Elegant Beast/The Graceful Brute (Yuzo Kawashima, 1962)

Commedia nero pece su una famiglia di parassiti e annessi arrampicatori che soccombono sotto le macerie dei propri infami raggiri, kammerspiel attualissimo. Una carrellata di personaggi grotteschi, inarrivabili nella loro meschinità ma anche patetici nel loro sgomento di fronte allo spettro lugubre della povertà (lugubre come il cielo rosso fuoco allegoricamente dipinto come incubo post-atomico con tanto di rombo di aerei).
Kawashima fu estremamente prolifico ma morì presto dopo anni di alcolismo (stroncati dalla poliomielite). Ha lasciato grandi commedie moderne e beffarde (ma anche meravigliosi drammi a tinte fosche come il bellissimo The temple of wild geese) , satire modernissime che hanno influenzato molti esponenti della nouvelle vague giapponese (Imamura e Oshima su tutti) con la loro sofisticatissima ricerca delle possibilità espressive offerte dallo Scope nella composizione delle immagini.

Non sono un grande estimatore, pur apprezzandolo, del Parasite di Bong Joon-ho, ma chi ha gradito potrebbe trovare sorprendenti e affascinanti le numerose affinità del nuovo classico coreano con questo antecedente nipponico (e Bong, essendo onnivoro acutissimo e ottimo cineasta, è molto plausibile che abbia raccolto il testimone volutamente)

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