I corpi presentano tracce di violenza carnale (Sergio Martino, 1973)

Comunicazione di servizio: visto e rivisto. Giudizio critico: ragliata lunga con rotazione del capossione pelato (ottimo).

Legenda:
ragliata muta (pessimo)
ragliata breve (mediocre)
ragliata corta (discreto)
ragliata lunga (buono)
ragliata lunga con rotazione del capossione pelato (ottimo)
ragliata lunga con rotazione del capossione pelato e scorregge dal (poco) siervello (superlativo)

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a mio parere martino con la sua pentologia, morte sospetta lo escludo perchè tende più al poliziesco, in campo giallo nei 70’s è stato secondo solo ad Argento. e Torso, trovo meglio iazzeccato l titolo Usa rispetto a quello italiano furorviante, mi pare il suo capolavoro, per i vari meriti che molti di voi hanno già elencato e soprattutto perchè è un giallo unico nella sua struttura che si differenzia parecchio dagli altri del genere. l’unica cosa che mi piace poco e la scazzottata finale, un po’ stucchevole, che interrompe bruscamente la tensione regnante fino a quel punto. ad ogni modo una perla per il mio modo di vedere, senza nulla togliere agli altri quattro tutti molto validi, specie la coda dello scorpione che in genere viene, a torto, poco considerato.
bye

E’ il film in cui il rapporto tra eros e voyeurismo diviene più esibito e consapevole. In un certo senso sono portato a considerarlo come la pellicola più “teorica” da parte di Martino. Fin dalle prime inquadrature dei bellissimi titoli di testa sulle musiche dei De Angelis si intuisce la centralità del discorso sui corpi (non vi sto a dire del mio investimento libidico su Patrizia Adiutori, se no non la finisco più). In questi termini non comprendo l’esterofilia del titolo. Il film avrebbe dovuto chiamarsi “stendhalianamente” Rosso come l’amore, nero come l’orrore, ma era un titolo che oggettivamente non poteva funzionare. A Martino venne in mente I corpi non presentano tracce di violenza carnale a cui Ponti decise di eliminare la negazione per attribuire più effetto sensazionalistico al film.

Se si fosse intitolato come tu hai proposto, non avrebbe avuto più senso, poichè già l’anno precedente aveva fatto quel gran film (superiore a tutti quelli che avete elencato, tranne che alla Signora Wardh) dal titolo TUTTI I COLORI DEL BUIO. Il rischio era di diventare il “giallista” dei colori, dopo quelli degli “animali”, etc. etc.

Sì sì, certamente. Era un’altra delle motivazioni che rendevano inefficace e insensato il tutolo "stendhaliano.

Prima pellicola giallo/horror di Martino che ho visto (dopo il fantascientifico “l’isola degli uomini pesce”) e purtroppo si è trattato di una delusione completa… la storia ha il sapore del “già visto”, l’identità dell’assassino si intuisce dopo 5 minuti, i personaggi sono vacui, i dialoghi scarni. Mi è piaciuta la scena in cui la protagonista nascosta è costretta a guardare l’omicida mentre fa a pezzi i cadaveri delle sue amichedavvero inquietante, per il resto mi sono annoiata e basta.

Anche io mi sono sempre guardato bene dal considerarlo un capolavoro come fanno molti…non sono assolutamente daccordo con questa considerazione,poichè credo che Martino abbia diretto thriller più convincenti e di spessore.Tutti i colori del buio,La coda dello scorpione,Lo strano vizio della signora Ward,Morte sospetta di una minorenne sono per me i suoi film più riusciti.

“I corpi presentano tracce di violenza carnale” non è un vero e proprio thriller, o almeno non ha grosse similitudini, a livello di stile, con i suoi predecessori (Tutti i colori…, La coda…, Lo strano vizio…).
E’ uno slasher…anzi, ne è probabilmente l’antesignano del genere…quindi confrontarlo con i precedenti lavori del regista non mi pare totalmente corretto…

2 anni fa mi sono prestato il film in una videoteca tedesca , per fortuna cera anche l´audio italiano e me lo sono potuto gustare nella mia lingua madre.

in tedesco si chiama torso.

devo dire che non sono un grande fan dei films giallo , ma parechi film gialli anni 70 come quelli di martino sono dei veri capolavori.

ma coreggetimi se sbaglio , il ragazzo che porta le proviste alle ragazze nella villa e le vede nude mentre prendano il sole e vincenzo crocitti.

sine.

Sì, è lui. Infatti il suo personaggio mantiene il taglio umoristico che lo caratterizza nelle commedie.
Quanto al film in sè, son d’accordo con Shangai: un antesignano dello slasher (girato prima del mitico Black Christmas di Bob Clark), che pur non annoverando invenzioni come quelle de Lo Strano vizio… ha una buona tensione e alcune scene davvero ben girate (valga per tutte l’omicidio nel bosco). Uno dei migliori film di Martino, imho.

