IL PUNTO G: Nocturno Dossier su E. G. Castellari

Io penso solo una cosa, da persona semplice con una cultura normale da scuola superiore tecnica come credo la stragrande maggioranza,chi si occupa di saggi o romanzi o qualsiasi altra cosa, non deve dimostrar di saper scrivere,io do già per scontato che lo sappia fare, l’uso della lingua italiana può esser articolato anche esprimendosi con semplicità.Poi naturalmente dipende a chi l’autore mira… se tu miri al grande pubblico, più semplice scrivi e probabilmente maggior riscontro avrai, se il tuo pubblico è di nicchia e di un certo livello culturale e sociale, allora scriverai come meglio credi.
Di DeSanctis ho letto due commenti scritti in maniera diversa: una molto arcaico ed una più semplicistico, io gradisco di più il secondo,poi se ciò è giusto o sbagliato non saprei.

E un ottimo Dossier, non tra i migliori di Nocturno (che per me resta quello del cinema milanese di Cavallone-Visconti-Canevari), ma cmq un ottimo lavoro…il fatto è che per parlare del cinema di Enzo Castellari ci vorrebbe un dossier doppio.Cmq è da comprare a mio avviso.

Non avendo letto il dossier, non posso chiaramente esprimere giudizi. In merito a quanto postato da Stubby e Polla, però, mi trovo d’accordo in senso generale: credo che, vista la mole di cose scritte dagli aficionados sui film che tanto amiamo, sia inevitabile che chi affronta nuovamente l’argomento tenti un approccio diverso che può apparire forzato. Se provi a recensire per la milionesima volta Il cittadino si ribella non puoi ripetere cose già dette; ma, d’altro canto, voler a tutti i costi tentare la strada “intellettuale” rischia di travisare gli intenti di quei registi che, per l’appunto, facevano 'sti film pensando al botteghino più che a chissà quali voli pindarici. Poco male, succede anche adesso: se penso alle castronerie esoteriche che Scerba costruisce su La Terza Madre:smiley:

(scusa, Dario, lo sai che ti voglio bene :tuchulcha :heart: :heart: :heart: )

Con i miei notori ed umilissimi mezzi a disposizione (restando nei limiti del Tread che proprio io ho aperto, al solo fine di dare una notizia ai Tantissimi ai Quali riscontro ha fatto enormemente piacere) non soltanto confermo la validità estrema del Dossier, che peraltro emerge dalla quasi totalità degli intervenuti che l’hanno letto (data la distribuzione non rapida ed uniforme sul Territorio Nazionale, per limitatezza di mezzi a disposizione tipica della Piccola Editoria, della Rivista cui è allegato), ma sottolineo l’Immensa Ponderatezza degli Interventi ivi contenuti e Perfettamente In Linea (senza asserzioni gratuite o fuori traccia) con la Sola Evidente Finalità del Tutto: Panoramica ed Approfondimenti Singoli sull’Opera Completa di un Grande-Grandissimo Regista.
Infatti:

  1. Le prime 4 pagine d’Introduzione di Pulici rappresentano, secondo me, un qualcosa di Fortemente Innovativo e di Portata Storica (non avendo, oltre tutto, precedenti illuminanti): non soltanto di fatti tracciano un Solco Concreto che consente (sia a Neofiti che ad Esperti) di comprendere appieno la Filmografia di Castellari sottolineandone una Linea comune alquanto Suggestiva e Convincente senza trascurare nulla (compresi due film importanti, “STRIKER“ e “HAMMER“, che i più trascurano o ignorano;
  2. Le 23 pagine della Splendida Intervista curata da Pulici, oltre a chiarire interrogativi irrisolti e dettagli inaspettati, sfatano molti luoghi comuni di certa critica anche Recente;
  3. Le Schede Monografiche sono Ineccepibili, come di consueto in Indimenticabili Dossier quali quello su Di Leo o su Fulci (tra altro ricordati sul retro dell’Inserto), ma anche Originali al tempo stesso privilegiando (con un File Rouge d’Ensemble comunque Presente) la Cronologia anziché la divisione in generi o sottogeneri;
  4. Il linguaggio è facile, immediato e Completamente privo di enfasi, con umiltà e mea culpa che non guastano ma (anzi) predispongono meglio a seguire un prodotto d’Autore che non credo scontenterà molti. :wave:

