I Migliori Giorni (Massimiliano Bruno e Edoardo Leo, 2023)

Si tratta della prima parte di un dittico di cui è uscita pochi giorni fa la seconda parte. L’operazione a mio avviso è interessante e consiste nella realizzazione di due film di quattro episodi ciascuno in cui riecheggia la commedia nera di Dino Risi. Si tratta di una produzione corale, sia dal punto di vista registico che autoriale ma soprattutto attoriale essendo stati coinvolto un numero spropositato di attori di primo piano dell’attuale cinema italiano.

Il fil rouge è costituito dalle festività presenti nell’anno che danno il nome ai singoli episodi. Nei singoli recipienti c’è un condensato delle piccinerie e meschinità che affliggono l’uomo di questo millennio.

Ne " La Vigilia di Natale" (Leo) il classico cenone diventa un caos la cui miccia è accesa dalle contrapposte posizioni sui vaccini di due dei fratelli riuniti attorno al tavolo.
In “Capodanno” (Bruno) un imprenditore e la sua famiglia per puri motivi d’immagine passano il 31 dicembre alla mensa dei poveri ma un ospite imprevisto fa precipitare la situazione.
“San Valentino” (Leo) gira intorno ad uno strano “quadrilatero” fra un uomo e tre donne.
“Otto marzo” (Bruno) è il dramma della conduttrice di una trasmissione pomeridiana che viene costretta ad assumersi la responsabilità di una puntata “scorretta”.

La citata coralità a mio avviso ha come riflesso collaterale una certa incoerenza delle storie proposte. Secondo me una vera “cattiveria” si respira solo nel quarto episodio che riterrei il più riuscito. Nei primi due c’è qualche risata in più mentre il terzo mi ha ricordato più un qualcosa alla Lasciarsi un Giorno a Roma che una black comedy.

In questo primo capitolo secondo me l’obiettivo dei due registi romani è stato centrato solo molto parzialmente ma una visione su Netflix lo merita.