ahimé presente, visto un decennio fa depistato da un utente del davinotti che lo dipinse come un soft con alcune incursioni hard, mi ritrovai davanti a percentuali del tutto invertite. 20’ scarsi di chiamiamolo film disseminati lungo un hard in piena regola, tenuto malamente in piedi da un pretestuoso straccetto di impianto narrativo cucitogli attorno, come era in uso nei primi anni 80. a renderlo vagamente affascinante, la concezione dello script (uso parole grosse, per capirsi), che sembra la parafrasi asfittica di un albo di attualità nera, unico curioso sforzo di impianto narrativo che si/ci concede. scrivo curioso perché il tono, considerato il target, era funereo e i contenuti alla zarchi sotto ketamina e pro-stupro devono aver bromurizzato anche l’onanista più indomito. incommentabile il livello di km e km sottoterra dei siparietti chiamiamoli comedy, roba da trasformare w la foca in un film del trio ZAZ.
non posso dare contributi nozionistici sul cast, solo aggiungere che siamo in un film dove la vittima inglese, dopo lo stupro, se ne esce con un “brutto fijo de na mignotta!” e che nel finale viene servito un cocktail con due testicoli al posto delle olive. e dalle luci rotte, è tutto.
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