razza aliena in via d’estinzione scende dalle stelle per ingravidare le terrestri. cosa di meglio del mimetizzarsi tra attori in costume in un hard fantascientifico?
un cruciverba di weird trash camp, metacinema e citazioni a oltranza e oltraggio, esprit deliberatamente sciocco e spensierato della sexy-commedia più disimpegnata e volutamente scimunita, la fantascienza paravento per rendere preponderante l’eros, tanti piedini femminili per la gioia del podomane, il tutto all’insegna della psychotronia pop e del nonpossocrederci-movie incapace di prendersi sul serio per un solo minuto dove l’adamson di sette per l’infinito, keigel damiano il miklels di astro-zombies, la wishman di double agent 73, lo steckler di rat pfink a boo boo e l’ormond di mesa of lost women fanno girotondo via il pianeta proibito.
per via del recupero più o meno coevo a ridosso di gariazzo col tempo è stato equivocato per quest’ultimo, non del tutto a torto dato che ne parafrasa il titolo nostrano, il manifesto e l’outfit degli alieni.
l’hard era ai suoi primi ansiti e l’effettiva componente della versione ufficiale passata in sala non saprei stabilirla, avendo una videoregistrazione di un vecchio passaggio raisat v.o. sottotitolato da 77’ che oltre il soft bello spinto non si sbottona. nel dubbio lo parcheggio su general.
tanta marmellata alla fragola i manifesti: