Incontri molto... ravvicinati del quarto tipo (Mario Gariazzo e G. Baldanello, 1978)

Vedo che incredibilmente manca il thread per questa chicca, lo apro io.

Commedia scollacciata davvero pecoreccia, poveristica oltre l’inverosimile ma che riesce a valorizzare il suo lato ruspante e genuino, riuscendo alla fine simpatica e piacevole. Senza ritegno fa della volgarità un suo punto forte e ci azzecca in pieno, fin dalla canzoncina dei titoli di testa “Siam venuti sulla terra/ con pacifiche intenzioni / non rompeteci i coglioni / e lasciateci scopar!” mette in chiaro a cosa ci troveremo davanti davanti.
Irresistibili i costumi pacchianissimi ed esilaranti degli pseudo-alieni, soddisfacenti le prolungate esibizioni delle grazie del cast femminile (adorabile Zanchi!), inaspettate le autocitazioni metacinematografiche di Gariazzo dal precedente Occhi dalle stelle (manifesto del film ed lp della colonna sonora mostrati con funzione diegetica --> modesto!).
Da qualche parte ho letto che il film è stato concluso da Baldanello ed a lui si deve la virata decisa che sposta la bilancia dalla parte del nudo più che da quella della commedia.
Qualche trovata di montaggio carina (i montaggi analogici durante gli amplessi, soprattutto le inquadrature degli autoscontri… più sbattuta di così :-p:-p:-p).

Un film sciocco fatto co due lire ma divertente.

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Finalmente é stato aperto un thread su questo straordinario film. Anche io mi sono meravigliato che ancora non era stata aperta la discussione su questo film-chicca. Ho provato a cercare in passato ma pensavo fossi io a non riuscire a trovarlo ma effettivamente non esisteva. Considerato uno dei film piú brutti mai realizzati, per me é il contrario, lo trovo un film divertente, coinvolgente e che coniuga bene l’atmosfera fresca e cazzara del film con uno sfoggio di bellezze femminili da sballo. Favolose la Baxa , la Zanchi e la D’Aunia. Le grazie femminili sono perfettamente valorizzate. Insuperabili ed inimitabili le presenze di Mario Maranzana e Jimmy il Fenomeno (come custode dell’archivio di costumi cinematografici). La scena in cui un Jimmy palesemente miope minaccia di castrare il trio di protagonisti é da Oscar. Costumi degli “alieni” ben realizzati e Canzone straordinaria,orecchiabile e divertente. Inoltre si raggiungono picchi di eroticitá veramente elevati! Del film dovrebbe essere circolata anche una versione con inserti harcore. Difetti di continuità, dovuti al montaggio, sono riscontrabili in alcuni punti del film. Nel Nocturno n. 3 di Aprile-giugno 1995 lo stesso Gariazzo spiega ufficialmente perché ha abbandonato la regia del film a favore di Baldanello: " Io quel film lo scrissi e ne diressi pochissime scene. Infatti dopo soli quattro giorni di riprese il comico Mario Maranzana, che nel film faceva la parte di un contadino, mentre giravamo una scena in cui avrebbe dovuto sparare con un fucile da caccia mi colpì per errore. La produzione non intendeva pagare un armiere. Così il film fu terminato da un altro" . A me il film é sempre piaciuto sin dalla prima visione e continua a piacermi ogni volta che lo rivedo. Purtroppo circola poco. Io alcuni anni fa lo beccavo spesso sui canali regionali ma é da un pó di anni che non lo becco piú. Un film che va rivalutato e che merita!

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Film straordinario! Presto curiosità e approfondimenti.
Stralunata creatività libera da freni inibitori e scrupoli di coscienza tutta italiana signori miei, fra apparizioni al cinema e pubblicazioni in VHS ha raggiunto davvero i quattro angoli del pianeta, e queste sono soddisfazioni.
Sì… ma questo è clamoroso!


