Giochi Carnali (Andrea Bianchi, 1983)

Per puro caso, sono finito a vedere codesto film.
Film molto ignorante, visto che trattano l’argomento stupro con molta superficialità, poi cercano di dare una spiegazione medico scientifica sul perché un uomo possa arrivare a stuprare una donna.
Vi sono alcuni momenti comici tra il protagonista e lo zio interpretato da Vittorio Zarfati.momenti super trash una scena di sesso tra il protagonista e la moglie (Alessandra Vazzoler pronta a mostrare le tette come ne la soldatessa alle grandi manovre).
Finale quasi splatter, e abbastanza imbarazzante.
Qualcuno di voi l’ha visto? Si vede che è un film che nasce erotico spinto e che solo successivamente venne allungato con gli inserti anatomici molto ravvicinati.
Avete individuato parte del cast? Ad esempio la campagnola

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Eheheh anche tu hai la “bibbia”…
La mia copia è ancora a casa dei miei.

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Urgono approfondimenti però su alcuni protagonisti dell’imbarazzante cast, sui quali il tempo pare abbia steso un pietoso velo d’oblio. Che fine ha fatto e soprattutto chi è Francesco Parisi, già incontrato in altro “capolavoro” bianchiano a titolo “Cara dolce nipote” (era uno dei due zii), nonchè nel proto-hard “Dolce e calda Lisa” di Adriano Tagliavia.
Che dire poi del tal Domenico (leggo anch’io nella “Treccani” Maurizio) Anastasi, la cui performance nel film in esame “en travesti” è degna di entrare, a giudizio di chi scrive, nell’“Olimpo dello Sculto”!

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ahimé presente, visto un decennio fa depistato da un utente del davinotti che lo dipinse come un soft con alcune incursioni hard, mi ritrovai davanti a percentuali del tutto invertite. 20’ scarsi di chiamiamolo film disseminati lungo un hard in piena regola, tenuto malamente in piedi da un pretestuoso straccetto di impianto narrativo cucitogli attorno, come era in uso nei primi anni 80. a renderlo vagamente affascinante, la concezione dello script (uso parole grosse, per capirsi), che sembra la parafrasi asfittica di un albo di attualità nera, unico curioso sforzo di impianto narrativo che si/ci concede. scrivo curioso perché il tono, considerato il target, era funereo e i contenuti alla zarchi sotto ketamina e pro-stupro devono aver bromurizzato anche l’onanista più indomito. incommentabile il livello di km e km sottoterra dei siparietti chiamiamoli comedy, roba da trasformare w la foca in un film del trio ZAZ.
non posso dare contributi nozionistici sul cast, solo aggiungere che siamo in un film dove la vittima inglese, dopo lo stupro, se ne esce con un “brutto fijo de na mignotta!” e che nel finale viene servito un cocktail con due testicoli al posto delle olive. e dalle luci rotte, è tutto.

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La campagnola è carina, mi sembra di averla già vista in qualche altro film.
I film a tema stupro, non mi sono mai piaciuti. Negli anni 90 erano in voga quelli di Andy Casanova, ricordo le locandine nei raccoglitori di una videoteca che mi era capitato di visitare.

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Si tratta di due meteore del cinema italiano di fascia bassa, apparse e scomparse nel giro di un anno (Anastasi) e di circa cinque anni (Parisi).

Anastasi, che si faceva chiamare talora Maurizio e talora Domenico, è avvistabile - con un buon paio di occhiali - anche nel “superscult” LE PORNO KILLERS dell’ineffabile Giuseppe Tagliavia dettosi Roberto Mauri. In questo film, per inciso, resta il mistero di Adriana Giuffrè. Molti anni fa mi sembrava fosse lei l’attrice non accreditata nel ruolo della benzinaia (l’avevo detto anche in ‘Luce rossa’), e anche oggi mi continua a sembrare lei (soprattutto esaminando la cosiddetta prossemica del corpo che si studia in semiotica), ma ci sono ancora molti dubbi.

Francesco (talora Franco) Parisi spunta dal nulla a metà degli anni '70 in alcuni film dove ha ruoli di contorno, poi appare in LIBIDINE di Jonas Rainer ed è addirittura promosso coprotagonista in GIOCHI CARNALI e DOLCE CALDA LISA. Dopo questo film, dove è doppiato da Vittorio Di Prima (ex uomo invisibile) scompare letteralmente nel nulla. Di costituzione robusta, non sprovvisto di una certa simpatia, anche se scarsamente dotato sul piano recitativo, Parisi avrebbe potuto tranquillamente continuare con il cinema, ma ho il sospetto che fosse, come in molti altri casi, una persona dedita ad altre attività e prestato allo schermo solo in circostanze occasionali.

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