…io no: è tra le schede che mi è piaciuta di più anche perché, sorprendendomi, analizza anche ogni singolo Ruolo ed Attore del film in modo molto comprensibile andando (peraltro) subito al sodo…
…MAESTRO, credimi (sai che ti adoro), che ti sfato un luogo comune anch’io che C’ERO: non è vero che il Poliziesco Italiano era roba per masse e Vulgo…
…piaceva anche a Ceti Medi e/o Medio Alti, proprio di fronte a casa mia si teneva un Ottimo Cineforum sempre gremito negli anni 70 primi (frequentato dai miei genitori) e seconda metà (anche da me studente liceale) quando si parlava di Poliziesco che soltanto la Critica Ufficiale (ma nemmeno tutta, con lo scorrere del tempo) non gradiva molto confinandolo down…;):wave::yes:

…Se non l’hai letto, quindi, non possiamo discuterne…
…sul resto apriamoci un Topic e ci confrontiamo in ambiti specifici (le generalizzazioni mi danno, infatti, conati di vomito estetico e non approdano a nulla) SENZA APRIORISMI: Democrazia e Libertà sono una Premessa Incrollabile (Ciascuno può e deve trovare in un film ciò che crede, Nessuno è depositario di verità assolute)…
…ricordo Swat, a Cattolica a Giugno, il Quale definì privilegiato un giovanissimo che si apprestava a vedere la prima volta “La Polizia incrimina, la legge assolve”): E’ Questo l’Approccio che Preferisco, le Elite le scanso, per questo sto su GDR…:flower:

una domanda ai siciliani, soprattutto agli utenti della sicilia orientale, per esempio Tepepa: lo avete trovato sto benedetto dossier dalle nostre parti?
ho girato circa 15 edicole invano:(
il mio edicolante di fiducia mi ha detto che hanno preso le rese dello scorso numero ma non hanno mandato nulla di nuovo… e in questa edicola Nocturno l’ho sempre trovato puntuale nel suo ritardo rispetto al resto d’Italia.
caz è il 26 gennaio! quando arriverà sto numero a febbraio?:mad:

A forlì per esempio Nocturno arriva intorno al 25-26 del mese.

A Cosenza tra il 24 ed il 27, di Norma (quello su Argento ed il Successivo uscirono molto prima, Questo il 24)…:wave:

E’ esattamente quel che ho detto; perchè ribadisci l’ovvio? Mi son limitato a rilevare come, effettivamente, abbiano ragione stubby e Polla a sottolineare la tendenza generale dei recensori (non solo nocturni, quindi) a voler tirare fuori chissà quali significati nascosti da pellicole che, probabilmente, non erano concepite per lanciare determinati messaggi. Nessuna intenzione di valutare il dossier che non ho letto e magari sarà fatto bene come dici. Comunque è una tendenza neanche tanto nuova, quella di voler analizzare e interpretare a tutti i costi: penso a tutte le insinuazioni sulla presunta omosessualità dei protagonisti de Il mucchio selvaggio, per dirne una…

