Il massacro del circeo

Stavo guardando giusto pochi minuti fa su italia 1 la ricostruzione del massacro del Circeo, e mentre ascoltavo l’accaduto invece di rabbrividire pensavo a quale regista avrebbe potuto fare la migliore trasposizione cinematografica…

Il massacro del Circeo, per l’atrocità delle sevizie inferte a Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, che ne morì, è destinato a restare una delle pagine criminali più allucinanti del dopoguerra.

Oltre mille pagine di istruttoria furono scritte per ricostruire nei dettagli questo delitto avvenuto il primo ottobre del 1975. Dopo 36 ore di torture morali, fisiche e sessuali, tre giovani Gianni Guido, Angelo Izzo e Andrea Ghira, tutti gravitanti negli ambienti neofascisti della capitale, uccidono Rosaria Lopez, 17 anni, che assieme alla sua coetanea, Donatella Colasanti, li aveva seguiti nella villa al Circeo di Ghira, convinte di andare ad una festa.

Dopo una notte di bestiale violenza, all’alba, i tre - pensando che le due ragazze siano morte - le avvolgono in sacchi di plastica, le caricano nel bagagliaio della 127 di Guido e fanno ritorno a Roma. Prima di sbarazzarsi dei corpi delle due ragazze, parcheggiano tranquillamente l’auto sotto l’abitazione dello stesso Guido e si allontanano. Ma Donatella Colasanti, tramortita e ferita, è era ancora viva, e accortasi che l’auto è stata abbandonata, comincia a gemere, richiamando così l’attenzione di un vigile notturno che apre il bagagliaio dell’auto e la salva. Gianni Guido viene subito arrestato, in apparente stato di confusione mentale.

Angelo Izzo poco dopo, Andrea Ghira riesce invece a fuggire. Non sarà mai catturato. Il processo si svolge nel luglio del 1976 e i giudici non concedono alcuna attenuante ai tre imputati, che vengono condannati in prima istanza al carcere a vita per omicidio pluriaggravato. Nel gennaio del 1977 Gianni Guido e Angelo Izzo cercano di evadere dal carcere di Latina, dove erano detenuti, prendendo in ostaggio una guardia carceraria. Il tentativo fallisce. Al processo d’appello, il 28 ottobre 1980, i familiari della giovane uccisa, accettano il risarcimento offerto dalla famiglia Guido e questo - insieme al presunto pentimento dell’omicida - induce la Corte a ridurgli la pena a 30 anni di reclusione.

Successivamente Guido viene trasferito nel carcere di San Gimignano dove, grazie ad una condotta modello, riesce a godere di un trattamento tanto privilegiato da avere accesso alla portineria del penitenziario da dove fugge, senza particolari difficoltà, il 25 gennaio 1981. Il 28 gennaio 1983 Guido viene arrestato a Buenos Aires: sotto falso nome, vendeva automobili. Ricoverato in ospedale, in attesa di estradizione, perché feritosi durante un tentativo di evasione, il 15 aprile 1985, Guido riesce nuovamente a fuggire. Sarà nuovamente intercettato nel giugno 1994 a Panama e trasferito in Italia.

Tentativi di evasione hanno caratterizzato anche la vita carceraria di Angelo Izzo, nel frattempo divenuto una sorta di “pentito” buono per tutte le stagioni (dall’eversione di destra fino alla mafia). Izzo riesce ad evadere dal carcere di Alessandria il 25 agosto 1994 per essere poi arrestato in Francia il 15 settembre successivo. Di Andrea Ghira, invece, non si sono mai avute notizie.