Manifesto che attesta la proiezione nei cinema libanesi! Stampato all’epoca dalla Sahag Gravure di Beirut, acquistato da regolare venditore - tutto fatturato eh! - di Tripoli pe’ du cammelli e na cesta de banane (scherzo, il prezzo di una pizza e una birra).
“Bombardieri su Beirut!” (Cit.). Non c’entra un ca××o? Beh, per un cult-addict come me è una notizia-bomba. Oltre al valore collezionistico aggiunge alla lista un’ennesima incredibile apparizione finora rimasta ctonia, in una nazione dove, a causa del clima belligerante, molti film cosiddetti d’autore col ca××o che sono arrivati. E “Incontri molto… ravvicinati del quarto tipo”, uno dei “miei” gioielli, invece sì! :victory_hand:

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Se il film è andato in tutto l’orbe terrarum, immagino la colonna sonora abbia sforato il milione di copie. Il motivo portante che inneggia all’amore fra terrestri e alieni può essere lanciato nello spazio unitamente alla musica di Chopin, di Beethoven e dei Beatles, a testimoniare la bellezza e il messaggio positivo del nostro pianeta

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Disponibile alla visione in qualità SD su Prime Video, Temptation Channel, durata 82’, identica alla VHS VideoCiak

Innamoratissimo!
Uno dei miei personali insuperabili cult dal fascino inossidabile nei decenni.
Il noto ufologo Mario Gariazzo col nome d’arte di Roy Garret firma e filma le rocambolesche avventure di tre universitari iscritti al corso di astrofisica - un trio di perfetti sconosciuti con altissime probabilità mai visti sullo schermo né prima né dopo, Calogero Buttà forse sì - che sognano di concupire la professoressa Emanuelle, una Maria Baxa da collasso cardiocircolatorio. La presa visione del manifesto cinematografico di “Occhi dalle stelle” (del medesimo regista) fa scattare la genialata: travestirsi da alieni e sfruttare la disponibilità della docente a prestarsi come “cavia” per questi incontri ravvicinati.


La prima apparizione degli extraterrestri conserva quel clima di tensione classico del genere, mette quasi spavento, ma sono venuti in pace e il fine prioritario non può che essere lo studio del corpo umano e in particolar modo atti e comportamenti riguardanti l’ambito sessuale. Naturalmente anche la cameriera (Monika Zanchi) dopo un misto di curiosità e timore decide di prestarsi allegramente in costume adamitico. A complicare il tutto c’è Mario Maranzana, sproloquiando in siciliano col dito pronto sul grilletto del fucile perlustra la macchia circostante e tiene d’occhio la villetta dove alloggiano le due lasciando però imprudentemente indifesa dalle “incursioni” aliene proprio la consorte (Marina D’aunia). Coerente fino all’integralismo il finissage in stile luna park.
VI VOGLIAMO COSÌ!!!
Rimasi allibito. Incredibile. Indimenticabile.
Mi piace l’arte come provocazione e quindi non posso trattenermi dal gridarlo a squarciagola:
la risposta italiana al celeberrimo colossal made in USA “Incontri ravvicinati del terzo tipo”!!! Tiè! Ah! Ah! Ah! Cioè… dai! Ma solo per il coraggio dimostrato… solo noi italiani potevamo.
Un miliardesimo del budget degli americani, costumi da sfilata dei carri allegorici ma incoercibilmente affascinanti, badilate di nudo gratuito intervallate da cazzate tipo falò estivo e incastonate in una sceneggiatura composta da trovate al di là del viver civile, soundtrack e dialoghi tra extraterrestri basati sul fischio.
Solo noi… ci voleva davvero una faccia tosta alla Jimmy il fenomeno, qui scontatamente presente poiché teoricamente fondamentale. Considerando l’anno di divulgazione ma sopratutto alla luce dell’esperienza maturata strada facendo a mio modesto parere è molto più punk un film così che “The great rock’n’roll swindle” coi Sex Pistols.

