Iron Maiden: il miglior album della "golden age"

Come da titolo, quale pensate sia il miglior disco degli Iron Maiden del periodo d’oro della loro carriera, ovvero quello che va dall’omonimo esordio sino a “fear of the dark” del 1992?

A dirla tutta, inizialmente la mia idea era quella di fare un sondaggio che includesse TUTTI i loro album, ma il forum non mi permette di inserire più di 10 voci per poll… indi ho preferito restringere il campo agli album realizzati sino al 1992, ovvero sino a quando Bruce Dickinson non ha (temporaneamente, per fortuna) lasciato il gruppo. Lo so che a voler proprio essere pignoli il vero periodo d’oro sarebbe quello sino a “seventh son of a seventh son”, cioé sino all’abbandono da parte di Adrian Smith, ma alla fine sono affezionato ai due album successivi e mi piace l’idea di dargli una chance, senza contare che vedo il 1993 come il vero e proprio anno dello spartiacque, quello dopo il quale gli Iron Maiden hanno iniziato a evolversi in maniera più netta.

Ovviamente sono esclusi i dischi dal vivo, altrimenti voterebbero quasi tutti “live after death” e non ci sarebbe storia! :smiley:

La parola a voi… ogni commento è ovviamente caldeggiato!!

(ok, ora si può votare, prima avevo combinato io un casino… mi scuso con Shanghai Joe che aveva già risposto… :oops:)

Eh Slogun tu fai ste domande da un milione di dollari… Se dovessimo fare un analisi, i primi due Iron Maiden e Killers sono ancora molto morbidi, in The Number Of Beast l’imponenza di Dickinson gia si sente, ma ancora il suono è morbido. Da Piece of Mind si comincia ad acquisire il vero suono IRON dei Maiden, potentissimo. La Stabilizzazione di questo suono si ha però in Powerslave che forse dovrebbe essere il loro Album! Tuttavia nel cuore ho “Iron Maiden” e “The Number Of Beast” e tra questi due dovendo proprio scegliere direi “Number of Beast”.

Direte “a Cinè ma l’artri album 'ndo l’hai lasciati??”… eheheh ed avete ragione perchè mi sono fermato a Powerslave, però sugli altri non ho molto da dire… Certo come i primi 5 (senza contare i live ed altro) non sono, si ascoltano e piacciono. Però, secondo me, la Golden Age si ferma ai primi 5.

Te pensa che Steve Harris, in svariate interviste e biografie dei Maiden, indica come suo disco preferito “seventh son of a seventh son”… questo per dire come la percezione di molti fan (che è identica alla tua) sia poi parecchio diversa da quella di chi i dischi li suona…

E’ evidente che sia così, chi l’ha suonato sa cosa ha suonato, conosce a fondo la sua “creatura” e l’impegno che ci ha messo per tirarla fuori. Noi che ascoltiamo dal di fuori possiamo percepire un terzo di cosa può percepire chi ci è immerso dentro.

Killers.

Una bella lotta, ma alla fine ho votato The Number Of The Beast.

Rimango affezionato al primo album, per il sound, per i pezzi, per motivi miei, insoma per un sacco di cose

The Number Of The Beast è quello che ascolto più volentieri dall’inizio alla fine.
Trovo che abbia una sorta di “coerenza” e di “compattezza” talmente intensa da farmelo sentire davvero come un disco completo.
Amo tanto anche gli altri dischi, ma non ho più ritrovato un equilibrio simile.

Ho sempre preferito DiAnno a Dickinson (bestemmio, d’accordo, ma d’altronde ho anche sempre preferito Dominici a LaBrie…), e dei due dischi il primo è il più “melodico” e quello che più amo. Se devo guardare i riff voterei volentieri PIECE OF MIND, mentre non ho mai digerito NUMBER OF THE BEAST (salvo un paio di canzoni). Il primo che però ho ascoltato e al quale sono ancora molto affezionato è SOMEWHERE IN TIME, dove il synth aggiunge un bel tocco in più al suono che ritrovo anche in molti pezzi di SEVENTH SON, altro grande album. Insomma, pur non amando affatto la voce di Dickinson devo ammettere che tutti i dischi in lista (tranne NUMBER, ripeto, ma forse non l’ho ascoltato abbastanza, dal momento che è l’ultimo che ho preso) sono dei gran bei dischi. Harris Smith Murray insieme sono fenomenali

Credo sia anche questione di sound “orecchiabile”. Canzoni come The Number Of The Beast, Children Of The Damned e Run To The Hills sono fantastiche, sono entrate di diritto nel pantheon della musica heavy metal. Non dico che dopo gli Iron non abbiano composto cose altrettanto valide (basti pensare a Rime Of The Ancient Mariner, dall’album Powerslave; il loro brano più complesso e artisticamente maturo); ma a me non viene di canticchiarle, mentre The Prisoner è uno di quei motivetti che ti entrano in testa e non ti mollano più.

