Faccia A Faccia

Anno: 1967
Cast: Tomas Milian, Gian Maria Volontè, Carol Andrè, William Berger, Iolanda Modio, Gianni Rizzo.
Durata: 102 min.
Regia: Sergio Sollima


Recensione Spaghetti Western Database

Una opinione su questo film?
La chiedo a Voi.
Io mi limito a definirlo il miglior spaghetti western mai girato e meglio recitato (escludendo i film di Leone). Supera anche TEMPO DI MASSACRO di Lucio Fulci, pur essendo molto diversi.

Bello lo è senz’altro,ma per me Il Grande silenzio nun se batte.

Quoto, e aggiungo anche Quien sabe? e Keoma.

Su Faccia a faccia per me è un’ottima storia, una critica sociale fatta ad arte. Però Volontè lo preferisco nel ruolo di cattivo, qui è troppo impacciato per buona parte del film, poi giustamente si scazza di fare la mammola :smiley: . Parlo del personaggio non dell’interpretazione dove è sempre al top.

Veramente,Volontè lo trovo particolarmente perfido,in questo film.Per dirla tutta,il vero cattivo della storia è lui,non Milian.La sua trasformazione da timido insegnante a tagliagole ne sottolinea la meschinità,la natura camaleontica.Ribadisco,Faccia a faccia è un gran bel film,il miglior western di Sollima;però la domanda era se fosse il più bel western italiano,e ritengo che tale titolo spetti al sopracitato classico di Corbucci,unico nel suo genere.

Bello. Con “La resa dei conti” il mio western sollimiano preferito di sempre.

Hai ragione ma non mi riferivo alla parte che appunto riguarda l’aspetto di critica sociale. Il civile Volontè che poi diventa un bruto e il barbaro e criminale Milian che poi risulta persona di valore. Mi riferivo proprio all’aspetto più superficiale. Per buona parte del film Volontè recita la parte del buono, anche se poi non lo è. Volevo solo dire che così a pelle Volontè lo preferisco nei ruoli di “cattivo”, che poi non è detto non siano “migliori” come persone dei cosidetti “buoni”. Ma non discuto il personaggio del film che è giusto così ed è ben interpretato.

io lo amo tantissimo la metamorfosi dei personaggi cosi’ ben messa in scena ,
Volonte’ impagabile Milian soccombe una volta tanto;)

va visto anche solo per l’interpretazione di Volontè. Magistrale come sempre. La sua metamormofosi denota una capacità di recitare davvero di alta classe

a mio parere faccia a faccia resta il miglior esempio di western “impegnato” prodotto dal cinema italiano. forse ha solo un difetto, ovvero il personaggio di milian un po’ troppo messo in ombra da quello, straordinariamente recitato, di volontè

Che incassi ebbe all’epoca buoni???
sapete dirmelo???

Io il personaggio di Milian lo trovo perfetto,imho doveva essere così.Quello di Volontè risalta proprio perchè ha il carisma di chi,come lui,è pronto a cambiare casacca per perseguire i propri interessi.L’apoteosi di quanto di più viscido c’è nel mondo politico,insomma.Milian è un bandito zozzo e violento,non si può certo pretendere carisma da un individuo del genere;quel che lo fa risaltare e si assicura la lealtà di quanti lo seguono è il lato umano,che affiora dietro la scorza del fuorilegge.

>Milian è un bandito zozzo e violento,non si può certo pretendere carisma da un individuo del genere

e perché no? dai, corrado, il cinema di genere italiano è pieno di “cattivi” dal grande carisma. io penso semplicemente che ci sia poco equilibrio tra i due personaggi e che se, da un lato, la metamorforsi di volonté sia impeccabile, quella di milian sia poco sottolineata. ma, data anche la mia totale ammirazione per quel film, stiamo parlando di dettagli

Il punto è che il contrasto fra i due personaggi imho viene reso proprio da tale disparità.Uno è colto,sa usare doti persuasive e pianifica con attenzione;l’altro è rozzo,un pistolero che usa le colt più che il cervello(glielo dice pure:“La tua forza non sta nella pistola,ma nella testa”).Eppure,gli altri banditi lo preferiscono,perchè sentono in lui una generosità di fondo che manca al suo più carismatico socio/antagonista.Come giustamente sottolinea la ragazza rivolgendosi a Volontè,“fai le stesse cose che fa lui,è vero…ma compiute da te fanno più schifo!”.Ripeto,per me i due personaggi van benissimo così come sono.

