Il prato macchiato di rosso (Riccardo Ghione, 1973)

Regia: Riccardo Ghione
Con: Claudio Biava, Dominique Boschero, Nino Castelnuovo, Daniela Caroli, Lucio Dalla, Marina Malfatti
Anno: 1975

Ho appena finito ora di vedere il film di Ghione e sono letteralemente basito! Non tanto per la regia inesistente, il montaggio fatto da un boscaiolo, l’interpretazione dilettantesca (peccato per Nino Castelnuovo che un cattivo attore non è) ma quanto per l’incredibile plot che nemmeno il peggior regista messicano o del cinema turco avrebbe partorito. Condotto tra l’altro in maniera lenta e noiosa davvero non mi capacito per l’assurdità della trama e l’inutilità di tutta la vicenda; siamo seri come fa a essere credibile un film in cui

si inventa una macchina robot per succhiare il sangue alle vittime attraverso un’arzigogolata messa in scena, sangue che poi servirà per essere imbottigliato insieme al vino o alle conserve di pomodoro???

Chi lo ha visto?

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…guarda per me è un capolavoro!!! e sto sognando l’uscita del dvd special edition con commento audio di Lucio Dalla!!

Da vedere assolutamente a prescindere dalla qualità, l’unica versione che gira è ancora quella da RETE MIA che io possiedo da sicuramente più di 15 anni!!!

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Visto 1000 ani fa in una tv locale. Boiata pazzesca.

posseggo la famigerata edizione di retemia in dvd-r, fattomi da amico altolocato. Devo dire ke a parte la noia iniziale, e i difetti da voi sopra citati il film è abbastanza truculento e macabro x l’epoca in cui venne girato e poi c’è un Dalla memorabile. C’è stato di peggio come thriller/horror flicks, vedi alla voce La Rossa dalla Pelle che Scotta.

Una pellicola totalmente anomala e fuori dagli schemi, che lascia letteralmente spiazzato lo spettatore. Durante la visione si susseguono senza alcuna apparente soluzione di continuità incredibili sequenze nelle quali il comportamento dei personaggi non ha nulla di logico o almeno di vagamente pertinente alla realtà, in cui compaiono inverosimili macchinari che nelle intenzioni vorrebbero essere futuribili esempi di alta robotica, situazioni surreali assolutamente non giustificate dalla trama o da eventuali velleità artistiche (assolutamente non presenti nel film). Uno spettatore che non sapesse non prendersi sul serio non potrebbe non sentirsi insultato, percependo tutta quest’accozzaglia di elementi come un ingiustificato affronto al suo senso critico. Il fatto singolare, però, è che a queste sequenze apertamente ingenue senza capo né coda troviamo affiancate alcune lucidissime critiche mirate, che colpiscono nel segno e che lasciano stupefatti per la loro carica polemica inerente argomenti tutt’oggi attuali e al centro del dibattito internazionale. La volontà dell’essere umano di modificare la natura e perfezionarla che porta con sé rischi forse ancora più grandi dei presunti vantaggi (si pensi alla questione degli OGM), la crudeltà e l’amoralità di chi detiene il potere, che non si fa remore e in nome del profitto lucra sulle disgrazie altrui ed è disposto a dare la morte ad altri esseri umani socialmente più deboli. Se la fantasiosa trovata del film per sostenere questa seconda tesi è quella di una diabolica coppia omicida che uccide vagabondi e prostitute per alimentare un traffico di sangue umano, nascosto in pregiate bottiglie di vino, destinato alle zone del globo di cui sono in corso sanguinosi conflitti bellici, a noi non viene difficile pensare a tutti quegli scandali semisommersi che ogni tanto giungono alle nostre orecchie, come il traffico di organi, embrioni e cellule staminali provenienti dall’est europa o dalle altre zone povere del pianeta (guardacaso, molto spesso chi ci lascia la pelle è la categoria sociale più debole in assoluto, ovvero i bambini orfani) e destinati a noi esponenti dell’occidente libero e democratico, ma soprattutto ricco.
Lungi dal voler far passare da capolavoro quella che non è altro che una pellicola sconclusionata (che può vantare qualche buona trovata, però non sviluppata a dovere) in balia di una sceneggiatura senza capo né coda, non si può non rimarcare che l’assurdità del film nel suo complesso porta a mettere in risalto le azzeccate critiche sociali che sono in esso contenute. Per il resto si può ipotizzare che Ghione, di fronte ad una sconcertante povertà di mezzi produttivi, resosi conto che sarebbe stato impossibile confezionare un film rivestito del benché minimo alone di serietà, abbia deciso di calcare la mano sul versante dell’assurdo e del nonsense, cercando di fare di queste due caratteristiche il punto di forza del suo lavoro. Non si può spiegare altrimenti l’allucinante tripudio di demenza e inverosimiglianza che pervade tutto il film: la sconcertante leggerezza con cui viene trattata la psicologia dei personaggi, il loro ancora più incredibile abbigliamento, le bizzarre espressioni facciali di Lucio Dalla accoppiate alle insensate battute che pronuncia, i terrificanti robot, talmente pacchiani e incredibili da far impallidire il celebre robottone di cartone di Yilmayan Seytan, la strampalata indagine priva di alcuna logica di un poliziotto sotto copertura che si finge un agente dell’unesco. Ad un certo punto la giovane coppia di hippies ospiti nella villa imputa le stranezze che vedono accadere di fronte a loro all’hascish di ottima qualità che hanno fumato: magari fosse così! Ogni particolare della pellicola è stato (tras)curato con pignoleria per ottenere un risultato votato alla più totale idiozia. In effetti il film diverte, complimenti!