No che non bestemmi. Sono due stili diversi e altrettanto validi, l’album Killers è uno dei migliori che abbiano fatto. E brani come Phantom Of The Opera, Transylvania e Charlotte The Harlot sono entrati a far parte del mito. E’ questione di preferenze, a me piacevano entrambi.

Ma no che non bestemmi… Siete in tanti a pensarla così!
Per carità, io preferisco Dickinson a DiAnno ma confesso di essere un fan scatenato di un disco bistrattato come “X Factor” e non ho problemi a dire che, in quel disco, adoro Blaze…
Ma vabbeh, qui parliamo dei dischi precedenti.

Mah, non credo che sia quello…
O meglio, non solo…
Il fatto è che trovo che tutti gli 8 pezzi abbiano il loro perché e coesistano perfettamente nel disco.
Anche un pezzo sicuramente minore (ma non certo disprezzabile) come Gangland trova una felicissima collocazione tra due pezzi mostruosi come Run To The Hills e Hallowed Be Thy Name e ci sta benissimo.

Arriverà anche il relativo poll… :wink:

Anche un pezzo sicuramente minore (ma non certo disprezzabile) come Gangland

Avessero messo subito “total eclipse”, al posto di utilizzarla come lato b del primo singolo… per fortuna che hanno poi rimediato nella ristampa in cd nell’edizione remastered/enhanced, dove il brano è aggiunto subito dopo “gangland” (una simile operazione è stata fatta anche nel cd di “killers”, dove hanno aggiunto la stupenda “twilight zone”, e nell’omonimo dove è stata aggiunta “sanctuary”).

Sapevo di non bestemmiare dicendo che KILLERS fosse un gran disco, pensavo che la bestemmia fosse quella di preferire DiAnno a Dickinson come vocalist aggiungendo che Dickinson non mi è proprio mai piaciuto. Se poi Giorgio dice che siamo in tanti a pensarla così son contento di poter rientrare nella comunità religiosa senza dovermi pentire…

A mio avviso Bruce Dickinson, come cantante, è nettamente superiore a Paul Di’Anno e, soprattutto, molto più adatto a quello che sarebbero diventati gli Iron Maiden. Il cambiamento di vocalist è avvenuto proprio all’alba della loro prima grande “evoluzione” a livello di composizione, e sinceramente non penso che avrebbero potuto affrontare un salto di qualità del genere con Paul Di’Anno.

Detto questo, io considero Di’Anno un grandissimo vocalist, con una personalità invidiabile ed uno stile unico, che ha certamente contribuito a far emergere e risaltare gli Iron Maiden dal resto della scena metal dei primi '80.
Aggiungo che, per vari motivi, il mio album preferito degli Iron Maiden è proprio il primo omonimo, e che con buona pace di Bruce Dickinson non riesco tuttora a godermi al 100% quei pezzi quando vengono cantati da lui.

Comunque Giorgio Brass non sbaglia, la fazione dei “Dianniani” c’è ed è tutt’altro che sparuta. Hai parecchi compagni di culto! :smiley:

seventh son of a seventh son su tutti.
concept album stupendo, un vero capolavoro compositivo in tutto e per tutto!

Il mio preferito è seventh son of a seventh son ma credo che i primi 5 sono da avere : album fondamentali per un gruppo fondamentale della scena metal…:smiley:

Se devo dirne uno, dico Piece of mind.

Ho votato il primo perché, insieme a Killer, è il disco che mi piace di più. Si sarà intuito che sono un fan di DiAnno? :smiley: Anzi… io la Golden Age dei Maiden la farei terminare proprio dopo il secondo disco! :D:D:D

Francamente la scelta è difficile.
Mi sarei trovato meno in difficoltà a votare la mia canzone preferita (the evil that man do, di poco, su poche altre).
Comunque voto Seventh Son perchè compositivamente più impegnativo.

Due parole sugli affiatatissimi chitarristi Murray e Smith: negli album dell’elenco sono presenti assoli di chitarra da manuale: strange world (qui c’era Strutton al posto di Smith), prodigal son, stranger in a strange land e the evil that man do, per citarne alcuni.

Scelta difficile, sono legata tantissimo a tutti gli album del periodo d’oro dei Maiden. Ma scelgo Seventh Son of a Seventh Son, complesso e maturo dal punto di vista compositivo