò che intriga e interessa il regista non è “il giallo”, “il mistero” che la stranezza delle circostanze determina.
le “mutazioni” che rileva e analizza -già da un pò- si svelano direi per sottrazione e sono captabili solo dall’interno.
perfino quel “bacio” finale non è affatto retorico, o ridondante… non è il bacio che chiude una stereotipata “storia d’amore”… è qualcosa di più beffardo… quasi impalpabile, come l’attrazione e repulsione che per tutto il film, brillantemente, il regista riesce a far emergere tra i due “protagonisti” con semplici ma decisamente efficaci tocchi.
con argute sfumature, appunto.
senza mai calcare la mano e controllando sempre “il melodramma”, frustrandone le regole consapevolmente magari.
e ciò gli riesce anche grazie alla magnifica interpretazione di un cast artistico con i fiocchi.
Cronenberg stesso dichiara, tra gli extra, che uno degli aspetti che più lo hanno interessato della sceneggiatura è stato proprio questo: i due personaggi “sono come navi che si incrociano nella notte. tra di loro c’è e non c’è un legame” perché non siamo dalle parti di una storia d’amore tradizionale.
questa tensione è uno degli ingredienti, e deve restare percepibile ma non “approfondito”… galleggiante nell’aria, ecco. così come altri aspetti.
si è detto: “è vero, la storia alla fine è poca cosa, viste le premesse avrebbe forse potuto fare di più, l’elefante ha partorito un topolino (almayer)”, bene, io non sono d’accordo per niente.
l’indagine entomologica che qualcuno ha citato, piuttosto, è il vero cardine della storia… ed è svolta cronenberghianamente.
lo stesso diario “indecifrabile” -che poi non è affatto indecifrabile, non è “il libro dei morti” scritto in chissà quale barbara lingua…- è solo un’occasione, una “scusa” per cominciare il viaggio… e francamente trovo geniale che Cronenberg abbia deciso di sviluppare un’affresco tanto maestoso inseguendo fatti sgradevoli sì, certamente, ma anche piuttosto “piani”… ordinari… e non eclatanti come in molti avrebbero -forse- preferito. e già questo dato palesa un’ambiguità di fondo molto affascinante e per nulla scontata… ed è dichiarata dallo stesso regista nel film, quando sembra parlare con la bocca del Capo Mafia: “a volte in questo lavoro le cose più pericolose sono le più stupide.”
dunque non è che “il diario” -per come la vedo io- si perda presto nel nulla… appunto perché il diario è solo un accessorio… il centro nevralgico del film resta cmq altro.
Cronenberg: “mi sento attratto dalle sottoculture chiuse e sigillate ermeticamente. a volte le invento io, come nel caso dei miei film di fantascienza, a volte le prendo da altri, come nel caso di M.Butterfly. il tema di questo film non è solo la cultura russa in Inghilterra, ma la cultura della mafia che è una sottocultura di una sottocultura. è la mia mentalità esistenzialista ad attrarmi a questi temi. creiamo una nostra realtà attraverso la cultura e l’arte… questa realtà sembra molto reale, ma è transitoria, ed è una proiezione della nostra creatività. lo stesso vale per la famiglia di EP.”
la promessa, per quanto mi riguarda, è stata mantenuta…
con il suo classico distacco Cronenberg ci offre i rituali, i codici di un mondo a parte, e ci invita a riflettere sui materiali che compongono questo mondo, materiali incandescenti come la violenza, la menzogna… e fa bene Viggo a dire, sempre tra gli extra, che in un certo senso questo film è una sorta di “continuo” di HOV.
Cronenberg: “il mio intento era girare un film complesso, che si potesse rivedere più volte e non fosse solo un bene di consumo da dimenticare dopo averlo visto. valuto il mio lavoro in questi termini, e penso che questo sia un film riuscito”.
di fatto, questo è un film riuscito.
concordo con almayer, invece, quando parla della “fame” che il film ci lascia dentro… “come un coitus interruptus cinematografico”. è vero. è la stessa sensazione che ho provato anch’io… ma credo che sia un effetto calcolato e ordito…
lunga vita a Cronenberg!
stasera rivedrò il film con la mia ragazza ad un’ora più appropriata… perché come accade sempre con i film di Cronenberg, cmq, per poterli comprendere davvero bisogna scavare tanto, sfuggire i tranelli, non fermarsi alle apparenze.
