Keoma (Enzo G. Castellari, 1976)

La vecchia col carretto rappresenta la morte ed è un omaggio di Castellari al Settimo Sigillo di Bergman,credo che lo stesso Castellari l’abbia dichiarato in più di un’intervista.

Non era già stato scritto? Comunque fai bene a ripetercelo

Uhh…sapessi quante cose son già state scritte.
Se dovessimo farci caso ogni volta, meglio sarebbe chiudere il forum.
Vai avanti così, Johnny.

Ringrazio Caltiki per il sostegno,comunque se è vero che si era già detto in questo 3d che la vecchia rappresenta la morte,mi sembra che non si fosse accennato al collegamento col Settimo Sigillo anche per l’uso di un flagello come la peste sicuramente estraneo all’ambiente western e chiaramente riferimento alla peste del film bergmaniano.

Grazie johnny è propio questo tipo di notizie che cercavo infatti la vecchia è un personaggio centrale del film e non coglievo i riferimenti che si intravedono solo di sfuggita credo che Castellari non si sia voluto soffermare troppo sul suo personaggio per non offuscare quello di Keoma

Prego Tepepa,lieto di aver chiarito qualche tuo dubbio.Del resto la finalità di questo forum è anche questa.

Castellari dice «Il soggetto è di Luigi Montefiori, un’intuizione geniale, un’idea straordinaria nella quale mi sono immerso e ne sono stato coinvolto alla prima lettura, ma la realizzazione del film è stata un’altra grande avventura piena di imprevisti, difficoltà, problematiche che ho risolto, con la collaborazione del produttore Manolo Bolognini e quella di Franco. Abbiamo lottato contro tutto ma siamo riusciti a portare a termine l’opera. Posso solo dire che “Keoma” rappresenta il mio “io”, la mia personalità come autore, il mio modo di girare, di montare, di sonorizzare e di musicare ! Ho realizzato questo film riconoscendomici in tutto !!!»

Questo è un pezo del commento del libretto contenutop nel DVD Fabbri: «…Keoma viene in genere considerato come il film che alla metà degli anni Settanta chiude l’epopea del western all’italiana. In realtà dopo di esso si registra ancora qualche nobile anche se non troppo fortunato tentativo di rivitalizzare il genere sia attraverso un’esasperazione ulteriore della violenza, come in Una donna chiamata apache del 1976 o in Mannaja e California del 1977, sia tentando la strada della “versione per famiglie” come in Sella d’argento nel 1978. Nonostante tutto, però, Keoma resta sia per la critica che per l’immaginario popolare il film che porta per l’ultima volta sullo schermo con puntigliosa e quasi didascalica precisione tutti codici fondanti del western all’italiana. Lo fa quasi con la consapevolezza della imminente fine e con una storia intrisa da una disperata violenza che si svolge in uno scenario da incubo simile a quello nel quale dieci anni prima si muoveva il Django del film omonimo di Sergio Corbucci. Non è un caso che l’attore impegnato a dare anima e corpo al personaggio tormentato e visionario di Keoma sia lo stesso Franco Nero che per primo aveva portato sullo schermo il triste e solitario pistolero con la bara. Il film è l’ultimo ruggito di grande qualità del western all’italiana in un periodo in cui il genere sta ormai agonizzando tra satira e stanca ripetizione. Registi di culto come Sam Raimi (La casa, Pronti a morire, Spider-Man) lo considerano un capolavoro…
…Alla metà degli anni Settanta in molti hanno già suonato le campane a morto del western all’italiana, compresi gran parte dei suoi fondatori che o l’hanno abbandonato o se ne fanno beffe contaminandolo con una vena umoristica e satirica. Enzo G. Castellari va in controtendenza. Vuole affascinare per l’ultima volta il pubblico e ci riesce innestando con mano geniale sui codici originari del western all’italiana tematioce originali e novità stilistiche di rilievo. Per esempio modifica la scansione della narrazione dilatandola o restringendola alla maniera di Peckinpah (innovatore del western hollywoodiano) ed esaspera lo scambio dei piani temporali utilizzato da Sergio Leone fino a confondere realtà con immaginazione e flashback con presente. Keoma non immagina il passato, lo rivive direttamente. Su di lui la morte non si limita a incombere, ma lo accompagna. Si materializza fin dalle prime scene, è una donna in carne e ossa che gli dispensa consigli («questa non è mai stata la tua gente, non ti ha mai amato…») e alla fine fa da levatrice al bimbo di Lisa che nasce nella violenza di un duello finale senza altro suono che le urla della partoriente. Enzo G. Castellari non si spaventa della carica messianica del suo protagonista, la lascia scorrere con misura, la governa e l’indirizza con mano felice sfuggendo alla trappola del grottesco anche nei passaggi più difficili come quello della “crocefissione”… L’ultimo grande antieroe del western all’italiana è spietato come Django ma ha perso per strada il cinismo e tratta anche la morte con compassione»

