Il miele del diavolo (Lucio Fulci, 1986)

…Completamente d’accordo, anche la suspance manca del tutto nel film interpretato da Rourke e dalla Basinger in cui i motivi esistenziali (all’interno) sono di tutt’altra natura…:oops:

Sono due contesti diversissimi. Quello di Lyne è un erotico con due protagonisti che tentano di infrangere ogni tabù, con lei che non ci riesce; quello di Fulci è una storia di disperazione che non a caso ho accostato ad Emanuelle e Francoise-le sorelline (pure lì il protagonista viene fatto prigioniero e tormentato sessualmente in nome di una folle vendetta). Indubbiamente i giochetti erotici concepiti in sede di sceneggiatura sono stati messi strizzando l’occhio al film con Rourke e la Basinger, ma gli intenti dell’autrice del soggetto erano altri e alla fine Fulci ci ha messo la sua inconfondibile cattiveria. Comunque, ripeto, lei dichiara anche nel libro di Paolo che il risultato finale non le è piaciuto; dubito che gliene fregasse qualcosa di copiare Nove settimane e mezzo.

Mi pare evidente, inoltre, che se di personaggi ricalcati da quello di Rourke bisogna parlare allora è al motociclista morto nell’incidente che guardiamo. La sua amante è quello che avrebbe potuto diventare la Basinger nel film di Lyne se non fosse sfuggita in tempo alla schiavitù sessuale imposta dall’amante.

14 agosto su 7gold alle 00,15

A settembre in blu-ray per Severin.
Audio italiano.

Recensioni sul bd Severin?

Video senza infamia e senza lode, peraltro privo di restauri, con molte flessioni in vari frangenti critici e non: a volte appare grana a mio avviso non naturale, ma derivante da encoding poco ortodosso…
…buon audio, specie quello italiano, apprezzabile il comparto extra…:rolleyes:

Ho preso il bd Severin e sto guardando gli extra.
Per un film non così celebrato di Fulci, sicuramente è un’edizione ricca e da apprezzare.
Devo dire, però, che se la quantità degli extra è da leccarsi i baffi, la qualità poteva esser migliore.

In particolare le interviste al produttore Vincenzo Salviani e al compositore Claudio Natili mi hanno lasciato perplesso.
Salviani è un gran personaggio, uno di quelli che un tempo si sarebbero detti ‘faccendieri’, più che produttori.
Ma, al di là della romanaccia simpatia, in 13 minuti non dice quasi nulla di significativo nè sul film nè sulla sua carriera. Sarebbe stato interessante avere più informazioni sui costi (mi rendo conto che i produttori non ne parlano volentieri) della pellicola e sul suo riscontro di vendite e di pubblico, sul percorso nel cinema di Salviani stesso, ma tutto quello che emerge è frammentario e confuso.
Natili è molto umile e simpatico, la sua è un’intervista carriera in cui, però, le informazioni vengono date spesso in modo poco contestualizzato, per cui si fa fatica a capire il suo percorso. Sulle musiche composte per Fulci, poi, dice poche cose, anche perchè Fulci l’ha incontrato solo una volta.
Ho visto poi l’intervista a Brett Halsey, che non è male, anche se di interviste a questo attore se ne sono già viste parecchie.
Il saggio audio di Troy Howarth è corretto, ma utile più che altro per un pubblico americano poco conoscitore di Fulci, mentre per chi ha già dimestichezza col mondo del regista le informazioni sono insignificanti.
Stephen Thrower fa, come quasi sempre, una buona analisi e dice almeno due cose interessanti: la prima, per quanto assurda, è che, ai tempi della preparazione del Miele del diavolo, c’erano dei rumors secondo i quali il film sarebbe stato una specie di sequel de L’aldilà in versione erotica (?). La seconda è una riflessione che immagino in molti abbiano fatto, ovvero come mai, nonostante il buon esito commerciale del film, Fulci non abbia proseguito facendo altri film erotici e invece sia tornato a girare modesti horror.
In effetti Il miele del diavolo, con tutti i suoi difetti, è davvero l’ultimo film fulciano con un senso commerciale e con una presenza significativa nel mercato.
E l’ultimo in cui, più o meno, i mezzi a disposizione sono adeguati per la buona, o almeno decente, riuscita del film.

Ricordo come nella recensione (negativa) su "Ciak " si sottolineasse la penuria di mezzi (Fulci stesso dichiarava un budget di 250 milioni). E come si auspicasse il ritorno del regista all’ horror…

Salviani, nell’intervista, sostiene che il copione fosse una cosa tutta d’ambientazione ospedaliera, che lui cambiò e rese più commerciale. La sceneggiatrice del film, come racconta nel Terrorista dei generi, dice che la storia era molto più drammatica e che poi fu resa più erotica (anche se, da quel che dice, non sembra che sia stato Salviani a riscriverla) per mere questioni di vendibilità.

