Dal Corriere della Sera, Tronchetti dice qualcosa che secondo me corrisponde al vero:
"Dopo il botta e risposta tra Facchetti e Giraudo
«L’Inter è esclusa dai giochi di potere»
Tronchetti: «Ecco perché non vinciamo»
L’ultimo scontro con la Juve è per Cassano
Marco Tronchetti Provera, Massimo Moratti e Giacinto Facchetti in un’immagine d’archivio dell’1 novembre 2005 (Ansa)
MILANO - La battaglia continua. Non c’è pace fra Juve e Inter. L’attacco bianconero di lunedì ha sorpreso il club nerazzurro, che proprio non si aspettava le accuse, firmate dall’amministratore delegato, Antonio Giraudo, e tantomeno un giudizio sugli investimenti operati da Moratti. Frasi pronunciate in pubblico da un dirigente con il quale i vertici nerazzurri avevano stabilito da tempo rapporti di reciproca stima. Le frecciate si erano fermate alla sfera sportiva, come era capitato dopo Inter-Fiorentina (1-0), con un paio di colpi di fioretto in tv fra Giraudo e Facchetti.
Questa volta la presa di posizione dell’a.d. bianconero è stata vissuta come il segnale di una tregua andata in frantumi. Lunedì sera era arrivata da Parigi la dura risposta del presidente Facchetti. Ieri mattina è sceso in campo Marco Tronchetti Provera, che dell’Inter è sponsor (dal luglio '95) e azionista dell’Inter, rappresentato in Consiglio da Carlo Buora come vicepresidente. Da Firenze, dove è intervenuto all’iniziativa «Quotidiano in classe», Tronchetti ha sottolineato: «Uno dei motivi per cui da tanti anni l’Inter non vince uno scudetto è perché non si è mai piegata a giochi di potere. Per questo considero Massimo Moratti un fratello, perché non si è piegato a giochi di potere. Poi, noi facciamo tanti errori, ma non giochi di potere». Nel primo pomeriggio, è intervenuto anche Roberto Mancini: «Il presidente Facchetti nel rispondere a Giraudo è stato fin troppo signore; io avrei risposto in un altro modo; lui è stato molto elegante, ma è giusto così, perché rappresenta una grande società. Però una cosa mi sento di aggiungere: l’Inter merita molto più rispetto da parte di tutti. Lo merita perché fa parte della storia del calcio».
In mezzo alle due prese di posizione, ecco le parole di Moggi, che a Radiorai aveva corretto il tiro, dopo le parole di lunedì sul caso-Zoro: «Non era mia intenzione far polemica; anzi, ho difeso l’Inter. Fra le tante cose che Facchetti non ha capito, c’è anche questa; si poteva risparmiare quella sparata; a me non è saltato in testa di attaccare l’Inter. Sarei stato poco intelligente, perché la piaga del razzismo riguarda tutte le società: la Juve stessa potrebbe trovarsi coinvolta in un caso simile». I vertici nerazzurri hanno sorriso, ascoltando che Moggi aveva voluto difendere l’Inter, ipotizzando persino la sconfitta a tavolino (non prevista dal regolamento). Resta da capire perché la Juve abbia voluto attaccare in modo così pesante l’Inter, anche se il presidente del Palermo, Zamparini, braccio destro di Galliani in Lega, ha sottolineato: «Ma quale litigio? Quando ci sono i soldi di mezzo, Juve, Milan e Inter vanno d’accordissimo e si spartiscono tutto».
Le ragioni dell’improvvisa tensione fra i club (alcune sottili, come i commenti sul caso- Ibrahimovic ascoltati domenica a «Serie A», condotta dall’interista Mentana e sgraditi ai dirigenti bianconeri) sono prima di tutto legate al mercato. La Juve non ha gradito che l’Inter sia arrivata prima sul brasiliano Maxwell, classe '81, esterno sinistro dell’Ajax in scadenza di contratto, che può arrivare anche a gennaio, che per di più ha come procuratore Mino Raiola, uomo vicino alla Juve (è il manager di Nedved e di Ibrahimovic). Ma ha metabolizzato ancora meno il pressing interista su Antonio Cassano, sul quale Moggi è convinto di vantare un diritto di prelazione, anche attraverso Capello. Il club nerazzurro è attentissimo all’evolversi della situazione legata ad un giocatore in scadenza di contratto, che può essere preso a parametro zero e non arretra di un centimetro. Nel gennaio 2004, il sorpasso interista per Stankovic scatenò una reazione furente da parte della Juve. E c’è un terzo caso, che aumenta la tensione: Cristiano Zanetti, a sua volta in scadenza di contratto, a luglio sembrava destinato alla Juve. Adesso l’Inter è in recupero e il passaggio alla Juve nel 2006 non è più scontato. Tutto questo mentre i conti dell’Inter sono in netto miglioramento, ora che il monte-ingaggi è sceso in maniera consistente. Il tempo dirà se le risposte di Facchetti e Tronchetti sono anche il segnale di una battaglia «politico-istituzionale», che l’Inter fin qui ha condotto in occasioni sporadiche. E senza convinzione".
Fabio Monti
30 novembre 2005