Rispondo qui a un’osservazione comparsa erroneamente nel 3d della h&W. Nel suo sito la Fabbri lo rende ancora disponibile tra gli arretrati. Siete sicuri che sia esaurito?

Appena finito di vedere il dvd Fabbri,veramente un gioiellino questo film,alcuni passaggi però mi appaiono strani e fulminei quindi ritengo il dvd Fabbri piuttosto tagliato,inoltre il mio è pure graffiato e mi perdo un minuto supplementare. :mad:
Audio non convincente per lo meno da inizio fino a metà film.
Tanti bei caratteristi…forse avrei valorizzato di più la figura di Guerrini,ma comunque il film resta ottimo anche così.

Montefiori è uno sceneggiatore in gamba, per me i più bei copioni del cinema di Aristide Massaccesi restano i suoi. Comunque situazioni tipo quella della Mietitrice in Keoma si trovavano sovente nei fumetti western italiani anni 70, in particolare quelli violenti e vagamente surreali di Eleuteri Serpieri. In effetti le cose più intriganti del cinema western tricolore secondo me risalgono a quel periodo, Keoma non fa eccezione.

In gamba senza dubbio, ma anche consapevole di aver scritto copioni talvolta mediocri (“Antropophagus”, tanto per citarne uno).

Lo apprezzo anche di più, per questo. Non rinnega nulla ma allo stesso tempo ammette che alcune cose sue fossero marchettoni e basta. E poi, come non provare simpatia per chi ricorda con affetto il proprio contributo a Sesso nero?

avevo letto un’intervista a castellari in cui lui lo considerava il suo miglior film. quindi l’ho visto con altissime aspettative, e in fin dei conti mi ha deluso. forse erano troppo alte le mie aspettative…
montaggio e regia sempre splendidi però.

X curiosità, in cosa ti ha deluso? :slight_smile:

forse perché Keoma non aveva i superpoteri.

la colonna sonora con i pezzi in inglese romanaccio è divertente ma dubito che fosse voluta… la sceneggiatura non è nulla di eccezionale, e franco nero è alquanto tamarro (qui, non in generale)…
poi ripeto, non è che non mi sia piaciuto, solo mi aspettavo di più (fotografia, regia e montaggio a parte). diciamo che ho iniziato entusisticamente con i titoli (bellissimi) e la parte iniziale, poi secondo me ho percepito un calo e alla fine c’è la bellissima scena dell’

uccisione con le urla della donna partoriente. tuttavia, complessivamente, il film non mi ha lasciato la sensazione del capolavoro. ma forse mi ero io aspettata troppo… superpoteri di franco nero chissà…

Sono in possesso anche io del dvd Fabbri Editori e siccome devo ancora visionare il film, chiedevo se a tutti risulta che tale edizione sia tagliata…
(addietro ho letto di sole 2 differenze tra il dvd e la versione di italia7 ma non confermate)

visto ieri per la prima volta

che dire, un bellissimo film,
personaggi caratterizzati in modo egregio

credo comunque che sia un film che si apprezza pienamente verso la 3° visione per cogliere tutte le varie sfumature che nasconde

Qualcuno sa?