Esce domani, sono tutto un fremito…sono orgasmicamente in attesa…

In atesa di questo capolavoro… Ricordiamo la vecchia registrazione televisiva (che ho anche tradotto in inglese - ricordo solo la canzone di Lucio Dalla… e non molto altro!)

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Appena preso, mi sembra proprio un bel master.

Come extra: “Rosso piacentino”, della durata di 23 minuti.

Stasera me lo sparo tutto d’un fiato.

Chi interviene?

Sono al lavoro… stasera te lo dico :slight_smile:

Comunque in genere nei dvd Cinekult è scritto sul retrocopertina :slight_smile:

No, nulla è scritto, nemmeno all’interno :slight_smile:
Ma non chiedere di più ora, altrimenti vengo licenziato :smiley:

E’ un extra fatto sullo stile di quello già presente in Una jena in cassaforte, ossìa un’indagine sulle location del film che coinvolge abitanti di quei luoghi.
Come per il film di Canevari, anche per il film di Ghione la comunità di Fiorenzuola d’Arda (agli inizi del 2000) vide il film recuperato dalla giunta comunale, proiettato nel cinema che compare anche nel film accanto al dancing.
In questo extra vengono mostrati i luoghi di Castell’Arquato (cantine Testa, le vie del centro) e intervistata una ex-addetta della cantina che fece una comparsata nel film. A Fiorenzuola invece Pulici ha intervistato il figlio del vecchio proiezionista, che nel film fa il cameriere del dancing.

Il dvd pubblica un master eccelso che rende giustizia alla bella fotografia in Technicolor, da mega-fumettone psichedelico e folle.
Nessuno ha segnalato il riferimento a Femina ridens: l’ingresso del locale a specchi dove possiamo ammirare la Boschero a seni nudi è a forma di vagina, come nel film di Schivazappa.
Grandioso Dalla, e molto bella la sua canzone per il film.

