"Er canaro" della Magliana libero dopo 16 anni

È notizia di oggi…
La storia qui la conosciamo tutti, no?

Incollo da repubblica.it:

Fu condannato a 24 anni per aver torturato in maniera terribile fino ad ucciderlo un ex pugile. Affidato ai servizi sociali

                                             [b]Roma, libero dopo 16 anni il "canaro" della Magliana

[/b]ROMA - Il"canaro della Magliana" torna in libertà. Dopo 16 anni Pietro De Negri è stato scarcerato. Era stato condannato a 24 anni di carcere per aver ucciso il 18 febbraio 1988 a Roma, dopo averlo torturato a lungo, l’ex pugile Giancarlo Ricci. La sua storia finì anche in un libro. Fu una vicenda che fece scalpore nella capitale e non solo.

Pietro De Negri oggi ha 49 anni, negli anni ottanta lavorava in una toilette per cani, da qui il suo soprannome, nel popolare quartiere della Magliana. Quel giorno di 17 anni fa decise di farla finita con i soprusi a lungo subiti dall’ex pugile che arrivò ad uccidergli il cane.

Il cadavere di Giancarlo Ricci fu trovato carbonizzato in una discarica al Portuense dopo quindici giorni dalla denuncia dei familiari. Gli inquirenti seguirono in un primo momento la pista del regolamento di conti tra esponenti della malavita organizzata.

Poi venne ascoltato Pietro De Negri e il “canaro” confessò di essere lui l’assassino. Il suo racconto fu raccapricciante: dopo aver assunto una dose ingente di cocaina De Negri, con un tranello attirò nel suo locale l’ex pugile e dopo averlo tramortito e chiuso in una gabbia lo seviziò per ore fino a farlo morire.

De Negri, dopo essere stato dichiarato “non socialmente pericoloso”, ottenne la libertà provvisoria, ma un successivo mandato di cattura dispose il suo internamento nel manicomio di Montelupo fiorentino.

In primo grado Pietro De Negri, venne condannato a 20 anni di reclusione, pena aumentata di quattro anni dalla corte d’Appello, cui il “canaro” fece pervenire un memoriale dove affermava di non essersi pentito di aver ucciso Ricci. Il 2 aprile 1993 la condanna divenne definitiva, quando la V sezione penale della corte di Cassazione, respinse il ricorso presentato dai difensori contro la sentenza della corte d’Appello.

Ora è stato affidato ai servizi sociali e dovrà osservare alcune prescrizioni imposte dai giudici. In particolare non può uscire di casa dalle 7 alle 21, non può frequentare pregiudicati e luoghi di ritrovo come le osterie e le bische e non può uscire dalla provincia senza autorizzazione.

Nel '97 uscì il libro di Vincenzo Cerami, “Fattacci”, quello del “canaro” era uno dei quattro delitti romani raccontati. Nella presentazione lo scrittore riporta il commento degli investigatori che indagarono sul caso:
“Abbiamo visto di tutto. Teste mozzate; donne fatte a pezzi e bollite nei pentoloni del sapone; cadaveri martoriati e poi carbonizzati; giovinastri con i piedi murati nel cemento e gettati nel lago. Ne abbiamo viste di tutti i colori, ma una storia come questa non ci era mai capitata!”.

(26 ottobre 2005)

Cosa fece al pugile?

se non ricordo male lo imprigionò in una gabbia per cani e lo torturò a rasoiate tutta la notte…poi mi sembra gli mise il pene tagliato in bocca…o qualcosa di simile…

Prima l’ha incatenato, gli ha tagliato le dita e poi ha versato benzina sulla piaghe dando loro fuoco.
Dopo ha iniziato a trasformare il pugile in “cane” mutilandogli il naso e le orecchie. Dopo gli ha divelto la mascella usando un crick, gli ha mozzato la lingua, amputato i genitali e gli ha infilato tutto in gola, soffocandolo.
Prima che morisse ha recuperato le dita che gli aveva tagliato prima e gliele ha infilate un po’ negli occhi (cavandoglieli) e un po’ in culo.
Per finire, quando ormai il pugile era già morto, gli ha aperto il cranio e ci ha versato dentro un prodotto per il pelo dei cani.

