Ora non vorrei passare per quello che rivaluta tutti i film peggiori – figura odiosa almeno quanto quella di chi li stronca tutti – ma come Giorgio Brass:
anche io voglio e DEVO spezzare una lancia.
E teniamole da conto, queste lance, se è il caso incrociamole come i flussi di Ghostbusters perché mentre scrivo queste parole riesco a sentire i passi pesanti e minacciosi di @Zardoz che arriva - di gran carriera - a rimarcare quale grave affronto al mondo del cinema sia questo “Bosco 1” e demolire questo fragile castello di carte che è il mio tentativo di rivalutazione.
Non c’è che incrociare i flussi.
Per me, il problema principale di questo film è il basso budget.
Non che sia l’unico problema, eh, ma è il maggiore. Alcuni degli altri derivano da lì.
Ma ha anche dei pregi che ne rendono la visione se non sempre piacevole, almeno interessante. O se non sempre interessante, almeno piacevole.
Io lo definirei, usando un proverbiale detto, un film simpatico.
Non mi è dispiaciuto il prologo/titoli di testa, con la musica e le fotografie di viaggio; le location del film non sono niente male; la strega la trovo abbastanza inquietante.
Il film ha anche diverse inquadrature non banali, qualche piano sequenza, l’uso della steady – certo a volte Marfori pare abusarne.
Abusa un po’ di tutto – o meglio, di quel poco che ha.
Cos’altro avrebbe potuto fare?
Ma almeno sembra esserci qualche piccolo sforzo creativo.
Ho visto tanti film piatti e basta.
I dialoghi sono orrendi, la recitazione idem.
Il finto accento della Tassoni: va bene, è raccapricciante e irritante, lo so, ma già visto in inglese il film guadagna un paio di punti.
Tra l’altro voglio spingermi oltre e dico che a me la Tassoni in questo film sembra anche carina.
E a questo punto odo echi brassiani…
Be’, non arriverei all’ipsazione ma la trovo carina, va’.
L’abbigliamento e la pettinatura non la aiutano di certo.
Diciamo che quel suo viso, che la natura ha dotato di un corpo mandibolare importante, trae sollievo e benefici da dei capelli lunghi ai lati che possono ammorbidire e sfumare.
Comunque, per tornare al film e concludere: non merita affatto la sua cattiva fama, dai.
Zardoz, ti prego, dimmi che l’hai perdonato Marfori per questo peccato cinematografico!