P.S.: aggiungo una cosa… naturalmente anch’io ho goduto alla grande durante la magnifica sequenza in sauna… strepitosa.
il contesto “russo” e l’ambiente sauna, però, mi hanno fatto tornare in mente un momento simile del simpatico Danko.
certo facendo i dovuti distinguo;)
Bellissimo, mi è piaciuto da morire, ti tiene lì tutto il tempo, Mortensen (che tra () sta da cazzo con quel taglio ma sembra proprio un russo!) mi è piaciuto molto nel ruolo del finto, ma non troppo, cattivo!
Ho apprezzato molto il momento di Anna e famiglia che valutano la situazione e decidono di non chiamare polizia e compagnia bella…
finalmente non la solita americanata!
Il pezzo del bagno turco mi ha un pò pesato…come quello della prostituta scelta da Kirill… ma non mi è mai parsa violenza gratuita per far scena, proprio un bel film.
Combinazione, ho finito di riguardarmelo poco fa. Continuo a trovarlo un gran bel film, e ad apprezzare questa svolta noir del cinema di Cronenberg inaugurata con History of Violence. E mi trovo d’accordo col giudizio a suo tempo formulato da Agentespeciale.
infatti non ci stava per nulla quel finale… vabbè ha voluto dare la caramellina al pubblico femminile…
io credo che il finale del film (sbrigativamente considerato un “lietofine”) sia molto bello. “bacio” compreso… a parte che giusto quel bacio è preceduto da un dialogo tra i due davvero molto importante, io credo, per cogliere bene e fino in fondo il personaggio di V.M.
ieri sera l’ho rivisto… e mi è piaciuto più della prima visione… e credo che dopo la terza mi piacerà ancora di più… certi film riservano sempre sorprese inaspettate… e Cronenberg è un mago delle sorprese.
nulla è mai come sembra.
ciò che sempre più di Cronenberg mi colpisce è il modo in cui riesce puntualmente a “tradire” le aspettative del pubblico… che è sempre pronto a rimproverargli qualcosa dopo ogni film… salvo poi, dopo svariate visioni, tornare sui propri passi.
ma i suoi film sono come il vino buono;)
Di sicuro resta il fatto che non me lo rivedrò mai…anzi, credo che, come mi è successo per “A History of Violence”, la seconda visione peggiori il giudizio immediato dopo la prima. Sono altri i film da “rivedere”.
punti di vista.
per me sono questi i film da rivedere.
Trovi? Io me lo son rivisto pochi giorni fa, e il mio giudizio resta favorevole. Sono altri i film che visti una volta mi bastano e avanzano…
Visto stasera con colpevole ritardo l’ho trovato un film splendido seppur imperfetto. Poteva durare un pò di più ed approfondire maggiormente la storia, ma anche così è perfetto. Per il cinema di oggi, per me non il massimo, è un semi-capolavoro, in generale è un ottimo film. La sequenza dei tatuaggi è stilisticamente sublime e anche l’agguato in sauna è magistrale.
purtroppo per me sono ancora in fase di valutazione sui bluray…
Condivido a grandi linee il pensiero di bluevelvet; grande film, ma un paio di momenti di sceneggiatura sono forzatissimi, ed il bacio tra i due nel finale dopo la scena-madre del neonato quasi buttato in acqua era fortemente evitabile.
Peccato doppio, perché con un paio di aggiustatine in fase di scrittura sarebbe venuto fuori un film coi controfiocchi. Anche così comunque si segue che è un piacere, e Mortensen fa davvero paura, anzi direi che mette inquietudine per tutto il film anche solo col suo sguardo allucinato.
ps - vedo che l’avevano vietato ai minori di 14 anni; cazzo cosa si deve vedere in un film in Italia per trovarlo vietato ai minori di 18? Lo stupro live di una bambina di 7 anni?
Dopo l’ennesima revisione di questo film che con tutti i suoi difettucci di sceneggiatura mi piace ogni volta un po’ di più, ho voluto approfondire un minimo il discorso dei tatuaggi nella Vory v zakone, la mafia russa… ed ho trovato questo documentario davvero notevole:
Tristissimo, ve lo dico prima… del resto la vita in carcere in Russia non me la immaginavo rose e fiori, però checcazzo.
In russo con sottotitoli inglesi… da vedere.