Goodman Town (Sakchai Sribonnam, 2002)

affiche3

Mai pellicola è stata più rappresentativa dell’aggettivo “postmoderno” in ambito cinematografico.
Un mélange adrenalinico di generi, stili ed atmosfere, in cui l’esile storia (in cui rientrano un po’ tutti gli elementi melò tipici dell’emotività cinematografica: amore, vendetta, rivincita, …) serve solo da pretesto per imbastire un’ora e mezza di azione senza freni con ritmo indiavolato. Montaggio skizoide, che pur di aumentare velocità e frenesia utilizza anche soluzioni non lineari e ridondanti, normalmente inedite in film action narrativi; ambientazione desertico/postatomica per rendere il tutto ancora più sopra le righe ed eccessivo; trama semplice, lineare e priva di interesse per lasciare il campo libero al delineamento di personaggi esagerati, esagitati, folli, improbabili, tanto incisivi a livello di impatto visivo ed emotivo quanto vuoti a livello di costruzione psicologica.
Si gioca a decostruire anche le dinamiche della messa in scena,inserendo lo svelamento delle quinte con funzione diegetica ed altre trovate piuttosto inattese ed inovative.
Un film in cui trovano spazio sia uno sporadico uso di effetti digitali, sia un esagerato uso di effetti speciali artigianali (un parossismo di esplosioni gigantesche, veicoli bruciati, edifici distrutti, con piogge di proiettili di ogni tipo - dalle calibro 38 ai bazooka), sia il ricorso a tecniche semplici e inattese come la stop motion.
Il tutto condito dal consueto eccessivo humor thai, talvolta fuori luogo, talvolta di cattivo gusto, talvolta solamente genuinamente idiota.

In occidente uscito in dvd in Francia per Kubik Video con audio fra e thai + subs francesi, contiene un making of.
Si trova anche l’edizione thai con subs inglesi