Il Bosco 1 - Evil Clutch (Andrea Marfori, 1988)

Ora non vorrei passare per quello che rivaluta tutti i film peggiori – figura odiosa almeno quanto quella di chi li stronca tutti – ma come Giorgio Brass:

anche io voglio e DEVO spezzare una lancia.
E teniamole da conto, queste lance, se è il caso incrociamole come i flussi di Ghostbusters perché mentre scrivo queste parole riesco a sentire i passi pesanti e minacciosi di @Zardoz che arriva - di gran carriera - a rimarcare quale grave affronto al mondo del cinema sia questo “Bosco 1” e demolire questo fragile castello di carte che è il mio tentativo di rivalutazione.
Non c’è che incrociare i flussi.

Per me, il problema principale di questo film è il basso budget.
Non che sia l’unico problema, eh, ma è il maggiore. Alcuni degli altri derivano da lì.
Ma ha anche dei pregi che ne rendono la visione se non sempre piacevole, almeno interessante. O se non sempre interessante, almeno piacevole.

Io lo definirei, usando un proverbiale detto, un film simpatico.
Non mi è dispiaciuto il prologo/titoli di testa, con la musica e le fotografie di viaggio; le location del film non sono niente male; la strega la trovo abbastanza inquietante.
Il film ha anche diverse inquadrature non banali, qualche piano sequenza, l’uso della steady – certo a volte Marfori pare abusarne.
Abusa un po’ di tutto – o meglio, di quel poco che ha.
Cos’altro avrebbe potuto fare?
Ma almeno sembra esserci qualche piccolo sforzo creativo.
Ho visto tanti film piatti e basta.

I dialoghi sono orrendi, la recitazione idem.
Il finto accento della Tassoni: va bene, è raccapricciante e irritante, lo so, ma già visto in inglese il film guadagna un paio di punti.
Tra l’altro voglio spingermi oltre e dico che a me la Tassoni in questo film sembra anche carina.
E a questo punto odo echi brassiani…

Be’, non arriverei all’ipsazione ma la trovo carina, va’.
L’abbigliamento e la pettinatura non la aiutano di certo.
Diciamo che quel suo viso, che la natura ha dotato di un corpo mandibolare importante, trae sollievo e benefici da dei capelli lunghi ai lati che possono ammorbidire e sfumare.
Comunque, per tornare al film e concludere: non merita affatto la sua cattiva fama, dai.

Zardoz, ti prego, dimmi che l’hai perdonato Marfori per questo peccato cinematografico!

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Il Marfori dovrebbe venire qui domani sera a Visioni Notturne… son curioso di conoscerlo

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Temo che l’insieme delle nostre molecole possano esplodere alla velocita’ della luce da un momento all’altro.

In ogni caso sono certo che il :flashlight: Dio della luce :bulb: terra’ da conto di questo tuo atto di magnanimità.

:wink: :upside_down_face: :wink:

Ciao!
C.

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Tranquillizzo, nel caso ci fosse bisogno, Jerry. Niente minacciosi passi, da parte mia. Pesanti, data la mia stazza, sicuramente. Ma pericolosi, davvero no. Veniamo piuttosto alla valutazione critica. In fondo, anche tu hai rimarcato, gli evidenti difetti di questo film. Onesto, e sacrosanto. La cattiva fama? La meritava, e la meritera’ per sempre. Da parte mia, non ho intenzione di ripetere la stroncatura. Quel che ho detto in merito, lo confermo e stop. Perdonare Marfori? Acqua passata. Col tempo, mi ingentilisco, anzi mi impigrisco. Diciamo che il suddetto regista (:grimacing::thinking::skull_and_crossbones:) non lo considero, semplicemente. Nella vita, c’è altro a cui pensare. Cose più divertenti, o interessanti, o gradevoli. Lo diceva pure 007: vivi, e lascia morire… :blush::stuck_out_tongue_closed_eyes::cocktail:
P.S. Bello, incrociare i flussi… :ok_hand::ok_hand::ok_hand::laughing::laughing::laughing::heart::heart:

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Finalmente ho visto il Blu-Ray Oblivion, ormai fuori catalogo da secoli.

Il film fa molta tenerezza perché sembra un amatoriale girato in 35mm. Gli attori alla fine non sono i peggiori che abbia mai visto nel cinema di genere, sono proprio i dialoghi che danno l’effetto ridicolo; in inglese è meglio, ma come al solito è perché chi s’è preso la briga di tradurre li ha resi più normali, facendo sicuramente il bene del film ma per noi stronzi amanti dell’orrido il risultato è un appiattimento. La storia in generale spero davvero sia stata improvvisata.
Tecnicamente non mi sentirei di dire che sia così buono: la steadycam mi ha fatto venire il mal di mare (quando scendono le scale in paese è da POV di ubriaco) e addirittura si vede un carrello e una prolunga elettrica per le luci.
Insomma fa ridere ma c’è di meglio, specie perché bisogna sopportare le lunghissime passeggiate allungabrodo.

Disco niente male, scan da negativo eccezionale e compressione accettabile. Extra in SD.

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Questo commento era probabilmente sarcastico nel 2015, ma oggi - almeno in Italia - credo che le tirature di edizioni, anche meno esclusive, si aggirino su questo ordine di grandezza. E quindi adesso sarebbe una frase di reale esultanza! :frowning:

Ciao!
C.

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I tantissimi commenti e la fama a dir poco pessima di cui si fregia questo titolo mi hanno convinto a recuperarlo.

Un cult trash dell’horror nostrano? assolutamente sì, ma secondo il mio giudizio di certo non il peggiore in assoluto e nemmeno così terribile come tanti lo hanno descritto. Chiariamolo subito, i difetti sono enormi e spiattellati in modo fin troppo evidente (la recitazione e l’accento killer della mitica Coralina Cataldi Tassoni, un ritmo lento, il plagio senza pudore di Evil Dead), ma tutto sommato siamo davanti ad un prodotto del sottobosco italico di fine anni '80 non lontano dai tv movie della serie Lucio Fulci Presenta come Non aver paura della Zia Marta, Luna di Sangue o Massacre.

In tutti i casi menzionati si parla di horror con budget ridotto, comparto attoriale modesto e trame singhiozzanti poiché il fulcro era la visione esplicita di dettagli splatter e con film da autentica serie B (Z?) non riesco mai ad essere troppo duro.

Il bosco 1 pasticcia un po’ tra streghe, vampiri, zombie (pardon, zAmbies!) e amenità varie ma non si risparmia nelle scene horror/splatter e il suo modesto risultato lo porta anche a casa: in voti direi un onestissimo 5 e mezzo o un 6 meno come incoraggiamento :face_with_peeking_eye:

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Come scritto interventi sopra ho fatto notare che la voce non è quella di Coralina, nata a New York ma cresciuta a Roma, bensì di Ilaria Stagni all’epoca ventenne. Mi chiedo come in fase di doppiaggio venne in mente di fare dire alla Stagni le battute in quel modo. Chi ebbe l’idea e perché? Ribon, che probabilmente si doppia da solo, parla normalmente.

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Grazie per l’ informazione utilissima! Sì, in effetti rimane una scelta incomprensibile che taglia le gambe alla versione italiana.

Ne approfitto allora per rettificare la votazione che ho fatto nel commento precedente: meglio dire una stella e mezza su 5 (come su Lettterboxd). 5 e mezzo su 10 è troppo generoso :grimacing:

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Tra l’altro la Cataldi Tassoni non parla in quel modo. Parla un italiano corretto. Se proprio avesse avuto quell’accento alla Laurel/Zambuto allora tanto valeva tenere il suo.

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