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io mi ricordavo che l’aveva pure tipo spellato vivo

Ah beh, ci può stare…
Io sono andato a memoria ma potrebbe benissimo aver fatto pure quello…
In fondo, a questi livelli, se l’ha spellato vivo o meno non fa molta differenza…

tempo fa la moglie aveva chiesto la scarcerazione perchè arrivato a 38 kg e aveva tentato il suicidio.
In teoria doveva uscire il 2010

Sul Corriere ora leggo che gli ha anche cavato i denti…

Non capisco… non riesco proprio a capire… ma come cazzo si fa a farsi passare dall’anticamera del cervello, anche solo per un secondo, una tale idea??? e poi metterla in atto!!!
Ieri parlavo con Swat… può capitare che per un torto ti arrivi il sangue al cervello e agisci senza pensare, ma qua nn si parla di freddare una persona con uno sparo, ma giorni e giorni di torture…
Chi cazzarola ha stabilito che quel mostro doveva andarsene dal carcere???!!!
Ma stiamo impazzendo tutti!!!???!!!
Altro che manicomio! Lo avrei messo ai lavori forzati a vita, legato con catene mani e polsi a picconare nelle miniere come accadeva ai deportati, fino all’ultimo respiro !
Quel testa di cazzo del pugile, per quanto infame e senza cuore per aver ucciso quel povero cane nn si meritava certo una fine del genere… chissà effettivamente quando è morto, suppongo prima del decesso biologico, certe esperienze uccidono l’anima …
Spero che ora si trovi in un luogo migliore, magari in compagnia del cane che lui stesso ha ammazzato…
Brutta storia… bruttissima storia… e la legge, la nostra legge non è mai giustizia… che pena…

Ricordo il fattaccio e lo scalpore che suscitò.E comprendo che l’efferatezza del delitto possa suscitare orrore e sdegno nei confronti di chi l’ha compiuto.Ma tenete presente che l’assassino era un povero disgraziato con una vita di merda,e la vittima un gran bastardo che lo gonfiava di botte per costringerlo a fare affari con lui(storie di coca,a quanto ricordo).Lo stesso canaro confessò di non avere ancora le idee chiare su cosa fare del pugile,dopo averlo chiuso in gabbia e malmenato con un bastone.La furia omicida esplose incontrollata quando quel coglione gli disse che appena uscito dalla gabbia gli avrebbe fatto a fette la figlia,forse l’unica persona al mondo alla quale l’omicida tenesse davvero.Si può davvero dire che se la sia andata a cercare,anche se massacrare qualcuno in quel modo è inconcepibile.Figuratevi che l’imputato confidò di aver avuto anche l’idea di appendere il cadavere ad un lampione e mettergli addosso un cartello con la scritta “ecco il pugile”.L’odio può raggiungere vette inimmaginabili…comunque credo che per il suo delitto abbia pagato abbastanza,ci sono ex-sicari della mafia che hanno sciolto i bambini nell’acido e di galera se ne sono fatta meno.

Chiariamo un attimo la storia.
Non è che il “canaro” ha fatto tutto questo all’ex pugile “soltanto” perché gli uccise il cane. La storia è lunga ed una storia di ordinaria sopraffazione, di ordinaria violenza, di ordinaria disperazione.
Lungi da me voler prendere le difese del “canaro”, eh…
Voglio solo raccontare il poco che mi ricordo e ricostruire la vicenda.

Il “canaro” e il pugile fecero una rapina assieme. Il pugile la fece franca, il “canaro” no… Si fece un anno di prigione e non tradì per nulla il suo complice. Rimase zitto, si fece tutta la galera necessaria in attesa di uscire e di spartirsi il bottino.
Quando si aprirono le porte della prigione il “canaro” non trovò nessuno ad attenderlo. La moglie e la figlia lo avevano abbandonato.
Lui allora andò subito dal suo amico pugile per avere almeno la sua parte del malloppo. Il pugile, un gradasso dalle maniere violente, non gli diede una lira e, anzi, non perse una sola occasione per pestarlo, umiliarlo ed appropriarsi dei pochi soldi che riusciva a recuperare.
Questo è andato avanti per tanto tempo, col povero “canaro” costretto ad incassare umiliazioni ed angherie di ogni tipo.
Non ricordo quale fu il casus belli che fece scatenare la sua furia omicida.
Forse fu proprio l’episodio del cane oppure fu quello del furto della tv del “canaro”. Quando si rese conto che la sua tv era stata rubata ne parlò al pugile che gli disse che, dietro pagamento di una somma mica da ridere, sarebbe stato capace di ritrovargliela. Il “canaro” accettò e gli diede i soldi ma non rivide mai il suo televisore. Il pugile gli confessò tra mille risate che era stato proprio lui a rubarglielo.
Forse fu quello il momento in cui il “canaro” perse la testa e fece quello che fece Dustin Hoffman alla fine di Straw Dogs o Alberto Sordi in Un Borghese Piccolo Piccolo.

