Ghiaccio (Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis, 2022)

Giorgio è un pugile amatoriale che vive una pesante realtà di borgata. Il padre è stato ucciso lasciando alla madre un debito con il boss del quartiere che di fatto li riduce in una condizione di schiavitù. Giorgio ha però dalla sua parte il suo allenatore Massimo dal quale apprenderà molto di più che l’arte della boxe.

Esordio alla regia del cantante Fabrizio Moro in team con Alessio De Leonardis (già autore del docufilm sul pornostar Franco Trentalance) che è stato distribuito in sala come evento speciale e quindi per soli tre giorni.

Quando si pensa ad un film sulla boxe viene automatico dirsi che sicuramente non ci sarà niente di nuovo. Se poi ci mettiamo l’ambientazione della borgata romana il festival degli stereotipi è garantito. Queste infatti sono le critiche principali mosse a questo “Ghiaccio” e sulle quali sono d’accordo ma solo parzialmente.

E’ chiaro che su questi temi si è già detto praticamente tutto ma la storia è ben scritta e scorre senza dare fastidiosi effetti di deja-vu con l’eccezione del fortunatamente breve momento dell’allenamento pomposo dei due antagonisti.

Parte come il solito film di riscatto ma in realtà è un film sull’amore, un amore puro ed intenso che viene portato fino alle estreme conseguenze.

La coppia di protagonisti ed il loro rapporto è degno di nota. Giacomo Ferrara conferma la sua bravura anche se forse resta un po’ troppo legato allo Spadino di Suburra mentre Vinicio Marchioni per me è stato uno spettacolo. Lo avevo già apprezzato in Grazie Ragazzi ma qui ruba proprio la scena.

Senza dubbio soggetto e regia sono piuttosto acerbi. Penso per esempio al fatto di ambientare il film alla fine degli anni '90 ma in realtà senza motivo e senza differenze sostanziali rispetto ai tempi attuali. Il Quarticciolo oggi è esattamente com’è descritto nel film. Tuttavia il prodotto finale è secondo me più che gradevole ed aspetto con curiosità le nuove prove registiche.

Bella ed emozionante la colonna sonora del regista.

Curiosità 1: ho saputo dell’esistenza di questo film solo perchè alcune scene sono state girate nel quartiere vicino al mio;
Curiosità 2: la felpa lisa di Totti ed il romanismo dei protagonisti hanno un ruolo ricorrente ma Fabrizio Moro è laziale fracico.

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