dico anch’io la mia, sperando di non essere frainteso da Stubby, personaggio che stimo molto.
il cinema di genere era un cinema popolare, e tale deve rimanere, su questo credo non ci piova e son parole che potrei sottoscrivere.
ciò non toglie, cmq, che anche il cinema popolare possa esser fatto da autori ben consapevoli del linguaggio utilizzato, quindi con uno stile.
lo stile, in sede di analisi, viene analizzato anche e soprattutto in virtù delle sue peculiarità, delle sue caratteristiche specifiche… tale analisi, quindi, non è o cmq non deve essere necessariamente “per il popolo e per la gente cumune”.
può esserci chi preferisce fare un’operazione di divulgazione, e allora ovviamente adotterà un linguaggio quanto più semplice possibile, ma la critica non è sempre o solo divulgazione.
citi l’iperbole, l’elissi… queste sono figure ben precise del linguaggio cinematografico (ma non solo), sono mezzi utilizzati dall’autore per arrivare al suo pubblico -popolare, d’elite, colto o meno colto… non importa.
dico che non importa perché non è importante che il pubblico che guarda il tale film sappia che il regista Tizio in quel momento sta usando, per dire, un’iperbole.
il critico però che scrive di quel film deve saperlo che Tizio si sta servendo di un’iperbole, e magari giusto l’iperbole è cifra dello stile di Tizio, quindi come tacere il tutto dentro uno scritto di approfondimento?
perché dovrebbe evitare di tirare in causa l’iperbole, o l’elissi, se nel tale film questi aspetti sono eclatanti o concorrono a delineare le peculiarità dello stile del regista in esame?
perché il critico dovrebbe porsi come limite la conoscenza del lettore?

La cosa si fa molto interessante, perchè questi discorsi mi aiutano a crescere,per cui invito SWAT a creare un nuovo thread e magari spostarci dentro il tutto rinominandolo come meglio crede.

Allora, quando parlo di cinema di genere dicendo che è un cinema fatto per il popolo, non intendo dire che è solo per esso ci mancherebbe :)…intendo dire che è un cinema “solitamente” di semplice apprendimento: c’è un buono e c’è un cattivo, c’è un modo giusto di vedere una cosa e uno sbagliato, chiunque guarda una pellicola come il grande racket non ha bisogno di spiegazioni, sia che sia un uomo di cultura oppure no.
Voglio riportare uno stupido esempio ma che mi è molto caro: un giorno parlando con un mio collega di lavoro che ha più di 50 anni mi disse che sua madre ormai anziana tutte le sere prima di andare a dormire si guardava Walker Texas Ranger perchè era l’unico telefilm in TV che riusciva a comprendere,chiunque lo guardi sa che Norris è il buono gli altri sono i cattivi, facile no? Non devi studiare nulla sai che il primo le da tutti gli altri le prendono, il primo vince sempre.

Poi quando mi riferivo alla terminologia della scheda del grande racket, vi dirò secondo me anche Tuchulca che mi da ragione forse non ha letto bene cosa stavo dicendo o mi ha generalizzato con Polla, io faccio un discorso differente da Pollanet, lui parla di critici che vogliono vedere cose che in un film magari non sussistono, forse per il semplice gusto di trovarvi qualcosa di nuovo o per differenziarsi dalla massa, io parlo di linguaggio nella stesura di un articolo.
Con questo non voglio dire che cio che ha scritto Desanctis non l’ho capito , anzi lo condivido pienamente ma credo che in certi frangenti ha fatto uso di un linguaggio troppo arcaico per un dossier che deve essere alla portata di tutti, quando leggo il mio volume pagato pochi euro per saperne di più sul grande racket, non voglio scervellarmi per capire cosa ha voluto dire l’autore, non voglio aprire un dizionario per sapere cosa intende dicendo ad esempio:"…così tagliati i caratteri da stereotipi assurgono al rango di archetipi dotati di un icasticità febbrile…"
Poi chiaramente un LiberoAnomalia che studia cinema, un Tuchulcha che è professore di italiano o Scerba che è scrittore e compagnia bella, son sicuro che magari troveranno di loro gradimento lo stile usato, per questo non fraintendo il discorso di Libero fatto prima, se io nel mio lavoro devo fare un impianto automatico con un tecnico userò un certo linguaggio, con un utente che non ha nozioni tecniche userò un linguaggio più semplice.
Tutto qui e portate pazienza lo Stubby ha ormai 36 inverni sulle spalle e comincia a perdere colpi.:smiley:
Detto questo se per caso il Desanctis dovesse leggere sta roba spero non si arrabbi :slight_smile:

Mah, sulla questione del linguaggio onestamente non mi trovi d’accordo. Anche Pulici di Nocturno in passato è stato accusato di ricorrere ad una scrittura eccessivamente “latineggiante”, ma a me il suo stile piaceva per esempio. Parti dal presupposto che dato l’argomento sia preferibile scrivere in maniera più “popolare”? E perchè mai? Chi ha detto che non si possa dissertare sulle commediacce con Bombolo ricorrendo ad uno stile “alto”? Alla fine è proprio nello stile che si riconosce l’uomo. A me non piace lo stile di Giona Nazzaro, mentre apprezzo quello di Gervasini; magari per un altro lettore sarà l’esatto contrario. Che male c’è ad usare il dizionario? Sembri uno dei miei studenti, ricordassero una volta di portarlo quando c’è il tema in classe… :smiley:

ps.
“Icasticità febbrile” sembra eccessivo pure a me. Se uno legge il dossier a colazione, potrebbe subirne l’impatto in misura maggiore poichè appena sceso dal letto e quindi vulnerabile.

Spesso è solo ostentazione.

Il titolo scelto da Pulici non mi convince

Be’, è ovvio. Ma in alcuni casi la scrittura colta mi va benissimo; l’importante è non eccedere , “parlare come si mangia” insomma.

Ed infatti Tuch ho specificato proprio nominandoti in prima persona, proprio per il ruolo che ricopri.Parto dal presupposto che dato l’argomento sia preferibile scrivere in maniera più "popolare? Si per un dossier che deve arrivare alla grande massa… si.

Io non ho mai fatto uso del dizionario durante i temi in classe e trovo sbagliato utilizzarlo durante un tema.
Mi sarebbe veramente piaciuto far parte della tua classe, per due motivi:
1 - sarei più giovine
2 - ti avrei passato sottobanco i miei terror blu

In realtà ho trovato anch’io la scheda su Il grande racket un po’ troppo ‘costruita’… un esempio lampante: “…Sal Borgese, deuteragonista collega di Testi…”
A me piace usare termini desueti e ‘barocchi’ nei mie articoli e anche nel parlare comune… a volte anche quelli più tecnici non disdegno… ma qui mi sembra che si sia volutamente esagerato :smiley:

ecchechezz…allora mi dai ragione

Per la seconda opzione t’avrei alzato il voto, ovviamente :wink:
Sull’uso del dizionario non mi trovi d’accordo, ma eviterò la disgressione OT.
Sul fatto che per arrivare alla massa si debba usare un linguaggio semplice comprendo il tuo punto di vista, ma lo approvo fino ad un certo punto. La massa è fatta pure di lettori colti, e in definitiva non mi piace l’idea che si possa creare un pregiudizio di fondo nei confronti degli aficionados nocturniani (ovvero “se ti piacciono i poliziotteschi sei poco colto, quindi eviterò i paroloni difficili”). Cazzus, se uno sa che i noir dileiani sono ispirati al cinema di Melville e corre a recuperare Le Samourai un piccolo sforzo col vocabolario e la grammatica potrà pure farlo, no??? Mica parliamo di traduzioni dal Greco antico…

meno male credevo di fare una crociata…o peggio ancora ero contro i mulini a vento!!!:smiley:

In talune cose, sì. Insomma, il parlar colto bisogna saperlo usare; se finisci col diventare troppo criptico il rischio è di cadere nella prolissità, quindi ci fai più figura a parlare in maniera semplice. Insomma, non è da tutti esprimersi in “latinorum”; se lo fa uno che ha la stoffa (vedi DP) mi sta bene, altrimenti no.

Ma semplice non vuol dire terra a terra, intendo un linguaggio adeguato ma non troppo barocco, guarda che anch’io amo scrivere a volte con un linguaggio “leggermente” ricercato (nel limite delle mie possibilità) ma qui secondo me lo è stato un po troppo, comunque poi quando leggerai la scheda mi saprai dire con maggior certezza.
Qui mi sarebbe piaciuto un commento magari anche massacratorio nei miei confronti da parte dell’illustre dottor F.Grattarola.