Romano ed ex pariolino, estremista di destra, 50 anni, Izzo è salito alla ribalta della cronaca nel 1975, con Gianni Guido e Andrea Ghira, per lo spaventoso episodio del Circeo. I tre ragazzi bene invitarono Maria Rosaria Lopez e Donatella Colasanti ad una festa nella villa di Ghira, al Circeo, e lì le seviziarono e massacrarono. La Lopez morì e la Colasanti si salvò, in terribili condizioni, fingendosi morta.
I corpi delle due ragazze furono abbandonati dai tre nel bagagliaio di un’auto, a Roma. Izzo e Guido furono arrestati il giorno dopo. Ghira è ancora latitante. Il processo, svoltosi nell’estate del 1976 davanti ai giudici della corte di assise di Latina, si concluse con la condanna degli imputati all’ergastolo, grazie alla ricostruzione fatta dalla Colasanti. I difensori degli imputati tentarono inutilmente di ottenere il riconoscimento di una totale o parziale capacità di intendere e volere dei loro assistiti. In appello (ottobre 1980) l’ergastolo fu confermato per Izzo e Ghira mentre a Guido furono riconosciute le attenuanti generiche e la pena fu tramutata in 30 anni di carcere.
Nel settembre del 1983 la Cassazione confermò la sentenza di appello. Durante la detenzione, Izzo comincia a collaborare con la giustizia, anche se spesso le sue dichiarazioni non hanno trovato riscontri. E altrettanto spesso ha anche cercato di evadere, con alterni risultati. Nel 1977 fallisce un tentativo di evasione dal carcere di Latina, facendosi scudo del maresciallo delle guardie di custodia. Nel gennaio 1986, nel supercarcere di Paliano, viene scoperto un altro piano di fuga a lui attribuito. Il 25 agosto 1993 riesce ad allontanarsi dal carcere di Alessandria, durante un permesso, ma viene arrestato a Parigi a metà settembre ed estradato in Italia. Nel 1995, mentre era nel carcere di Prato, confessa un omicidio, mai scoperto, che sarebbe avvenuto nel 1975.
Tre le «rivelazioni» di Izzo, un’accusa ad Andrea Ghira di aver sparato a Giorgiana Masi, usando le armi che avevano in dotazione nel gruppo eversivo di cui faceva parte, chiamato «Drago», e versioni (quasi tutte apprese in carcere) sulla strage di piazza Fontana, quella della stazione di Bologna, quella di piazza della Loggia a Brescia, l’uccisione di Mino Pecorelli, quella di Fausto e Iaio, quella di Piersanti Mattarella, e diversi altri episodi di terrorismo e mafia.


Campobasso, 7 maggio 2005 - “È stata una cosa improvvisa; mi è venuta così”. È racchiusa in questa frase la spiegazione di Angelo Izzo dell’ultimo suo duplice omicidio.

Il boia del Circeo l’ha fatta al deputato della Margherita Roberto Giachetti che, stamane ha visitato il carcere di Campobasso. Intanto sono state sospese le ricerche nella villetta del massacro, mentre l’avvocato di Izzo ha fornito una nuova spiegazione del denaro che sarebbe alla base del duplice omicidio. Secondo il suo assistito, i 40.000 euro non sarebbero appartenuti a Maria Carmela Maiorano, ma allo stesso Izzo, che aveva chiesto alla donna di andarlo a prelevare in un’altra città.

“Mi dispiace di aver inguaiato questi due ragazzi. Mi sento una persona finita” ha detto sempre stamane Izzo al Giacetti. Al parlamentare che gli ha fatto notare che lui stesso aveva procurato la «fine» per due persone, Izzo ha risposto con la spiegazione del raptus. “Mi dispiace - ha sottolineato - perché ho tradito la fiducia di tutti. Mi ero rifatto una vita, ma adesso ho distrutto tutto”.

‘‘Avevo chiesto a Maria Carmela di farmi un favore, di andare a prelevare del denaro per me da alcuni miei conoscenti, soldi miei, non di altre persone’’ così Izzo ha spiegato al suo avvocato Enzo Guarnera la vicenda dei 40.000 euro.
E’ lo stesso legale a raccontarlo: ‘‘Per quel poco che Izzo mi ha detto in carcere l’unica volta che l’ho incontrato alcuni giorni fa - ha detto - so che aveva chiesto alla donna di fare da staffetta, da intermediaria. Lui non poteva allontanarsi da Campobasso e quindi ha chiesto a lei di recarsi in un’altra regione per farsi consegnare denaro di proprieta’ dello stesso Izzo da alcuni suoi conoscenti. Izzo non mi ha rivelato altro: ne’ l’identita’ delle persone che avevano i suoi soldi, ne’ l’entita’ del denaro, ne’ il luogo dove la donna si sarebbe recata’’. Izzo al suo legale ha detto anche che quei soldi dovevano servirgli per aprire una attivita’ commerciale, forse un ristorante in Molise.

