Jigoku - The Hell (Tatsumi Kumashiro, 1979)

rifacimento del seminale capolavoro horror Jigoku, uscito nel 79 e rispolverato lo scorso anno da Mondo Macabro. ancora da capire se il master è cut, altrove si dibatte su quattro non meglio individuati minuti di sforbiciate

anche nel 1999 mastro Teruo Ishii in fase terminale sotto effetto di sushi allucinogeni ebbe la malsana idea di cimentarsi in un remake, micidiale no-budget in digitale che, con tutta la simpatia, è bene lasciar perdere a meno che non ci si voglia malissimo

Questo del 79 non regge il confronto con quello del 1960, fin qua niente di nuovo anche perchè l’originale era un miracolo di ingegno e inventiva, ancor più stupefacente pensare al budget esiguo a disposizione allora (investimento comunque fatale per la ShinToho che andò in bancarotta), un pugno di yen che bastarono per creare uno dei più inquietanti slow burner della storia del cinema fantastico, nebbie blu rossastre di malsano terrore a dipanarsi lentamente in un crescendo di formidabili incubi su pellicola.

(quasi tutti i kaidan eiga di Nakagawa sono dei gioielli, consigliati di cuore soprattutto Mansion of the Ghost Cat e l’incredibile The Ghost of Yotsuya)

Kumashiro, fiore all’occhiello della Nikkatsu negli anni 70 con diversi titoli finiti nei blasonatissimi best of annuali della prestigiosa rivista Kinema Jumpo, dimostrava pur con qualche soldo in più come l’horror non fosse proprio nelle sue corde…
ma comunque qualche curiosità iconografica c’è.
Come nell’originale, il pezzo forte rimane la discesa negli inferi shinto-buddisti, una sequenza che riecheggia anche nei Cavalieri dello Zodiaco quando Sirio il Dragone finisce nell’Ade durante lo scontro con Cancer nella quarta casa.

nota di pregio sono i notevoli senati della protagonista Mieko Harada che, grazie ai trascorsi romanticopornografici di Kumashiro, vengono ripetutamente ripresi e mostrati mentre rimbalzano soavemente sia in frontal che in side boob in diverse scene.

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Pensa che io ho visto solo questa versione, oltretutto nel periodo della mia formazione cinematografica, e mi feci un’idea che questo tanto decantato Teruo Ishii non fosse poi un granché come regista… Per fortuna successivamente ho avuto modo di ricredermi.

Però tutt’ora non ho ancora recuperato le due versioni precedenti (ma a leggere le tue parole vale sicuramente la pena di farlo!)

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si sono due babà di mescalina e non puoi perderli. non vanno altresì confusi con iki jigoku di shugo fujii, come talvolta accade, che è comunque un horror sciammannatissimo che per la paura e il disagio all’epoca a me ne fece raccogliere tanta disponendo le manine a coppa sotto il culetto, ma che non presenta continuità alcuna con quest’opera.

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