Non lo voglio giustificare, per carità.
Quello che ha fatto è atroce e indifendibile.
Però in un certo senso lo capisco. Ed ho pietà di lui.

eh io la storia me lo ricordavo vagamente, in modo molto meno accurato di giorgio brass, però era così e sono in totale accordo con giorgio… una vicenda molto lunga e complessa veramente difficile da giudicare nei normali canoni

Francamente la storia me la ricordo anche io come Brass.
Premesso che niente giustifichi una cosa simile, quoto cmq sia Tuchulcha e Brass. Detto come và detto cmq si è fatto 12 anni su 16.

essi ma mi sa anche qualcosa di più…

…bah le solite storie,che non possiamo giudicare bene fino in fondo.
Ma un a cosa è certa e mi lascia basito un attimo…
Esce dal carcere dopo 12 anni per buona condotta,ed era anche al servizio all interno del carcere stesso di malati e bisognosi vari,ma anche dopo tanto tempo,non si pente di nulla,anzi se tornasse indietro nel tempo dice,lo rifarebbe ancora!! :confused: :mad:

e questo gli fa onore…nemmeno io mi pentirei dell’accaduto in una situazione del genere…ha pagato il debito con la giustizia? torni alla meritata libertà…
Ora, non voglio dire che giustifico l’estrema ritualità del gesto, ma in fondo si è solo vendicato saltando al collo del suo stesso persecutore (che dalle testimonianze dell’epoca risulta essere tutto fuorchè una persona onesta, anzi…) non ha stuprato una dozzina di adolescenti ne tantomento figurava all’apice di un organigramma mafioso…ha compiuto la sua vendetta, ha scontato la meritata galera ma ciò che appunto è più importante, non si è mai pentito di non aver piegato il capo all’ennesima ingiustizia…

Anche i criminali hanno un codice d’onore,se il canaro si dichiarasse pentito nell’ambiente lo giudicherebbero una mezza sega.Può sembrare una cosa spaventosa a noialtri gente onesta,ma in certi ambienti funziona così.Con la vita di merda che ha fatto,a quel povero disgraziato rimane solo la reputazione malavitosa,mi fa più pena che altro.

Il pentimento è una prova di maturità e di coraggio, nn è debolezza.
Dal dizionario italiano ragionato DIR: “Pentirsi:provare pena, soffrire spiritualmente riconoscendo una propria colpa. La voce assume un significato più intenso con il Cristianesimo, per una più profonda concezione del peccato, considerato come offesa a Dio che coinvolge la natura stessa dell’uomo, e appare riscattabile solo con un apposito sacramento (la confessione), in cui si concretizza e sacralizza l’atto del pentimento.”
Ammesso e concesso che nn tutti credano in Dio allora mi rifaccio all’etica:
“L’etica atea materialista non riconosce come fondamento il peccato in ogni sua definizione; essa è pertanto relativa e non assoluta; riconosce nell’essere umano, nei suoi bisogni ed emotività, un comportamento che poggia solo sulle attività umane sia materiali che culturali (come consiglia il materialismo aperto, d’altronde). Essa non ha dogmi ma solo norme dettate dalla legge umana e, quindi, variabili e migliorabili, nei sensi e nei modi. Appartenere alla società o non appartenere ad essa dovrebbe essere indifferente all’etica ma pensare ad essa disconoscendo il fondamento nella persona e nella dignità umana significa non avere compreso il suo caposaldo.”
Evidentemente quest’uomo nn ha ne fede ne etica, nn è stato considerato neppure pazzo. A me nn fa nessuna pena e, sempre a parer mio, poteva rimanere benissimo dov’era fino alla senilità!
Forse nn sono magnanime, ma le persone socialmente pericolose come lui dovrebbero essere rieducate e poi rilasciate…ma solo poi!
E’ anche vero che In Italia, purtroppo, nn esistono penitenziari in grado di rieducare… ma solo di degradare… questa è una delle tante grandi pecche che il nostro Stato ha.
La verità e la giustizia allora dove stanno?
Probabilemente sempre nel mezzo, per me solo in Dio.

Non mi sognerei mai di considerare un grand’uomo il Canaro perchè non prova rimorso per il delitto commesso.E’ un povero disgraziato,col suo gesto s’illude magari di essere diventato un “duro” da racconto noir.Ma è un dato di fatto che rispetti il suo coraggio,pensando a quanti mascalzoni si dichiarano “pentiti” per usufruire di sconti sulla pena.Quanti farabutti ritornano in libertà ostentando un ravvedimento fittizio,e pronti a ricominciare!Il Canaro non è un serial killer,non vedo grandi pericoli nel farlo tornare in libertà,a patto che qualcuno gli stia vicino.Fuori dal carcere lo aspetta il nulla,ricominciare da zero sarà dura.In ogni caso non ha mai chiesto il perdono di nessuno,non ha mai recitato il ruolo della vittima.Quello che ha commesso è mostruoso,ma c’è di peggio in giro.Penso a quella bestia coinvolta nel massacro del Circeo,che tanto per cambiare ha ucciso di nuovo;a Pasquale Barra,pentito della Camorra che mangiava il cuore delle sue vittime e con le sue dichiarazioni ha contribuito a far finire in galera un innocente come Tortora;e la lista potrebbe continuare…

Domani sera, a “Un Giorno In Pretura”, puntata dedicata al caso del Canaro.
Raitre, seconda serata.

“La gabbia del canaro”, questa sera alle 23:00 su History Channel