E intanto sono state interrotte le ricerche attorno alla villetta di Ferrazzano (Campobasso), dove sono state uccise Maria Carmela e Valentina Maiorano. La polizia scientifica che fino a venerdì sera aveva lavorato con un georadar e un metaldetector nel giardino e nei terreni circostanti la villetta, oggi non ha ripreso l’attivita’. Probabilmente si tornera’ al lavoro dopo il fine settimana, considerato che ieri il responsabile della Scientifica, Renato Biondo, aveva spiegato che l’operazione di rastrellamento del terreno sarebbe durata per alcuni giorni. Le ricerche riguardano le zone adiacenti alla casa fino a un raggio di 300-400 metri ‘‘in modo tale - aveva spiegato Biondo - da toglierci qualunque dubbio’’.

Il duplice omicidio compiuto da Angelo Izzo ha fatto tornare sotto le luci della ribalta il massacro del Circeo, di cui lo stesso Izzo fu protagonista trent’anni fa: lunedì prossimo, nella puntata in onda su Raitre di «Chi l’ha visto?», sarà visibile l’identikit fatto dalla Scientifica della Polizia sul volto di Andrea Ghira, uno dei massacratori del Circeo.
Ghira, 50 anni, è l’unico dei tre massacratori del Circeo a non aver scontato nenache un’ora di prigione, nonostante la condanna definitiva all’ergastolo, per l’assassinio di Rosaria Lopez e il tentato omicidio della sua amica Donatella Colasanti, rimaste in balia di lui, di Angelo Izzo e di Gianni Guido per oltre 36 ore tra il 29 e il 30 settembre del '75. Scomparve infatti subito dopo il massacro.

L’identikit realizzato al computer dagli uomini della Scientifica della Polizia di Stato mostra Ghira come dovrebbe essere oggi: un po’ ingrassato, stempiato, capelli grigi. Ghira, che all’epoca si faceva chiamare Jacques come il suo idolo, il capo della banda dei marsigliesi, Jacques Berenguer si rese subito latitante. Di lui fino ad oggi nessuno ha più saputo nulla: lo hanno dato per presente a Roma, in Sud Africa, in Kenia (a Malindi), in Argentina, a Londra, e poi di nuovo in Sud America. Testimonianze vere e false, voci di mitomani. Si dice che Ghira sia stato aiutato nella sua latitanza dall’Internazionale nera, che nella metà degli anni '70 contava molti appoggi in Sud America, in Spagna e in Inghilterra.

Ma un fatto è certo, di «Jacques» nessuno, fino ad oggi, aveva in mano una fotografia di come potrebbe essere diventato nel frattempo, trent’anni dopo il massacro del Circeo. La nuova foto ricostruita con un software di invecchiamento analogo a quello già utilizzato per il superlatitante della mafia Bernardo Provenzano

Una trasposizione cinematografica dell’accaduto esiste già,sia pure in chiave romanzata(i personaggi sono fittizi,ma i riferimenti al fattaccio di cronaca palesi):I Ragazzi della Roma violenta,di Renato Savino.Recupera la VHS Shendene,il film imho non è eccezionale ma curioso,e la scena delle sevizie decisamente per stomaci forti.

beh di film ispirati a questo fatto ne esistono 3 o 4

titoli?..