Qualcuno può indicarmi film horror, anche gialli o polizieschi con temi soft erotici?
Sarei molto grato a chi mi illustra qualche titolo.

thank

Ce ne sono molti e citandoli qui andremmo palesemente OT. Intanto puoi recuperare quelli di Sergio Martino; per altri titoli puoi aprire un topic a parte e vedremo di contribuire. :slight_smile:

Considera - come giustamente rileva Shanghai - che è un film del ‘73, e che dunque l’accusa di “già visto” suona molto ingenerosa, essendo I corpi davvero un film prototipico per ciò che riguarda lo slasher. “L’identità dell’assassino si capisce dopo 5 min.”…e chissenefrega! Non è un giallo, o meglio non è semplicemente strutturato su un meccanismo giallo in cui tutto l’ordigno converge sul wodunit. E’ evidente che qui gli interessi formali sono ben altri. Con tutto il rispetto la tua analisi mi sembra alquanto riduttiva.

Io poi trovo che sul versante suspense funzioni ancora, figurati. Che poi faccia meno paura di una volta è irrilevante, lo potremmo dire pure di Psyco. Averne oggi slasher così, invece dei cessi in celluloide per teen-agers che funestano le arene estive…

Io classificherei questo film, senza dubbi, nel genere “giallo all’italiana”, in quanto mi pare che presenti tutte le caratteristiche del genere:

  1. E’ un giallo: è vero che l’assassino si intuisce subito e che il mistero dell’identità dell’assassino non costituisce il nucleo centrale del film, ma è comunque un giallo. “Deliria” è un film simile a questo ma non è un giallo.
  2. è un thriller
  3. L’assassino è un pluriomicida.
  4. gli omicidi sono efferati
  5. è presente l’elemento erotico

Poi, se vogliamo, qui la componente erotica (esibizione di nudi femmilinili, lesbismo, voyeurismo) è più marcata della media, ma strutturalmente è analogo ai gialli argentiani.

Io sarei meno propenso a classificarlo così. Indubbiamente i legami col thrilling argentiano ci sono, e a mio avviso rappresentano il suo limite (come avviene per gli altri thriller di Martino); però è anche una sceneggiatura innovativa, che guarda al cinema anglosassone (i riferimenti a Terrore cieco sono palesi) anticipandone future tendenze e mode (come ho già detto Black Christmas è stato girato dopo). Un po’ com’è avvenuto per Reazione a catena di Bava, che da un lato si rifà agli archetipi del giallo (come in Cinque bambole per la luna d’Agosto, i riferimenti ad Aghata Christie spiccano subito) ma allo stesso tempo innova stilisticamente il genere, aprendo la strada a quello che sarà lo slasher anni 80.

Ti ricordo che “Reazione a catena” di Bava uscì 2 anni prima, quindi dire che il film di Martino sia il precursore degli slasher mi sembra azzardato. Inoltre il mio giudizio è puramente soggettivo, non mi interessa se è ingeneroso, mi baso sulle sensazioni che la visione mi provoca: ci sono pellicole molto più datate che mi hanno affascinato parecchio, anche se la trama rievocava quella di altri film; evidentemente le tecniche narrative di Martino non mi stimolano, il che spiegherebbe anche lo scarso apprezzamento di “Tutti i colori del buio”.

vero. tuttavia in Reazione a Catena non esiste un personaggio che anticipa il maniaco-tipo dello slasher.
in questo film di Martino, che, ribadisco, resta il mio film preferito del regista (parere soggettivo, ovvio) l’assassino in molte sequenze fa davvero pensare ai maniaci storici dello slasher anni 80.

Reazione a catena è un ALTRO prototipo. Ma proprio ALTRO. Probabilmente, anzi, sicuramente il precursore dello slasher-movie. Ma il film di Martino è assolutamente diverso, a partire dall’aspetto formale. Infatti preferisco parlare di prototipia piuttosto che di precorrimento. Formalmente è una pellicola importantissima perché fa suo il discorso di contaminazione trai generi (dentro ci sono divagazioni da pochade provinciale, il finale sembra un western), approfondisce l’elemento erotico sulla scia di Guerrieri e Lenzi, depista il giallo per concentrarsi sul thrilling (Terrore cieco ricordato da Tuchulcha). Poi tu soggettivamente puoi dire tutto quello che ti pare, è ovvio. Riflettevo umilissimamente sul fatto che un’osservazione come la tua sul “già visto”, debitrice di 1000 visioni di 35 anni di cinema dopo quel 1973, mi sembrava ingenerosa. Tutto qua. Senza polemiche.