Tornando alla discussione in questo topic relativa alle vicinanze con 9 settimane e mezzo, bisogna dire che, sempre secondo Il Terrorista dei generi, le riprese iniziarono il 21 febbraio 1986. Il film di Lyne ha avuto l’anteprima italiana il 15 febbraio. Quindi viene da chiedersi se gli ipotetici riferimenti a 9 settimane e mezzo siano stati inseriti in corsa e durante le riprese, o se invece siano casuali.

mediabook Artus

https://www.artusfilms.com/lucio-fulci/le-miel-du-diable-330?fbclid=IwAR3B8yICQCRZtwRQrluNRlrJJtEqFaSuh7hzYXwCRR8glLpxERGxV82vYZ0

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Queste le due versioni dei celebri versi recitati, sapientemente, nel film:

Versi 1
Al suo apparire il tuo mondo sarà finito
perché quello in cui credevi scomparirà,
quando la vedrai ti mancherà il respiro
e lei riderà del tuo desiderio di averla,
ti esploderà nel sangue e ti calpesterà,
ucciderà la tua anima con la dolcezza del fuoco,
ma tu sarai felice come mai sei stato
perché è il Miele del Diavolo e tu lo assaggerai

Versi 2
Quando lei apparirà scomparirà il tuo mondo,
quando la vedrai ti mancherà il respiro,
quando impazzirai dal desiderio di averla lei ne riderà,
quando ti esploderà nel sangue lei ti calpesterà l’anima,
ma tu sarai felice perché lei è il miele del diavolo
e ti ucciderà con la dolcezza del fuoco. :writing_hand:

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Ricordo l’intervista. In verità, Fulci non auspicava il ritorno all’horror, anzi ammetteva di non amarlo quanto il giallo “puro” (parole sue) e di essere un po’ stanco di vedersi offrire solo soggetti legati al fantastico. Del film tutto sommato non sembrava scontento: rammento che elogiava l’interpretazione della protagonista che definiva “matta di suo” e quindi convincente nella parte.

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Ed aveva ragione, perché è un buon film… :writing_hand:

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era andato fuori catalogo ma se a qualcuno interessa hanno rimesso in vendita qualche pezzo sul loro sito, io l’ho preso

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Approvato il br Artus. Praticamente, stesso master dell’edizione Severin. E pure le stesse interviste come extra, eh… :smirk:

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Finalmente, visto il film. La sufficienza, la merita : perché Fulci gira con cura, e a dispetto del budget risicato ci mette qua e là perfino eleganza (merito anche della fotografia di Ulloa). Ci dà dentro, cosa insolita per lui, con l’erotismo, senza lesinare dettagli “ginecologici” che siamo solitamente abituati a vedere nelle opere di un Brass. Manca una certa “grinta”, quello che davvero occorre per elevare e distinguere il film. È un Fulci più “scolastico”, se vogliamo. Peccato, perché anche il cast funziona : Halsey (con la bella voce di Carlo Sabatini) e la Marsillach sono convinti e convincenti, e la Clery pur in ruolo ingrato e poco “scritto”, ci crede ed è splendida (quando è nuda, specialmente… :heart_eyes:). Il finale, che vorrebbe essere sospeso, pare solo monco. Erano finiti i soldi? :shushing_face:
P.S.Unica vera nota negativa : Stefano Madia. Dovrebbe essere, nel contesto, il Mickey Rourke della situazione. Ma è solo un cagnaccio imbarazzante. Non vale come attore, non è credibile come musicista, e tantomeno come scopatore. Ha poi lasciato il mondo del cinema. E fece molto bene… :face_vomiting::face_vomiting::face_vomiting:

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Film dignitoso del maestro Fulci, in qualche modo imparentato con La Gabbia di Patroni Griffi, scritto dallo stesso Fulci, e qualche sensazione da Diavolo in corpo di un altro maestro come Bellocchio, film uscito appunto l’anno prima.

Nella pellicola circola un’aura malsana di decadenza e morte e l’erotismo è sempre imparentato con il thanatos che richiama Bataille, anche se il referente per Fulci è comunque sempre Artaud, come in tutti i suoi film da L’Aldilà in poi.

Bianca Marsillach (sorta di sotto-Maruschka Detmers) era reduce dallo spot Armani firmato da Scorsese; non fece una grande fortuna, ma in questo film fa la sua porca figura. Stefano Madia è talmente pedestre che riesce ad aggiungere, grazie alla sua pettinatura, decadenza su decadenza.

Non un capolavoro ma nemmeno un brutto film come si è spesso letto in giro.

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