“I violenti di Roma bene”
“I ragazzi della Roma violenta”
“roma l’altra faccia della violenza”

il secondo uscira’ fra non molto in dvd

Io non guardo mai il programma di cronaca della Pivetti, ma l’altra sera facendo zapping anch’io mi sono soffermato a guardare la ricostruzione della vicenda del Circeo. Ho beccato anche l’intervista alla sopravvissuta che (massimo rispetto per ciò che ha passato per carità…) mi è sembrata un pò una caciottara.
A tutte le domande che le venivano fatte rispondeva sempre con le stesse 3 cose…
Sono cmq incuriosito dai film ispirati dalla vicenda segnalati da bobby.

Quale il/i migliore/i?

Per me il film di Savino,che nella scena del massacro si mantiene abbastanza fedele ai fatti(nella realtà,una delle due ragazze finì effettivamente annegata al termine dello stupro).

ho visto anch’io l’altra sera la trasmissione della pivetti, e i servizi sulla vicenda del circeo, devo dire, sono stati ottimi, soprattutto la ricostruzione del fatti con musiche “poliziesche” adeguate.
Si è voluto approfondire il contesto storico e il trashismo del racconto, veramente ottimo, brava pivetti, nonostante la sua faccia da culo

il film più bello che si ispira alla vicenda del circeo è secondo me “Roma, l’altra faccia della violenza”

Al massacro del Circeo “Italia 1” ha aggiunto una punta di autentico orrore: Irene Pivetti.

Ma tempo fa non facevano un programma, sempre su italia l ma in seconda serata abbastanza ben fatto, dedicato ai serial killers? Mi ricordo che il tipo che presentava era molto più adatto al genere di trasmissione della Pivetta…

Per i 3 film in questione aspetterò l’uscita in dvd.

Credo che il film di Girolami sia ottimo ma è quello che si ispira di meno al fatto.Quello piu vicino e indubbiamente “I ragazzi della Roma Violenta” di Savino.

Molto funzionale ad entrare nel ‘quid’ credo sia l’intervista rilasciata da Izzo a Franca Leosini e trasmessa tempo fa su ‘Storie maledette’ e inserita anche in ‘Ombre sul giallo’ (tutto su Rai3).

poco fa uno dei miei capi, mentre si vantava che il “riesumato” (non ricordo il nome del tipo) le faceva il figlio al liceo, che ci provava di brutto ma lei non gliela ha mai data, ha affermato che secondo lei il masascratore non è morto ed è solo una montatura.
Per darvi l’esempio dell’affidabilità della persona, ella stessa, dicendo di aver consciuto Lapo (tramite suo zio Lupo…), lo pompava a bestia come un genio, come il vero erede di Gianni, pochi giorni prima che succedesse il fattaccio.

Andrea Ghira, alias Massimo Testa. Le faceva il filo vorrai dire! :smiley:

Ovviamente il filo…sai che se mi becca a scrivere queste cose sul forum mi fa una testa grande quanto una casa. Cmq mentre lo diceva pensavo che è un peccato che non abbiano massacrato pure lei

deve essere una donna terribile, caspita :slight_smile: :wink:

A leggere, più che un capo sembrerebbe un kapò…

Ma non dovevano darci entro una settimana i risultati del DNA sulla salma del presunto Ghira alias Massimo Testa? E’ passato quasi un mese… Vivo o morto che sia, la verità è che la Procura di Roma ha aperto le indagini per accertare responsabilità dei familiari di Ghira nel sostegno alla latitanza solo dopo varie puntate di Chi l’ha visto dedicate alla scomparsa di Ghira (e in genere dei fatti del Circeo). Questa è l’Italia… per far muovere la Magistratra ci vuole un programma televisivo. Ma dico: mi sembrava ovvio che la famiglia potesse aver coperto Ghira, ci voleva la Sciarelli (già amante di Cossiga - NDR) per fargli muovere il culo? Poi, a seguito dell’apertura di quest’indagine, si scopre che c’è un uomo morto nel 1994 (1994 e non 2004) che potrebbe essere Ghira? E per 10 anni sono state fatte trasmissioni sul tema: dov’è Ghira? Se fosse vero che il morto sia lui, sarebbe una figura meschina per l’Italia… E dimostrerebbe la responsabilità dei familiari che non potevano non sapere che fosse morto ovvero che fosse lui.