Una nota: le note scritte sul retrocopertina hanno qualche errore (Sandrine Bonnaire, non Sabrine; azzannare, non azzannarre…)

L’ho acquistato proprio ieri e dal poco che ho visto il master è veramente ottimo!
Se penso alla versione che ha girato per tutti questi anni… mi viene da ridere!!! :smiley:

capisco la fama di cult ma il film non si guarda, con tutta la buona volontà e la miglior predisposizione di spirito
noiosissimo e appena risollevato dalle mille assurdità di cui è disseminato e che avete già citato
Castelnuovo, l’attore di punta, recita come se gli avessero fatto una lobotomia

buon master CK

visto ieri, decisamente ridicolo a tratti delirante

ma i 10 minuti di psichedelia pura con la bellissima musica di usuelli sotto possono valere il film

Delirio psichedelico assurdo con tanti passaggi incomprensibili ma… mi è decisamente piaciuto
Va detto che per tutta la durata del film si capisce poco e nulla, la carellata di personaggi bizzarri e situazioni inverosimili tiene bene fino allo spiegone finale. Unico appunto, il personaggio di Castelnuovo che fa un poliziotto molto banalizzato che conduce un’indagine altrettanto banale e densa di forzate incongruenze.
DVD cinekult senza un graffio!

Folle, sgangherato, coloratissimo giallo/horror padano, spesso ridicolo e quindi adorabile. Ci sono un bel po’ di cose da segnalare: Dalla, ovviamente, grandissimo barbone bolognese con capelli spruzzati di argento, gli atroci papillon di tarascio, la malfatti nazistona irresistibile, castelnuovo attore manichino, e soprattutto il robottone succhiasangue !!

Curiosità: nel cast figura l’attrice e doppiatrice Daniela Caroli, che ha doppiato vari personaggi in molti cartoni animati giapponesi di successo quali ad esempio Ken il guerriero, Lady Oscar, Ranma 1/2, Ulysse 31.

Comunque sia io l’ho sempre trovato mortalmente noioso ma effettivamente sono diversi anni che non lo vedo e dovrei dargli una seconda chance :slight_smile:

Rivisto (finalmente!) nel dvd CK!
Ribadisco l’impressione iniziale: una boiata senza capo né coda, ma con un suo fascino intrinseco, dovuto sia all’aspetto estremamente pop, sia alla connotazione estremamente trash.

Punti di forza e punti deboli:

:+1:t3: musiche della madonna del maestro Usuelli (e anche la title track di Dalla, per quanto il testo sia discutibile, è estremamente catchy ed orecchiabile)

:-1:t3: psicologia dei personaggi davvero ingenua, infantile, stereotipata ed imbarazzante

:+1:t3: scenografie psichedeliche e quasi op-art azzeccate (la porta vagina, la stanza degli specchi)

:-1:t3: il product placement più insolente della storia del cinema (Castelnuovo soppesa una bottiglia di Chivas Regal e dice: “Mmm… Chivas!”)

:+1:t3: La sequenza in cui Dalla accende e spegne in continuazione l’abat-jour, contestualmente illuminando con un sorriso od adombrando con una smorfia il suo volto; precorre in modo involontario e serendipico la celebre sequenza di L’avventura del ragazzo del palo elettrico di Tsukamoto.

:-1:t3: La trama che non sta in piedi (l’assurdità di certe situazioni, Castelnuovo che sgomina un’associazione dedita ad omicidi seriali in quanto agente dell’UNESCO :thinking: )

:+1:t3: Degli intenti di denuncia sociale ammirevoli, per quanto ridicolizzati dalla dabbenaggine del progetto

:-1:t3: La pacchianaggine del robot omicida

Riguardo al dvd Cinekult:

:+1:t3: Master ottimo e extra interessante

:-1:t3: Missaggio audio scadente, i dialoghi spesso si perdono mentre musiche e rumori sovrastano

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Tutto corretto quello che ho letto sopra ma resta un fatto: questo film non può non essere visto da chi ama il cinema italico che fu.
Una perla di rara bruttezza che, se non fosse che Patrick Vive Ancora è fuori categoria, potrebbe salire sul podio dei miei guilty pleasures.
Un film deliziosamente sbagliato dall’inizio alla fine in cui alla fine il vero fuoriclasse è Enzo Tarascio che caratterizza al meglio il suo scienziato stralunato.
Certo, io dico questo per averlo visto nel 2022 e grazie alla munificenza di un fantastico forumer ma se avessi pagato il biglietto per vedere all’epoca sta cosa penso che sarei uscito dal cinema imbufalito.

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