Uscira’ il 23 marzo il film di Stefano Calvagna sul “Lupo” Luciano Liboni.
Nel cast: Massimo Bonetti, Enrico Montesano, Maurizio Mattioli, Antonella Ponziani, Mirco Petrini e Claudio Angelini.
“Il Lupo, film di Stefano Calvagna che racconta la latitanza e l’uccisione di Luciano Liboni. Il bandito - che venne ucciso dalle forze dell’ordine nel luglio 2004 in una sparatoria al Circo Massimo - è interpretato da Massimo Bonetti. “I familiari del carabiniere non sono d’accordo con questo film”, ha dichiarato il regista, che nella pellicola ha scelto di narrare anche l’infanzia e i problemi psicologici di Liboni, che pochi giorni prima di essere catturato e ucciso aveva colpito a morte un carabiniere di 36 anni che l’aveva fermato per un controllo. “Non ho alcuna intenzione di fare un’apologia di Liboni - ha spiegato il regista al ‘Corriere della Sera’ - dal mio film non uscirà come un eroe. Voglio solo raccontare la sua vita disperata già dall’infanzia”. Accanto a Bonetti nel cast anche Enrico Montesano, che interpreta il padre del carabiniere ucciso, Antonella Ponziani e Maurizio Mattioli.”
Sabato 17 marzo, i detenuti del carcere romani di Regina Coeli potranno vedere il film in anteprima.
Qui, le prime critiche:
Sembra molto interessante, anche se non sono convinto sulla scelta di alcuni attori (Maurizio Mattioli su tutti), legati ad un certo tipo di cinema/teatro.
Alla fine è stato proiettato a Regina Coeli? Mi pare che la proiezione sia stata bloccata…
Eh niente fantasticavo del film su Lolli e mi è venuto in mente non so perchè Luciano Liboni che durante la sua fuga passò anche da queste parti, dove avvenne il famigerato e vile omicidio dell’ Appuntato Giorgioni:
Ricordo più il film per lo scandalo che aveva generato che altro, non l’ho mai visto, aggiorno il primo post col film completo dal tubo per chi volesse togliersi lo sfizio.
Film decisamente controverso, il Lupo è vittima non carnefice, a mio avviso poteva funzionare se non associato alla figura del bandito.
La storia è oltre che romanzata, locata in un periodo troppo ravvicinato alla vicenda, bisogna ammettere che le critiche levate dal film sono più che legittime.
Invenzioni di sana pianta che in un certo senso discreditano la memoria dei caduti e anche l’Arma dei Carabinieri, dove un Enrico Montesano in veste di arcinemico caccia il lupo in maniera spietata e tutt’altro ortodossa.
Tornando al film e dissociandosi parzialmente dai fatti, il regista dipinge la figura del fuggitivo, partendo dalle cause del suo disagio e del suo odio, non giustificando, ma dando una certa logica ai fatti, questo è il messaggio che mi è arrivato.
Ripeto, merita di essere visto, ma documentatevi prima sui fatti reali per avere un buon termine di paragone.
In seguito agli eventi il regista fu pure gambizzato, abbiamo un buon topic in forum al riguardo.
eì sempre difficile in questi casi ricostruire una storia cercando di mitizzare soggetti che in realta’ sono semplici criminali ho visto il film non mi ha convinto a pieno ma apprezzo la buona volonta’ Bonetti ha quella faccia che fa’ sempre simpatia anche se interpreta un criminale super ferocissimo…
Credo che non lo vedrò perchè da più parti ho letto di una sorta di apologia di Liboni. La cosa non mi stupisce affatto visto che proprio dagli ambienti frequentati dal regista e che lui adesso dice di aver lasciato, questo criminale è stato assurto a sorta di campione della gente di strada (si legge “malavitosi”) contro gli infami tutori dell’ordine.
Per anni mi si è accaponata la pelle sentendo cori da stadio dedicati a questo ammazzacarabinieri, figurati se mi rigetto volontariamente dentro questa situazione.
E poi di Calvagna mi è bastato ed avanzato “L’ultimo ultras”…
Seppure faccia il verso ai polizieschi nostrani, siamo abbastanza lontani da quel genere. Il film è una specie di apologia del criminale in questione (interpretato da un bravo Bonetti, che da solo regge il film) cercando in ogni modo una ragione per giustificare i suoi aberranti comportamenti. Abbastanza scorretto il messaggio che vuole mandare, da qualunque punto lo si voglia vedere. Enfatizzare la figura di certa schiuma, beh lascia il tempo che trova. Altra scorrettezza del film, che tra l’altro offre delle scene d’azione abbastanza risibili, è la storia dell’uccisione del carabiniere e quella del benzinaio. Per caso ci sono morti di serie a e di serie b? Perché dopo l’assassinio dei due si parla solo ed esclusivamente del carabiniere, mentre del benzinaio non si sa più niente Non mi sembra giusta una cosa del genere, e devo dire di essere un grande estimatore di tutte,
e dico tutte, le forze dell’ordine, le quali rischiano la vita per difendere gli onesti cittadini Poi quando il film deve diventare bello cattivo, tosto, scorretto, diventa quasi corretto. Credo che questo film vada dimenticato senza nessun problema. I flashback in bianco e nero sono qualcosa di tremendo
A parte il film su Califano, che mi incuriosiva per la prova attoriale e non certo per la regia, non ho visto altre opere di Calvagna. E , dalle parole del buon Betti, capisco definitivamente che ho fatto bene a starmene lontano, per tante valide ragioni…