A caccia di bellezze come mamma le ha fatte mi fu sbattuto davanti agli occhi a metà anni '80 da una di quelle emittenti private che a una certa lo smazzavano quasi quotidianamente: il corto circuito generato dalla tenera età (scuole medie) unita alla fascinazione per i dischi volanti e nel caso in esame alle grazie generosissimamente esposte dalla protagonista fu di quelli che ti lasciano folgorato a vita. Eh già, sono sempre state per chi scrive pellicole irresistibili perché girate con attori semisconosciuti quasi alla bell’e meglio, immediata l’infatuazione cagionata da una macchina da presa in grado di annullare subitaneamente la distanza tra finzione e tangibilità, chi non vorrebbe vivere una situazione così… ai confini della realtà? È quel genere che io adoro e che amo chiamare “cinema-cartoon”, definizione che qui non stona, basta ascoltare gli effetti sonori “spaziali” provenienti dal sintetizzatore del grande professionista Alessandro Alessandroni, recentemente pubblicati in 7" nel cofanetto “Alessandroni proibito”, uno sforzo ancora, manca la devastante canzoncina “Siam venuti sulla Terra con pacifiche intenzioni…” e il leitmotiv fischiettato.
Girato nella città eterna come molte opere leggendarie ha un travagliato percorso: in un primo momento il survoltato Maranzana spara per errore una schioppettata a Gariazzo mandandolo all’ospedale, la produzione non avendo tempo (né soprattutto soldi) da perdere ingaggia Gianfranco Baldanello che completa l’opera calcando la mano sulla componente sexy; il film viene respinto dalla Commissione censura, il 12 agosto '78 la domanda di revisione viene accolta ma il metraggio viene assottigliato da 2360 a 2191 metri di pellicola; ottenuto dunque il nulla osta n. 72292 il 13 settembre debutta il 28.

Nonostante lo spregiudicato uso di fantasiosa creatività libera dalle catene imposte dalla ragione molto probabilmente non ebbe la fortuna di racimolare neppure un millesimo del sommo capostipite e allora? Riproposta nelle sale a luci rosse, il 19 gennaio '79 il produttore Armando Novelli chiede al Ministero del turismo e dello spettacolo che il titolo venga cambiato in “Porno spaziali del quarto tipo”; il 25 luglio la Procura di Genova ne decreta il sequestro su tutto il territorio nazionale, il 22 novembre quella di Monza lo dissequestra; il 22 aprile dell’80 nuovo stop imposto dalla Procura di Frosinone. La copia a luci rosse (introvabile) prevede degli inserts girati con anonime corpivendole che lasciarono di stucco le attrici che ci avevano messo la faccia. Certo, le protagoniste recitano di rado vestite, curiosi dunque anche i ringraziamenti finali per gli abiti a Emilio Mal Tinti… ma quale abiti!?
Marina D’aunia da me contattata via messenger mi diede subito amicizia ma altrettanto tempestivamente interruppe la conversazione quando le buttai battuta riguardo al film. Ma c’era da aspettarselo, ai microfoni di Gomarasca&Pulici già precedentemente aveva dimostrato tutto il suo disappunto sbottando: “Oh Dio, ancora è in giro quel film?” (Stelle e stelline del cinema italiano). E dire che la sua mimica facciale di donna riscontrante sommo piacere carnale nell’essere posseduta a turno dai tre marziani è ineccepibilmente convincente, da dare uno schiaffo morale al 90% delle pornostar italiane propriamente dette.