In allegato con la rivista Oggi.

Beh, che dire…
è sicuramente un western atipico almeno quanto lo è il Grande Silenzio…
anche qui c’è una rottura dei canovacci classici non indifferente.
Questa volta al centro del film non c’è il solito pistolero infallibile dai buoni principi che parte con un’idea e finisce con quella.
No, qui il pistolero infallibile ricopre una parte, a mio avviso, marginale rispetto a quella di Volontè (che dimostra qui di essere un attore superiore)…
come avete notato, infatti, Milian passa in secondo piano, ma questo perchè il protagonista del film non è lui, ma il Professor Fletcher, il cui ruolo (grazie soprattutto a un’interpretazione magistrale di Volontè) è in un certo senso rivoluzionario.
Qui non si combatte contro un nemico, ma contro se stessi.
L’evoluzione di Fletcher è più che altro una devoluzione, un processo naturale nella mente di un uomo abituato a subire che si ritrova ora a scoprire una forza che quasi ignorava di avere.
E questo processo inizia semplicemente impugnando una pistola, a sottolineare il fatto che per un uomo basta veramente poco per rinnegare i propri principi quando si è investiti da una “Sensazione di potenza”

afferrare una pistola, dalla forma così naturale, che si adatta perfettamente alla mano…e sparare quasi senza accorgersene e centrare il bersaglio, come se fosse la cosa più naturale del mondo

ecco, è lì che avviene, a mio avviso, la rivoluzione di Fletcher.
E’ un ritorno dell’uomo allo stato di natura.
Partito dalla civiltà, dive quello che conta è ciò che sta fuori, Flietcher si ritrova ora a confrontarsi con un mondo arretrato, dove quella stessa civiltà è vista come una cosa sensazionale, fuori dal normale, strana insomma.
Ed è poi la ribellione dell’uomo, stanco di una sua invenzione (la civiltà, che tuttavia lo richiama in più occasioni, senza riuscire, tuttavia a fermare questo processo inarrestabile), che prende coscienza della propria forza e soprattutto del fatto che è con la forza (che è l’intelligenza unita con la spietatezza) a porlo in una posizione superiore, dalla quale guidare poi gli altri uomini, che sono pari agli animali, perchè ininfluenzati da quella stessa civiltà che, tuttavia, in un certo senso, rifiuta.
Ma senza rinnegarla ed infatti è memorabile

il dialogo con Wallace, la spia della Pinkerton, in cui fa uscire fuori tutto quel processo che lo ha trasformato da un uomo vuto, capace solo di subire la vita, in un uomo capace, invece, di guidare gli altri, consapevole del fatto che la violenza (prima aborrata) è, in realtà, uno strumento essenziale che, portato ai limiti estremi,edifica l’uomo al di sopra del mondo.

“Bisogna superare il limite della violenza individuale che è reato, per raggiungere quello della violenza di massa, che è storia”.

In conclusione, chi non ha mai visto questo capolavoro assoluto, aldilà del genere di apparteneza, del cinema italiano, ha ora la possibilità di godere appieno di una “lezione di filosofia” made in Sergio Sollima.

GRANDE!

Copertina che fa schifo ma testi assolutamente strepitosi come per tutta la collana

rangoon
Quote:
Originally Posted by stubby View Post
In allegato con la rivista Oggi.
Copertina che fa schifo ma testi assolutamente strepitosi come per tutta la collana
01-12-2007 01:02

Infatti la collana e’ ricca di film interessanti ma questo io l’ho preso a 5€ (vedi che risparmio…) e credo in un’edizione migliore…ah almeno l’intervista al grande Sergio Sollima l’han messa?

Che ti devo dire? L’argomento è inoppugnabile. Hai fatto bene. :-))

Dvd acquistato a Mediaworld, a 5,90 euro, per la serie “Colt Collection” con copertina cartonata ed ottimo opuscolo allegato: è un gran bel film, mitico, che rivedo sempre volentieri e (non dimentichiamolo) è tra i western preferiti di Quentin Tarantino. :smt039

Nella cover della colt c. è indicato come attore Lee Van Cleef ,oltre che Volontè,nelle vostre pure?:confused: