Il Divo (Paolo Sorrentino, 2008)

Visto Sabato pomeriggio al Mall of the Emirates nell’ambito del DIFF 2008, splendido, fondamentale, necessario.

Un film di denuncia potentissimo che allo stesso tempo non è caduto in facili cliché. Al contrario di Gomorra, potente ma quasi documentaristico, qui Sorrentino sfocia nella poesia, tra il meglio di Stone e quello di Rosi. Sicuramente la prima parte presenta più azione e la seconda meno, ma ciò non stona assolutamente, anzi direi rispecchia i due momenti della vita di Andreotti, dal potere assoluto con walzer della politica e la corte di nani e ballerine, all’isolamento, alla pacata ma strenua difesa durante i processi. Andreotti non viene mai sbeffeggiato, anzi, ci viene presentato così com’è, a noi giudicare. Eloquenti i titoli di coda. Un film da vedere e rivedere, io metterei in rpogramma nelle scuole per far capire che cos’è stata (e in parte cos’è) la politica italiana.

Molto molto bello. Il tutto si può riassumerlo in una delle sue battute finali

“Ho conosciuto 300.000 persone ma sono sempre solo” (più o meno dice così)

ed infatti Sorrentino è bravissimo ad illustrare la vita di un uomo testimone e giudice della storia di un paese ma sempre circondato da un alone di solitudine. Ottimo uso dei toni scuri e grandissima caratterizzazione dei personaggi, quando la volontà non manca l’Italia riesce a sfornare dei lavori del genere