Monika Zanchi neppure ne ha un buon ricordo - “Allucinante, mi sono proprio vergognata” - sulle pagine di “99 donne” lamenta il potenziamento della scena in cui amoreggia con la Baxa sul divano attraverso l’impiego di controfigure. Sì, è vero, il produttore calca la mano con raffinata crudeltà, il film presentava infatti inserimenti di dettagli spinti (primi piani del boschetto triangolare femminile) di sconosciuta figurante ancor prima di essere definitivamente ingozzato di veri e propri segmenti a luci rosse.
Dopo aver centrato l’interpretazione più incisiva della sua carriera, conscia evidentemente che “meglio” di così non poteva fare, Maria Baxa prese la decisione definitiva di cambiare mestiere.
Il regista prova a giustificarsi: “Io quel film lo scrissi e ne diressi pochissime scene. Non è un film che amo particolarmente. È uscito meno fine di quanto volessi, ma forse è meglio così. So che da alcuni è considerato un cult movie” (Mario Gariazzo - Nocturno n. 114).
Forse non tutti ricordano che irruppe lesto (1980) sul mercato delle neonate VHS (e pure in formato Beta) per merito della Cinehollywood di Milano con remiscelato titolo “Incontri molto ravvicinati di un certo tipo…”, sulla cover campeggia “Luce rossa!” (ma è la solita versione erotica) ciononostante la stampa di settore lo accoglie benevolmente nelle sue video-guide e negli annuari delle videocassette. Devono passare diversi anni prima di vederlo divulgato da Video Ciak (associata Univideo) coll’appellativo con cui tutti lo conosciamo proposto con un atteggiamento più costumato se non addirittura quasi semiserio: “I misteri dello spazio, l’esistenza di creature extraterrestri, il loro aspetto fisico, il loro comportamento sessuale” (catalogo Video Ciak primavera '87 - idem retrocover VHS). Questa edizione prevede dei sottotitoli (!) quando i tre alieni comunicano fra di loro fischiando, sebbene si capisse lo stesso alla perfezione il senso dei “discorsi”.

Da subito partì la missione di colonizzazione del pianeta Terra che si concluderà senza ombra di dubbio con successo, una vera e propria invasione. “Encuentros muy intimos en la tercera fase” dal 5 dicembre del '79 nei cinema spagnoli distribuito da Brujula Films è lanciato così: “Arrivano i marziani… inseriscono la spina dentro la presa e stabiliscono il contatto… contatto… spina… contatto… te la collegano… spina… te la mettono dentro… contatto… contatto…”; 32.480.258 pesetas d’incasso, consequenziale pubblicazione in video, la critica locale lo premia con un buon voto - “Impudenza sessuale e molta ingegnosità nell’usare il successo di un film statunitense per la sua successiva versione erotica, in un chiaro precedente di ciò che la maggior parte dei registi porno attualmente fa” (Espana erotica).
Col suo nome internazionale “Very close encounters of the fourth kind” arriva fin nei cinema mediorientali e viene diffuso già dal 1982 per l’home video universale ancora dalla Cinehollywood. “Encontros quase imediatos do quartu grau” in Portogallo e “Contatti sessuali” con sottotitoli per i greci.
“An erotic extravaganza!” garantisce la HQV immettendolo nel 1991 in USA col titolo di copertina “A coming of aliens”, “Los alegres extraterrestres” per il Sudamerica.
Ma curiosamente anche le edizioni nostrane presentano intitolazione e credits sui titoli di testa in inglese - “…and the phenomenal Jimmy” (wow!).

Il passare degli anni non scalfigge minimamente l’interesse perché ha fatto esplodere un giubilo, un’esultanza quasi da stadio, è uno show (non condivisibile ma) umanamente comprensibile che ci restituisce i nostri sogni d’infanzia, “Per qualche misteriosa ragione ho visto questo film diverse volte e mi ha sempre divertito! Forse è il modo pateticamente forzato in cui la trama sfrutta ogni occasione per spogliare le attrici, i ridicoli costumi “alieni” o il tema musicale ricorrente deliziosamente pacchiano?” (Delirium - issue two), “Sguaiatissimo. Un film imperdibile” (Andrea Novarin - Amarcord n. 6), “Chi ami scompisciarsi dalle risate non può perdere questo film” (Michele Giordano - La commedia erotica italiana), “L’esempio di come negli anni '70 si poteva fare un film partendo da due belle attrici disponibili a spogliarsi, una storia squinternata e tanta buona volontà. A livello erotico-trash non ha uguali. Meriterebbe di essere studiato per capire cosa poteva realizzare l’inventiva del cinema italiano con una macchina da presa e un set senza tante costrizioni. Pellicole come questa non se ne girano più e vi consiglio di cercarla” (Gordiano Lupi - Grazie… zie!), “Stracult totale. Un delirio di film. Trashissimo. Molti lo adorano” (Marco Giusti - Dizionario Stracult della commedia sexy). Molti… ma purtroppo non tutti. Parodiando e sbeffeggiando un genere “serio” sarò pure un sempliciotto ma io mi diverto come un matto e continuo a fischiettare quel fantastico motivetto nella vita di tutti I giorni, lo infilo e lo rinfilo nel lettore, non la smetto di ridere a crepapelle, lo propongo agli amici, forse anche nel tentativo utopistico di renderlo sempiterno, mentre invece c’è chi lo massacra - “Tutto nel film è vile: sceneggiatura, personaggi, dialoghi, situazioni, musica, gag” - con le chiare intenzioni di seppellirlo definitivamente nel 2008 (Davide Pulici - Nocturno dossier Alienerotica).
Ma… “Street cinemas”, apprezzato fuor di misura oltreoceano rivive negli States, eccolo in DVD per iniziativa della Desert Island (2012).
Orsù, come dissero proprio gli americani: may the farce be with you! Sì, insomma… che la farsa sia con voi!

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Concordo al 110% per una pellicola rimasta nel mio immaginario. Il delirante motivetto (come hai detto giustamente, solo noi italiani abbiamo o meglio avevamo il coraggio di fare certe cose, salvo poi inspiegabilmente vergognarci e perche mai?) da me scaricata non può che render liete le giornate e richiamare alla memoria il gineceo da urlo della pellicola con la sua folle goliardia!

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Il tutto è comunque assai scadente. Le tre attrici sono meravigliose ma non bastano per fare un film (e il fatto che due non ne vogliano parlare mentre una addirittura ha cambiato mestiere dall’idea di quanto ne vadano fiere sebbene la sceneggiatura l’avran pur letta). Maranzana, l’unico vero attore presente, fa presenza e basta. Ai tre tizi daresti fuoco. Sebbene bisogna ammettere che i costumi sono inquietanti. Chissà dove li presero. Che li cucirono per il film lo trovo improbabile.

Provo a spiegarmi meglio.
Parlo a modestissimo titolo personale.
Premetto di non svolgere la professione di psicologo e di non aspirare ad esserlo per nessuno.
Però ho pensato che questo film, come pure un “La bestia nello spazio” o un “Biancaneve e co.” ad esempio, va a solleticare qualche primitiva regione del cervello sicuramente confinante con quella che mezzo secolo fa (manca poco) fu investita da Goldrake, Jeeg, Daitan 3, L’uomo tigre e company. Chi da bambino si è imbattuto per la prima volta in questi stupendi cartoni già dalla seconda nota della sigla rimaneva infatuato per sempre. Oggi, a 50 anni dall’epoca, magari non sa a memoria l’atto di dolore però le canzoni dei cartoni le può cantare tutte quante a cappella.
Ecco, è questo il “trucco”, riuscire a colpire quel punto, dopo tu non ce la farai più a smettere, o comunque non potrai mai cancellare.
Ecco perché ho coniato il termine “cinema-cartoon”, e quando ti vedi un “Albergo a ore” o una antesignana porno-commedia primissimi anni '80 e senti le voci di Mister X o Ciosa - sì il mago pasticcione nemico di Bia - il cerchio per me si chiude. Anche perché magari le musiche del film sono di Nico Fidenco, che con la mega-hit “Don Chuck il castoro” vendette una cosa come quattrocentomila copie…

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Ma sei libero di farti piacere quello che vuoi, ci mancherebbe. Il problema di questi film è che in teoria dovrebbero essere delle commedie, perciò ci si aspetta pure di ridere oltre che di rifarsi gli occhi. Ma Maranzana non è Lino Banfi o Montagnani o Carotenuto e le tre protagoniste ripeto sono meravigliose ma poco carrozzate come attrici (sono eternamente in posa). Rimangono i tre tizi e in effetti in questo caso si ride ma per il motivo inverso a quello che ci si aspetta. I doppiatori fanno quello che possono ma l’insipienza dei tre prende il sopravvento su tutto. Baldanello non aveva assolutamente senso del ritmo (il giovane Mariano Laurenti, ad esempio, s’era fatto le ossa sui set di Mario Mattoli) e il film si fa fatica a terminarlo. Tuttavia posso comprendere che agli occhi di un giovanissimo questa roba faceva il suo effetto. Tutto qui.